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Turismo: arrivi in Italia 2017: + 7,7%, ma purtroppo Sanremo è in controtendenza.e

“Un salto in avanti di 11,8 punti percentuali negli arrivi e del +7,7% nelle spese turistiche: l’Italia del 2017 ha segnato un anno davvero impressionante per quanto riguarda il turismo. La Penisola, dicono i dati di Bankitalia, ha registrato 58,7 milioni di arrivi dall’estero, posizionandosi al 5° posto” . Così scrive TTGReport. Purtroppo, come è noto, Sanremo invece nel 2017 ha avuto meno arrivi che nel 2016.

La recensione: Ristorante Chez Louis a Bordighera

DSCN5509 - Copia.                                  Bordighera – Ristorante CHEZ LOUIS

Corso Italia 30 – Tel. 0184 261 603 – www.chezlouis.it

E’ in pieno centro con un grande parcheggio a un centinaio di metri. La zona è pedonalizzata e quindi calma, più animata nelle serate in cui fanno musica al caffè antistante con movida di classe che non disturba. Le sistemazioni sono due. Una all’interno, con tavoli appena distanziati tra loro, apparecchiati tipo bistrot (tovagliette singole). C’è anche, appena entrati, un tavolo conviviale da una decina di coperti, dove molti habitué si ritrovano e fanno serata. L’altra sistemazione è all’esterno con tovaglie bianche e sistemazioni decisamente più tradizionali. In entrambi le mise en place sono curate, con tanto di candela accesa ad ogni tavolo occupato. Il proprietario, GIANPIER NOVEMBRE, con barba importante da anziano saggio ma look giovane moderno e informale, sa il fatto suo ed ha comunicativa strabocchevole, ma si tiene a freno, denotando una perfetta professionalità, senza frullarvi con chiacchere di maniera. Il servizio è assicurato anche da un cameriere “storico”, MAURO, che accoglie deliziosamente ed ha grande savoir faire, ma è alla mano e, se lo gradite e se del caso, sa ricordare le vostre preferenze, anche in fatto di vini. Molti ristoranti di zone turistiche  propendono verso i turisti, con offerte/servizio senz’anima. Non è questo il caso. Qui la qualità è indiscutibile. La carta, del bravo CLAUDIO SINI, dopo un Coperto di 3 euro (generalmente non applicato a chi consuma un pasto completo), elenca sette ANTIPASTI (dagli 8 ai 14 euro), tra i quali il Foie Gras al torchon, prugne confit e caviale di Passito di Pantelleria, piatto storico semplice e invitante, ma non banale, oppure un condiglione di polpo alla ligure: lo “finiscono” rosticciandolo leggermente, come d’uso da qualche tempo, ma se lo desiderate classico basterà chiederglielo (a mio avviso è anche migliore). Sette PRIMI (dai 14 ai 24 euro), tra i quali  i Taiarin fatti in casa con Astice Blu e Perino San Marzano, oppure i morbidi gnocchetti crema zafferano bacon croccante, scaglie di pecorino. E’ una cucina di tradizione, rivisitata con mano elegante, anche nei nove SECONDI, sia di mare che di terra (dai 13 a 28 euro), tra i quali Wok di gamberi scampi e verdure; a questo proposito, la sera, è saggio attendere, verso le 20, l’arrivo del pescato, per deliziarsi con i crostacei appena pescati: un’ovvia differenza che può lasciare per lungo tempo un piacevole ricordo. C’è una rara scelta di carni (da 16 a 30 euro), ben 10 proposte, tra le quali 6 pezzature ben specificate e distinte di Black Angus Americano da cucinarsi nei modi classici. Al DESSERT, oltre alla possibilità di un buon assortimento di formaggi, sono cinque le proposte di dolci, tra i quali  un Cheescake di fragole fresche frullate, formaggio fresco e biscotto della nonna, oppure il sempiterno buon Tiramisù con crema di mascarpone e savoiardi, realizzato “in casa”. Non è finita, perché esiste anche una paginata di 11 PIZZE, dai 10 ai 12 euro, ideali per una sosta veloce. In un dopo-teatro assaggiai qui una Margherita ed era buona.

Da sempre questo è un punto di riferimento in città e sono molti i cugini francesi che hanno scoperto che, spendendo la metà rispetto alla vicina Costa Azzurra, trovano una qualità colà ormai “fuorimoda”. Perciò è consigliabile prenotare sempre. La carta dei vini è ben fornita ed ha prezzi regolari e, anzi, complice la sua convenienza, il conto non richiederà più di quanto merita l’insieme, anzi, forse anche un po’ meno: tutti tornano. (luigino.filippi@alice.it)

Il ballo liscio può essere una cura

1 ballo lisciodownloadEra risaputo dalla cultura popolare ma ora è stato meglio esternato ed ufficializzato: “La cura del liscio ovvero con valzer e mazurca gli over 65 possono trovare il ritmo giusto per migliorare la circolazione e curare muscoli e schiena. I passi del tango ad esempio aiutano i malati di Parkinson a stare in equilibrio e migliorano la memoria a chi soffre di Alzheimer” Lo pubblica Il Golosario di Paolo Massobrio, traendolo da il Giornale.

Gli svizzeri voteranno sul divieto totale dei pesticidi sintetici

pesticidiUn’iniziativa popolare che chiede di vietare i pesticidi di sintesi su tutto il territorio elvetico è stata depositata venerdì alla Cancelleria federale In Svizzera. Malgrado il carattere radicale della proposta, i suoi promotori sperano di convincere la maggioranza dei cittadini. Ogni dettaglio su: https://www.swissinfo.ch/ita/politica/iniziativa-popolare_gli-svizzeri-voteranno-sul-divieto-totale-dei-pesticidi-sintetici/44144486?utm_campaign=swi-nl&utm_medium=email&utm_source=newsletter&utm_content=o

Benedetti Michelangeli, i 7 brani TOP, con cui superò i più grandi pianisti.

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“Le aperture “jazz” di Ravel. I due pianoforti usati per suonare Debussy. Lo Chopin che non riesce così nemmeno a Horowitz. Piccolo repertorio del genio di Michelangeli, in sette brani” – Sfuggente? Certo. Misantropo? Forse.       .    ..   (credito foto: gettyimages.es) Cialtrone nel suo genio? Probabilmente. Tenero? Perfino, sì. Sulla biografia il giudizio è aperto, ma intanto qui abbiamo l’elemento chiave, quello meno determinabile concettualmente, ma anche meno equivocabile di tutti, grazie alla santa riproducibilità tecnica che a volte salva l’aura dell’opera d’arte. Abbiamo il suono di Arturo Benedetti Michelangeli. È un suono che si riconosce subito. Capita a pochi di diventare icone sonore: è capitato a Hendrix, a Pablo Casals, a Paco de Lucia, a Miles Davis.
Per decenni la critica ha insistito sull’ascolto “strutturale”, quindi architettonico, spazializzato della musica, ritenendo che l’aspetto materico fosse troppo cangiante e poco afferrabile. Ontoteologia sonora. In ABM invece c’è la struttura, il controllo sul tempo del metronomo, l’attenzione alla armonia delle parti, certo; ma c’è, immediatamente, il suono. Basta ascoltare le sue interpretazioni del compositore più radicale del Romanticismo: Fryderyk Chopin, e paragonarle con quelle di altri mostri sacri (e profani) del pianoforte. Alla prima nota Michelangeli arriva, anche a un orecchio inesperto. Anche con mezzi d’ascolto abbietti come l’altoparlante del cellulare. Lo Chopin di Michelangeli arriva, come il Debussy di Michelangeli, come il Ravel di Michelangeli.”  E’ un brano a firma Bruno Giurato tratto dal sito “linkiesta.it” che consiglio molto.