Condivido quanto scrive Carlo Ragni sul suo facebook: ” Oggi, analizzando, glorie e dolori, riguardando le cartine che allego qui sotto, vedo che in tutta questa “transumanza” non ci sono cosi tanti Tripolini, Cirenaici, Somali, Eritrei, Etiopi, verso i quali avremmo commesso nefandezze nel nostro periodo coloniale, ma riceviamo nella stragrande maggioranza quelli provenienti dalle ex colonie francesi, inglesi, spagnole ecc. che a sentir vulgata moderna non hanno commesso le nefandezze degli italiani. La domanda sciocca che mi pongo, perché io devo ricevere mettendo in difficoltà la vita del mio paese che generazioni hanno conquistato con sacrifici dopo la resa incondizionata della 2a guerra mondiale e loro ex “Imperi Coloniali”, trattandoci da incapaci e quasi da “sciacquetta” si barricano entro le loro frontiere? Noi giustamente dobbiamo pagare per gli errori commessi, ma non per quelli fatti dalle Potenze Coloniali che hanno formato gli stati sulla carta geografica con il lapis e non con l’autodeterminazione delle popolazioni assoggettate, e le hanno lasciate dopo averle spremute o che le spremono ancora, facendo sì che di guerre ne nascessero a uffa. Speriamo che qualcuno si rilegga il Petrarca: “ Italia mia benché il parlar sia indarno ………. . Oppure rilegga il comandamento Cristiano per eccellenza: “ Ama il prossimo tuo come te stesso”, non disse più di te stesso.”
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Trump: – 6,5% il consuntivo del turismo straniero In USA
Sanremo com’era
Ristoranti di ieri e ristoranti di oggi. Cos’è cambiato.
Un gourmet Bucca Sernua lamenta che, anche in ristoranti di zone rurali, non trova i cibi genuini/tipici che trovava fino a qualche tempo fa. E’ capitato anche a me, di non reperire più la inenarrabile bresaola che solo un anno fa era un plus di un locale, così come altre sue portate, uguali a prima, ma non più “speciali”… I mercati Quali ravioli? quali gnocchi? all’ingrosso per ristoratori/albergatori sono di invincibile concorrenzialità e comodità; certo omologano e appiattiscono le differenze tra un ristorante e l’altro. Ma, foste voi, andreste al mercato la mattina presto potendo andarci alle 10 un parcheggio all’ombra? Correreste i rischio di non trovare i prodotti per i cibi già da voi stampati in carta? Oppure di usare prodotti di campagna senza le Certificazioni di legge? La vecchina che portava l’insalata, che preparava i ravioli, i pescatori con gli spunciacurrente dell’ultimo minuto, erano un bel mondo … Ma in ogni settore tutto cambia, i Grand Tour non ci sono più, i “manenti” non esistono più dal 1969 quando i contadini diventarono “agricoltori”, sostituiti oggi dalle Imprese Agricole … Viviamo nell’oggi, vivremo nel domani e, salvo qualche eccezione che, facendo marketing “volpino”, cucina ancora qualche minestrone sulla stufa a legna, le forniture dei ristoranti sono ormai quasi completamente standardizzate.
Come stare in piacevolezza a tavola con i bambini
…non si tratta solo di indicazioni formali …
…a tavola, che è il simbolo della civiltà e di ciò che ci rende umani
… ciò che rende il pranzo o la cena un momento piacevole: «Parole gentili, ascolto, pulizia, una tavola apparecchiata con cura…
… le osservazioni vanno fatte con garbo: l’importanza del buon esempio. … “Per favore e grazie”… una postura corretta …
… le buone maniere come una cosa bella da fare. Prima di andare a cena da amici, facciamo una prova generale: è come un gioco.
Il resto dell’interessante articolo di Orsola Vetri è sul seguente link:
http://www.famigliacristiana.it/articolo/come-insegnare-oggi-la-buona-educazione-ai-bambini.aspx