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DIANO CASTELLO: RITORNA IL PREMIO VERMENTINO DAL 27 AL 29 AGOSTO.

Appuntamento a fine agosto: venerdì 28 e sabato 29, con un ricco programma di iniziative e la consegna della bandiera di “Uno dei Borghi più Belli d’Italia”. Previsto un gemellaggio con il Comune di Neive (Cn). La rassegna, che ha ottenuto anche il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, è aperta a tutte le aziende italiane: i vini partecipanti (obiettivo superare le 40 etichette, prime adesioni da Liguria, Sardegna, Toscana e Umbria) saranno giudicati da una commissione presieduta dal noto giornalista ed esperto Paolo Massobrio.

Tante novità per Premio Vermentino, la rassegna – a carattere nazionale – che il Comune di Diano Castello dal 1994 dedica ad uno dei vini bianchi più pregiati d’Italia, prodotto con l’omonimo vitigno.

Un vitigno che ha trovato un primo ideale terreno proprio intorno al borgo medievale, dopo un lungo viaggio che lo ha portato, secondo illustri studiosi, dal Medio Oriente alle coste tirreniche, con una decisa affermazione già nel XIV secolo. O, secondo altre fonti, è approdato sulle colline circostanti Diano Castello proveniente dalla Penisola iberica, via Francia (Corsica). Un vitigno, comunque, che predilige terreni come quelli delle valli dianesi: soleggiati, ventilati, vicini al mare, poco fertili e asciutti. Terreni che propongono sfide e impegno. Il Vermentino, meno di un mese fa, grazie ad una cantina ligure (spezzina, tra l’altro premiata nel 2019 a Diano Castello), si è aggiudicato il riconoscimento di “Miglior vino bianco d’Italia” nell’ambito del concorso, targato Vinitaly, “5 Star Wines“. Questo prestigioso risultato, unitamente alla cancellazione di molte iniziative enologiche previste nei mesi scorsi, fa decisamente crescere l’interesse intorno al Premio Vermentino 2020.

L’edizione numero 27 è fissata per venerdì 28 e sabato 29 agosto, per la prima volta su due giorni, con un ricco programma di iniziative, che sarà a breve ufficializzato. Oltre ai lavori della commissione degli esperti, alle degustazioni aperte al pubblico ed all’esposizione delle bottiglie dei produttori partecipanti, sono previste visite guidate, conferenze, punti ristoro, un mercatino di prodotti tipici, spettacoli serali, passeggiate per i sentieri della zona, iniziative in alcuni ristoranti del comprensorio (che proporranno i Dian, corzetti de.co. di Diano Marina, che prevedono il Vermentino nell’impasto) ed un gemellaggio con il Comune di Neive, nelle Langhe, una delle capitali del vino, che sarà presente con i suoi pregiati “rossi” (Barbaresco, Barbera e Dolcetto). Diano Castello e Neive sono tra l’altro accomunati da alcuni fattori: fanno parte entrambi dell’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia (sabato 29/8 è prevista la consegna ufficiale della bandiera per Diano Castello, seconda località del Golfo Dianese dopo Cervo a potersi fregiare di questo riconoscimento); hanno un aspetto insediativo molto simile, ritti su di una dominante collina; vivono la passione per la pallapugno, tanto che le due formazioni locali, Neivese e Amici del Castello, dovrebbero dar vita alla Coppa Vermentino, competizione che si è già svolta più volte in passato e che per l’occasione riprenderebbe vigore.

Nei giorni scorsi sono partiti gli inviti alle aziende vinicole della nostra regione e di altre zone d’Italia, ovvero Sardegna e Toscana, in cui la produzione di Vermentino è storicamente diffusa e solida. Si susseguono le prime  adesioni, sia dalle due riviere liguri, dalla Versilia, dalla Gallura, ma anche – per la prima volta – dall’Umbria. Quest’ultima regione rappresenta una delle nuove frontiere del Vermentino, vitigno sempre più versatile ed apprezzato.  I campioni devono pervenire entro il 7 agosto. L’obiettivo è quello di raggiungere almeno quaranta “etichette”.

A presiedere la commissione giudicatrice, composta da otto sommelier, espressi in pari numero da Ais e Fisar, sarà il noto giornalista Paolo Massobrio, uno dei maggiori esperti enogastronomici italiani.

L’evento, che si avvale della compartecipazione dell’Azienda Speciale Riviere di Liguria e della collaborazione dell’Enoteca Regionale della Liguria, è patrocinato da Ministero delle Politiche Agricole, Regione Liguria, Camera di Commercio delle Riviere di Liguria, Prefettura e Provincia di Imperia, Gal Riviera dei Fiori, Associazione Borghi più Belli d’Italia e Associazione Nazionale Città dell’Olio.

Titolare dell’evento è il Comune di Diano Castello, il cui sindaco e il suo vice, Romano Damonte e Massimo Calcagno, sono molto orgogliosi di questa storica rassegna, di gran lunga la più longeva tra quelle dedicate a questo vitigno. Il regolamento e il modulo per l’adesione dei produttori sono disponibili sul sito www.premiovermentino.it. Il Premio Vermentino, la cui organizzazione è stata affidata all’agenzia Immedia di Carlo Ferraro, è anche sui social: aperta anche la pagina Facebook, che sarà man mano arricchita di contenuti.

I vini che vengono dal ghiaccio- Passiti con aromi eccezionali

“I Vini del Ghiaccio sono quelli ottenuti in aree caratterizzate da un clima freddo e continentale. Sono dolci come i migliori passiti, ma hanno una piacevole nota di acidità che ricorda la frutta, con sensazione durature definite “paradisiache” da qualche esperto.

Le uve degli “Ice Wines” restano in vigna sino a quando la temperatura non giunge a meno 7-10 gradi verso le 4 del mattino). La vendemmia sovente viene fatta manualmente la notte alla luce di fotoelettriche). Nei grappoli si verifica un parziale congelamento della frazione acquosa e il succo zuccherino diventa altamente concentrato. Gli esperti dicono: “Se l’uva è come una pallina di vetro quando cade nel secchiello, la qualità sarà buona. Se sembra una pallina di neve, si teme per la qualità”. In alcuni casi il congelamento delle uve può avvenire in maniera artificiale  (crioestrazione), processo tuttavia vietato dai disciplinari dei principali paesi produttori.

Le uve per “icewines” subiscono anche l’azione della “botrytis cinerea” , che sviluppa caratteristiche altrimenti non presenti nell’acino, favorendo la presenza di aromi particolari come, ad esempio, quello di tabacco.  La “botrytis cinerea” è un fungo parassita che attacca molte varietà di piante, tra cui la vite. Viene anche chiamata “muffa grigia” o “muffa nobile” perché aiuta a sottrarre umidità dall’ uva e concentrare gli aromi.”  Questo il parere di Renzo Pellati (*) . Secondo altre fonti, invece, a differenza dei  Sauternes e Tokaji, le uve per Vino di Ghiaccio non devono essere influenzate da Botrytis cinerea, o almeno non in misura eccessiva perché solo uve sane si manterrebbero adatte sino alla vendemmia a generare vino da ghiaccio in “pulito”.

In ogni caso, i vini del ghiaccio, con gradazione da 11-13 C sono ricchi di aromi di frutta tropicale fresca,litchi, papaya, mango, ma anche pesca, albicocca, miele. Sono indicati per dessert non particolarmente dolci come la pasticceria secca, il foie gras e i formaggi erborinati. Serviti a 10-12 gradi, meglio se  in bicchieri da passito a “punta di diamante”  per valorizzarne meglio il bouquet.

La storia dice che il primo vino del ghiaccio nacque in Germania nel 1794 in Franconia a Wurzburg, sede delle seicentesche cantine del principe vescovo, la cui storia enologica è documentata dal 1128. I contadini disperati nel vedere distrutto il raccolto, decisero di pigiare ugualmente le uve. Ne ricavarono sorprendentemente un mosto concentrato e inebriante, un vero nettare. Ancora oggi le maggiore area di produzione si trovano lungo la Mosella,  in Austria nel Burgerland, al confine dell’Ungheria, in Alsazia. Attualmente il Canada è il primo produttore del mondo: la sua produzione equivale a quella di tutta Europa. In Italia abbiamo vini del ghiaccio nella ventilata Val d’Arda, nel Piacentino, a Morgex ai piedi del Monte Bianco in Val Tinella, a Teniglie (CN), a Termeno(BZ) e soprattutto a Chiomonte in Val di Susa. In questa località ci sono i vigneti più alti d’Europa. Per completezza di informazione va rilevato che accenni storici alle uve che permanevano sui tralci fino a novembre sono presenti già in Marziale e in Plinio.

(*) Autore de “La Storia di quel che mangiamo” Ed. Daniela Piazza.  

Vendevano Mosti per produrre casa vini DOC.

La Cassazione chiude il caso “Wine Kit”: confermata la sentenza di condanna.

I mosti di UVE di Vini DOC venivano venduti a compratori desiderosi di prodursi vino in casa. Lo chiamarono “Wine Kit”. Nel 2016 il Tribunale di Reggio Emilia assolse i venditori nel 2016, l’Appello li condannò e la Cassazione ha ora convalidato, confermando appieno l’illecito.  Il Presidente Federdoc Riccardo Ricci ha esultato per la conclusione.

Finalmente Nasce un Consorzio per la tutela di alcuni vini del Levante Ligure…..

credito foto: Italiaatavola

E’ appena nato, nell’area archeologica di Luni (SP), il Consorzio per la tutela dei vini Dop e Igp Colli di Luni, Cinque Terre, Colline di Levanto e Liguria di Levante. Raggruppa 61 aziende vitivinicole, 498 etichette così ripartite: 310 etichette dei Colli di Luni, 93 della Liguria di Levante, 73 delle Cinque Terre e 19 delle Colline di Levanto. Il Consorzio avrà sede al PALLODOLA di Sarzana, e si propone, tra l’altro di collaborare con la Enoteca Regionale della Liguria

 

Quanto conta il vino al ristorante… in Francia? A Tavoli Io vedo sempre più acqua san Pellegrino.

. L’indagine Opinion Way for Wine ci dice che l’85% dei francesi ritiene che la qualità del vino svolga un ruolo importante nel garantire il successo di un pasto in un ristorante, ma che la mancanza di consigli sia un ostacolo al consumo.

Il vino è fondamentale per l’esperienza del ristorante. 81% dei francesi beve vino (prima della birra 72% e liquori 70%) e il 42% ha un consumo settimanale. Tra i prodotti vinili francesi, il 96% lo consuma nei ristoranti e in tutti i tipi di ristoranti.  L’85% dei francesi ritiene che la qualità del vino svolga

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