Da qualche anno nel sud inglese del Windsor Great Park, l’azienda Crown Estate (del principe Carlo) produce uve per vini spumanti, vinificate poi nel Sussex, con metodo Champenoise e serviti poi alla Regina nonché nei banchetti ufficiali. Sono compartecipi anche dei produttori francesi di Champagne. I dati del 2013 parlano di 2000 bottiglie, vendute intorno alle 75 Sterline su prenotazione. Siete curiosi di assaggiarlo? La casa Laithwaite che commercia l’etichetta ha appena annunciato l’apertura della prenotazione del millesimo 2014.
Vedo che sull’etichetta c’è scritto Champagne anziché Sparkling Wine. Eppure la Francia ani fa aveva vinto la battaglia affinché soltanto i vini prodotti nella Regione francese dello Champagne potessero appellarsi “Champagne”…
Annunciato il 25° anno di “Cantine Aperte”, l’appuntamento più amato che è imperativo annotarsi in anticipo per sabato 27 e domenica 28 maggio in tutta Italia: visite in vigna, in cantina etc…
Il Movimento Turismo del Vino vi raccomanda di verificare SEMPRE le date e gli orari di apertura delle Cantine Aperte 2017! Oltre a Le Calegare di Diano Castello (foto) quante saranno, secondo voi, le cantine aperte nel Ponente ligure? Ogni altro dettaglio su: http://www.movimentoturismovino.it/it/eventi/2/cantine-aperte/
L’ indagine svela che le “donne del vino” italiane hanno stipendi più bassi degli uomini, pochi figli e sono spesso vittime del sessismo. Presentata a Roma l’indagine-sondaggio che ha coinvolto produttrici, giornaliste, ristoratrici e sommelier … Il seguito con tutti i particolari sul sito: Associazione Nazionale Donne del Vino.
Due bottiglie di Champagne di marca a 30 euro? Ovvero 15 euro ciascuna? E’ la metà del suo prezzo normalmente praticato. Ecco la foto dell’offerta che ho trovato al Carrefour di Nice Langoustiere. Una buona fornitura ha … ammortizzato anche il viaggio…
Il Presidente del Consorzio Filippi Mobrici ha dichiarato “La tutela e la promozione, aiutate dai finanziamenti esistenti, sono lo strumento per incrementare la qualità assoluta e percepita della Barbera d’Asti, a loro volta precondizioni per una sua maggiore remunerazione, a partire da chi la coltiva. Per questo non possiamo che accogliere con entusiasmo il raggiungimento di quota 1 euro nella vendita delle uve destinate a Barbera d’Asti, chiarendo fin da adesso che è solo il primo passo verso una crescita che vogliamo più decisa.
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