La recensione, ad Imperia: ristorante Lorenzina Mare, all’Hotel Corallo

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Imperia Porto Maurizio – Ristorante LORENZINA MARE

Hotel Corallo – Via Giovanni Boine 15 – 0183 66 62 64

Il PARCHEGGIO dell’ hotel è riservato ai residenti ma normalmente nel raggio di circa 200 metri un posto auto lo si trova anche in alta stagione. Si accede poi al patio del ristorante direttamente da Via Boine, oppure con l’ascensore dell’albergo se avrete parcheggiato in piano sulla statale Via Aurelia.

L’AMBIENTE è un fronte mare a 180 gradi, con il bel sottofondo delle onde marine quando sono impetuose, vista fino all’orizzonte anche dall’interno della grande sala invernale. I tavoli, riparati da eleganti coperture, sono distanziatissimi. Le sedie sono comode e con braccioli (ma senza cuscino). Le mise en place, con luce ad ogni tavolo, tovaglie e grandi tovaglioli in stoffa bianco immacolato, sono completate da una bottiglia regolare di olio EVO, cestino di pane e perfetti grissini fatti in casa.

CARTA CIBI: potrete consultarla con tranquillità. Dopo gli apetizer offerti (non banali) ecco ciò che offre la lista di NICOLINA E CRISTINA, regine di questi fornelli: L’ ANTIPASTO MISTO (€ 26) comprende una serie di quattro portate ricche e ben distinte che val la pena di non perdere se, oltre che buongustai, siete anche buone forchette. Dei 10 PRIMI  (€ 16-30), talmente invitanti che scegliere può essere cosa difficile, mi limito a citare (tra ben quattro piatti vegetariani), i Tagliolini alle Taggiasche con pinoli e pomodori secchi. Notevoli anche i Tagliolini ai Gamberi Viola di Oneglia. Dei dieci SECONDI (€ 18-40), cito un onesto pescato di cattura locale, oppure i superbi Gamberi locali flambati o alla griglia.I DESSERT (€ 7-9) sono una decina, dai titoli piuttosto consueti, ma le preparazioni sono ben eseguite, così come i gelati di loro produzione. Due i MENU che, possibilmente, vengono raccomandati per l’intero tavolo (notare il riguardo del “possibilmente”). Entrambi sono di 5 portate, il DEGUSTAZIONE MARE a 55 euro e il TRADIZIONE a 53 euro, entrambi di quantità generosa e non penalizzata, come d’uso un po’ ovunque.

CARTA VINI, ovvero 18 pagine fitte, con cinque etichette servite anche a calice (€ 6-9). Oltre 50 gli Spumanti e gli Champagne (c’è un Pelletier a soli 35 euro (*) e un ottimo Monmarthe a 55 euro) (*). Il resto della carta riserva altre belle sorprese, anche nei rossi con qualche prezzo che mi pare “dimenticato”come i due citati sopra. Sono indicati i vitigni e i blended delle singole etichette ed anche, meritoriamente, la gradazione alcoolica. Ci sono anche etichette straniere, dalla Francia sino alla Australia. Gli aggiornamenti, sono frequenti.

SERVIZIO: MARCO PASQUINELLI, impareggiabile e storico anfitrione, coadiuvato da uno staff ben presente e molto professionale, esegue perfettamente il suo compito. Si avvicina con discrezione, illustra quanto necessario con dovizia di particolari, ascolta attentamente ed interloquisce con calma senza dilungarsi oltremisura… Insomma, non recita un ruolo, ma vi si compenetra e con riguardo che mi pare innato: potreste anche sentirvi dei “principini”.

CONCLUDENDO: La cucina è tra le più sincere della zona, non gioca la carta della sorpresa, ma denota professione e rispetto per l’ ottima materia prima e per le ricette della tradizione. L’ambiente è gradevole, l’accoglienza è curata e personalizzata come foste fedelissimi albergati e i prezzi sono giusti. Se mancava un bel punto di riferimento Porto Maurizio ce l’ha. Una ultima indicazione: consultate il calendario e preferite le serate di luna piena!

(*) ritrovati a 5 euro in più il 18/08/2024

Ristoranti con forte affluenza: sempre più razionalizzati, ma sempre meno umani

credito foto: Gambero Rosso

Pete Wells critico gastronomico del New York Times si concentra sull’avanzata delle tecnologie touch screen e a prova di click nei ristoranti. Di recente infatti, negli Stati Uniti, una nota app ha introdotto un nuovo metodo di pagamento all’interno dei locali: basta effettuare il check-in all’arrivo, selezionare il metodo di pagamento e la percentuale di mancia, poi godersi il pasto. Al termine, semplicemente ci si alza e si esce, senza dover chiedere il conto. Se da un lato questo accelera l’esperienza al ristorante, riduce momenti di imbarazzo tra il cliente e il personale (succede, ad esempio, quando ci viene detto che non c’è posto per prenotare) e le discussioni su chi paga il conto, dall’altro solleva preoccupazioni su come la tecnologia stia spogliando i ristoranti della loro umanità.” Così scrive il Gambero Rosso e, poiché sappiamo che ciò che avviene all’estero prima o poi succederà anche in Italia, ritengo di segnalare l’interessante intero articolo che troverete su seguente link:

https://www.gamberorosso.it/notizie/pete-wells-new-york-times-ristoranti/?mnuid=1c63gc3ee4g7e0c3e4694583562060486c9952af6185cc16f7e&mnref=s2467%2Co15d7d&utm_term=89469+-+1586246123-%22La+tecnologia+ha+cr&utm_campaign=NL+GIORNALIERA+ITA&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=9319+-+4164+%282024-08-12%29

La recensione. Ad Alassio il Ristorante LA VIGNA

Alassio – Frazione Solva

LA VIGNA – Via Lepanto 1 – Tel. 0182644744 – www.ristorantelavigna.it

Un gentilissimo addetto ha buoni consigli per il parcheggio e l’accoglienza all’ingresso ha calore. La terrazza verandata, in parte con pergolato, ha una vista da cartolina sulla baia di Alassio. l’AMBIENTE è romantico, con tovagliato in stoffa e abat jour ad ogni tavolo. Per il SERVIZIO, nonostante gli inconvenienti che qui descriverò, ho potuto contare sulla bravura dello straordinario FABIAN che, senza tirarsela affatto, ha eseguito in sala degli slalom da provetto “discesista”.

La CUCINA è quella di sempre, ben eseguita e servita con generosità.L’ OYSTER BAR di ostriche o crostacei con prezzi da 4 a 9 euro l’uno mi è stato servito in un plateau da sei ed è stato perfetto. I sei ANTIPASTI (€ 20-36) iniziano con la loro tradizionale Crudité di verdure in pinzimonio con le paste di olive ed acciughe fatte in casa. Dei sei PRIMI PIATTI (€ 18-24), persino in estate continuo a scegliere gli invitanti Gnocchi di patate con fonduta d’alpeggio e doratura al Reggiano. Degli otto SECONDI (€ 18-41), ho gustato un generoso Pagello al forno alla Ligure con patate olive e pomodorini. Nove i DOLCI (€ 7-11), dai titoli piuttosto consueti, ma tutto sommato buoni e con possibilità di abbinarli ad un calice scelto tra una ventina di ottime etichette. Disponibile anche il MENU TRADIZIONALE LA VIGNA, di 4 portate, servito per l’intero tavolo a 49 euro, nonché una LAVAGNETTA con Piatti del Giorno (€ 19-34) con quattro proposte la sera del mio passaggio.

La CARTA VINI è un poderoso tomo di 45 pagine sottoplastica, con alcune centinaia di etichette ben selezionate ed anche pregiate ed elenca anche una cinquantina di mezze bottiglie; i prezzi sono regolari.

Ma ci sono anche delle “note blu”:

1)Una domenica di luglio chiamo: “Per un tavolo bordo pergolato, meglio stasera o meglio giovedì ? – Risposta: “Meglio giovedì.” – “Bene, prenoto per giovedì ore 20”.  Giovedi ore 12 ritelefono: “Confermo prenotazione. Voi confermate  tavolo a bordo pergolato ?”. Risposta. “Certamente signore, a stasera”. Giovedì ore 20: mi assegnano un tavolo al .. centro. A lato c’è un tavolo a bordo pergolato ma già apparecchiato per quattro. Faccio presente che desideravo quello, per due, come riconfermatomi otto ore prima, ma … devo tenermi il tavolo di seconda fila. Mezzora dopo giunge una coppia, dividono in due il tavolo da quattro e in quello a bordo pergolato fanno accomodare i nuovi venuti e l’altro resta libero. Riflessione: perché non l’avranno fatto con me mezzora prima?

2) BEVANDE: il servizio ha esordito: “Desiderate acqua?” – R: Gradirei una San Pellegrino. – “Mi spiace la San Pellegrino è fuori frigo”. Ok per l’acqua trattata e pazienza. Scelgo alla carta un vino. – Tornano: è’ finito. – Ne scelgo un altro – Ritornano: è finito anche quello,  ma mi portano “ de visu” due bottiglie similari di pari pregio e ne scelgo una. Il secchiello del ghiaccio viene posto sul tavolino servant adiacente al mio tavolo, ma poi nessuno mi ha servito il bicchiere (un vino da 75 euro), per cui ho rimediato uno spazio sul mio tavolo, ci ho incastrato il secchiello ed ho fatto “self wine” per tutta la cena.

CONCLUDENDO: è’ locale da tenere presente. Godetevi il bell’ambiente, la cucina seria, i prezzi ancora abbordabili e lasciate correre le veniali falle dell’organizzazione di sala, non certo dovute a scarsa dedizione, ma al fatto che in alta stagione le regole di accoglienza, considerazione compresa,  possono stemperarsi in scorciatoie routinarie. Sono certo che, nelle serate di minore affluenza, più calme e paciose, tutto torna normale.