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Ristoranti sensoriali: la cucina abbinata a musica arte e tecnologia.

1 Madelaine“Luci, ambiente, suoni, servizio, design.  Coniugare una buona cantina con il gusto,  la vista, l’udito… Aumentano i locali  che propongono “percorsi sensoriali”. Tra questi Les Petites Madeleines del Turin Palace Hotel offre  “I Suoni del Gusto”, con 3 piatti della Carta, brindisi con vini consigliati dal Sommelier, mentre suonano  tre brani scelti appositamente dal Sound Sommelier… in auricolari con musiche e commenti.  E fine cena in omaggio, una chiavetta con musiche e ricette dei piatti assaggiati.
Niente di nuovo: se riuscirò a ritrovarlo pubblicherò qui un CD che una ventina di anni fa indicava quali musiche abbinare ai diversi  vini francesi e anche un altro che indicava quali erano le musiche più adatte a ciascun segno zodiacale.

Az. Vinicola BARBERIS: degustare meditando: i segreti del YOGAWINE

Degustare meditando: tutti i segreti del nostro yogawine

C’è chi lo chiama yoga wine e chi yoga & wine. Per l’Azienda Agricola Barberis, di CORTEMILIA, invece, è semplicemente yogawine, singolo vocabolo che, nel racchiudere due mondi tra loro differenti, lo yoga e il vino, li unisce senza soluzione di continuità, in un unico percorso meditativo-sensoriale. Non è solo accostamento. È pura sintesi. Curiosa e audace, certo. Ma assai meno azzardata di quanto possa sembrare.

Così scrive sul web  l’azienda Barberis.  “L’attività di yogawine che viene proposta all’interno dell’azienda non è altro che una degustazione di vini preceduta da una lezione di yoga. E nasce dalla convinzione che la magia del “qui e ora” di questa antica pratica indiana, con il suo rendere ognuno di noi maggiormente consapevole e predisposto a un più profondo ascolto di sé, amplifica la naturale propensione a recepire le sensazioni, trasformando l’assaggio in un’esperienza nuova e dal sapore quasi virginale.

Eschilo scriveva che il vino è lo specchio della mente; Pindaro, che esso eleva l’anima e i pensieri; e il re Edoardo VII, che il vino non soltanto lo si beve, ma lo si annusa, osserva e si gusta. Scoprire il vino “per quello che è”, quindi, significa predisporre il corpo e la mente a ricevere tutte le vibrazioni che questo nettare prezioso è in grado di dispensare. Attraverso la pratica dello yoga, infatti, ci si sente più leggeri, depurati e profondamente recettivi, pronti ad immergersi in un viaggio nelle intime sfumature del mondo. In questo caso, del mondo del vino.

Prima dello yogawine, ha luogo la visita ai vigneti e ai terrazzamenti, occasione per memorizzarne tutti quei dettagli che si riveleranno fondamentali nel corso dei successivi esercizi di yoga. Durante la lezione, infatti, vengono illustrati i lavoriche si svolgono in vigna durante le quattro stagioni, attraverso una narrazione che ne segue il ritmo, dalla calma della potatura all’allegria della vendemmia.

Ma c’è un segreto, dietro allo yogawine dell’Azienda Agricola Barberis che lo rende diverso da tutti gli altri. Yoga e degustazione avvengono di seguito, senza spostamenti di luogo. Al termine della lezione, si rimane sul proprio posto, davanti al quale attende un calice vuoto silenziosamente posizionato dai titolari poco prima. E allora sorprenderà scoprire come il suono generato dallo stappo della bottiglia sia diverso per tipologia di prodotto; che lo stesso versare il vino nel bicchiere produca melodie incredibilmente differenti; e come l’assaggio a occhi chiusi dia vita a una vera e propria sinfonia. Nella vita quotidiana, si è abituati a considerare un senso alla volta, senza rendersi conto dell’inevitabile disequilibrio che ne deriva. Con lo yogawine, invece, udito, olfatto, gusto, vista e tatto sono un tutt’uno armonico e perfettamente bilanciato.

Diceva William Blake: “Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo come realmente è: infinita”. Caro Blake, ti abbiamo preso in parola.”

Sanremo: adotta la tua zolla e ricevi consegnata a casa la tua verdura.

1 orto

A Bussana (fraz. di Sanremo), in Via Castelletti 41),  c’è la sede della nuova StartUp  ” www.zollamania.it“.

1. adotta la tua zolla

Adottando una zolla personale potrai scegliere se coltivarla in maniera individuale, riscoprendo il piacere  della vita trascorsa in campagna, oppure affidarla alle nostre cure, scegliendo tu quali verdure coltivare e ricevendo direttamente a casa tua i prodotti appena raccolti.

2. ricevi a casa i nostri prodotti

Dal nostro orto alla tua tavola: Zollamania risponde al tuo bisogno di prodotti freschi a chilometro zero. Contattaci per ricevere direttamente a casa tua una delle nostre confezioni di verdure miste da noi selezionate.

3. Ripristino dei terreni dei nonni

Hai un terreno che per mancanza di tempo o capacità è rimasto incolto? Pensiamo noi a rimetterlo in sesto rendendolo nuovamente produttivo. Il costo? Nemmeno un Euro, ma solo una parte del raccolto del terreno stesso.

Anche gli astici nascono con … la camicia, (qualche volta).

1 astice CarloCarlo, è il nome attribuito all’astice che  fu donato all’Acquario del Salento, dal ristorante “Corallo” di Santa Maria al Bagno. Il ristorante forse non ha voluto servire un astice monco di una chela.  Ma nell’acquario, in seguito alla muta,  ha rigenerato la sua robusta appendice multiuso. Ora verrà liberato in mare, libero e sano… Auguri, Carlo, vai presto al largo in un mare molto profondo…  !

 Altri particolari sul seguente link: http://www.leccenews24.it/attualita/lastice-carlo-torna-nel-suo-mare-libero-e-sano.htm

Fare il Robinson Crosuè su una isola deserta?

1 isolaLa kibo tours  propone di soggiornare sull’isola di Krakal, deserta, a 30 minuti di barca dal Kura Kura Resort di Menjawakan, in Indonesia, che può accogliere al massimo 8 persone.  Niente elettricità né cucina, ma candele, torce e lampade a petrolio, oltre naturalmente al necessario per un picnic sulla spiaggia. Il sito ovviamente non accenna a servizi igienici.

Anni fa volli rendermi conto e, capitato nelle Filippine mi sono fatto portare in canoa a motore a una isoletta a 1 ora da Lapu Lapu. Ma, trascorse  le prime 2 ore, il tempo di fare il giro dell’isola tutta palme, che aveva qualche capanna in legno di palma sollevata  a 5 metri da terra  e una chiesetta aperta da 15 mq. , non sono riuscito ad apprezzare la solitudine.  Forse sono inquinato dalla civiltà, ma ho preferito tornare al Resort …. .

Analoga esperienza su una isoletta corsa deserta,  dove facendo in un’ora il giro dell’intera isola, mi veniva dietro, a rispettosa distanza, un asino. Si fermava quando i fermavo e riprendeva la marcia quando lo facevo io … Divertente per un’ora…

Più che altro esperienze originali belle da raccontare, molto più che da vivere a lungo…