Intorno alla ristorazione, sono cresciuti nel corso degli anni degli oneri, inizialmente minimi, che rappresentano un problema, in tempi in cui occorre stare più di prima attenti ai costi. Mi dicono che le commissioni trattenute dalle carte di credito vadano dal 3 al 5%; l’Union Patronale des cafès-restaurant della Costa Azzurra (500 soci con nuovo Presidente Robert Boivin) lamenta del 6% applicato dalle società di tiket-restaurants; stanno aumentando anche i costi dei siti che si limitano a raccogliere e ritrasmettere le prenotazioni dei clienti. Forse una forte e maggiore coesione di categoria potrebbe aiutare i ristoratori a trattare con chi oggi ha “il coltello per il manico del web”…. A quando anche in Italia ? Alla fine della favola, chi paga “le forze del web”, è sempre pantalone … Un ristoratore di mia conoscenza offre un bonus (aperitivo o caffè) a chi prenota telefonando direttamente e non usa la carta di credito per pagare….
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A Mentone e Roquebrune creata alleanza sinergica con promozioni incrociate tra ristoratori e commercianti
Da qualche giorno un acquisto in un negozio di Mentone darà diritto ad uno sconto presso i ristoranti della zona e viceversa. Gli esercenti che aderiscono alla iniziativa esporranno questo contrassegno. La lista degli aderenti compare sul seguente gruppo Facebook: “Aidons nos restaurateurs/commercants Mentonnais/Roquebrunais”
Consumare prodotti nazionali ed evitare il turismo all’estero : una soluzione o no?
Si moltiplicano un po’ su tutti i media gli appelli a consumare prodotti italiani, scegliere per le vacanze viaggi in Italia etc etc …. . Ma anche i media stranieri lanciano lo stesso appello, in particolare in Francia. Ad esempio se in Francia andranno meno Italiani, ma in Italia verranno meno Francesi… la somma algebrica dei ricavi del turismo potrebbe variare di poco il “saldo” positivo o negativo … Lo stesso vale per l’autarchia di tutte le nazioni rispetto a prodotti di importazione. Con possibilità di un certo terremoto sui prezzi oggi calmierati naturalmente dalla concorrenza causata dell’import/export …. Speriamo bene e, in questi tempi di austerità consoliamoci con il soprastante trafiletto de L’Illustrazione Italiana del 1936, che invitava gli Italiani al grande piacere di un solo pasto al giorno tirando la cinghia grazie alle benvenute “sanzioni” comminate all’Italia (il pane si otteneva con la tessera). Ma poi rifacciamoci subito clikcando sul seguente link
C’è un nesso tra Pandemie e zootecnia industriale con uso eccessivo di antibiotici ?!
Ricevo e sintetizzo un intervento di Kurt Schmidinger, scienziato e geofisico, membro del comitato scientifico della Fondazione Albert Schweitzer :
Quasi tutte le pandemie sono state e saranno originate da prodotti di origine animale o allevamenti di animali destinati al consumo. Ci sono rischi pandemici a causa dell’allevamento industriale. L’Organizzazzione mondiale della sanità (OMS) ha messo in guardia, ipotizzando che il 70-80% degli antibiotici sia utilizzato in allevamenti in tutto il mondo, e solo il restante 20/30% nella medicina umana. E tra il 2010 e il 2030 è prevista anche una crescita globale degli allevamenti. Gli antibiotici somministrati permanente favoriscono l’adattamento e la resistenza dei batteri.
Recenti analisi mostrano che i cosiddetti virus RNA del regno animale costituiscono la maggior parte dei patogeni emergenti per l’uomo. L’influenza aviaria e suina, virus Nipah, Ebola, HIV e altre hanno origini zoonotiche.
L‘allevamento industriale è particolarmente pericoloso per lo sviluppo di virus influenzali e altri agenti patogeni. Miliardi di animali in gabbia producono enormi quantità di escrementi, che possono contenere grandi quantità di agenti patogeni e che vengono smaltiti in seminativi o nelle acque sotterranee. Questa è un’altra fonte di infezione, anche per gli animali selvatici stessi. I dati dell’OIE (World Organization for Animal Health) per la fine del 2005 e l’inizio del 2007 hanno mostrato che la probabilità di focolai di influenza aviaria negli allevamenti di pollame con oltre 10.000 animali era circa quattro volte superiore rispetto alle aziende più piccole
Mercati di caccia e fauna selvatica
Il fatto che il nuovo virus corona SARS-CoV-2 e quindi l’attuale pandemia di COVID-19 provenga da un mercato faunistico (un cosiddetto “mercato umido”) a Wuhan, in Cina, è attualmente quasi certo. Ancora una volta, l’ingabbiamento di animali e il consumo dei loro prodotti è la causa più probabile di una pandemia che sta mettendo a dura prova la salute e l’economia della popolazione globale.
L’articolo prosegue indicando qualche soluzione… Il link è: https://thevegetarianchance.org/2020/04/28/pandemie-e-consumo-di-prodotti-animali-il-nesso/