Il bicarbonato di sodio è un eccellente prodotto anche per testare semplicemente il vino… Il link è il seguente: https://www.santeplusmag.com/pourquoi-ajouter-du-bicarbonate-de-soude-au-vin-une-astuce-peu-connue-mais-tres-utile-vie-pratique-autres-000016217/
Si tratta di un riepilogo di Civiltà del Bere, nel quale manca la guida de L’Espresso non ancora uscita all’epoca di redazione dell’articolo. Non c’è alcun vino bianco ligure nell’elenco dei TOP. Colgo l’occasione per segnalare che l’abbonamento on line al pregevole magazine costa soltanto 20 euro.
“Ricevo telefonate ogni mese per chiedermi se sto vendendo la mia tenuta”, ha detto un enologo provenzale alla Revue du Vin de France, all’inizio dell’anno. “Non è l’unico in quanto la corsa in Provenza è molto reale! All’inizio di marzo, il gruppo Pernod Ricard ha annunciato l’acquisizione di una partecipazione di maggioranza in Château Sainte-Marguerite, una crescita classificata di 168 ettari in côtes de Provence. La somma di 148 milioni di euro circola con insistenza, ovvero quasi un milione per ettaro! Sempre in AOC Côtes de Provence, Michel Reybier, fondatore del gruppo Aoste che è diventato proprietario di Château Cos d’Estournel (Saint-Estèphe), ha acquistato Château La Mascaronne nel 2020. Sul lato Baux-de-Provence, la tenuta Dalmeran è appena passata sotto il controllo di Julie de Germay de Cirfontaine, nata Bouygues, e suo marito Nicolas. Un’operazione gestita dal consulente immobiliare indipendente Tusker e dai team di Grégoire Palluy”. Si allunga la lista delle proprietà del sud est francese che hanno cambiato proprietario in questi venti ultimi anni: il 30 % secondo certi esperti…” Così scrive la Revue du Vin de France.
Mentre si allunga anche la lista dei produttori che sono usciti dalla denominazione SAINT EMILION: dopo gli augusti Ausone, Cheval Blanc e Angelus, ora anche La Gaffière è uscito…
Le Clos de la Charité, sull’isola di Saint Honorat. Ogni pianta vite è “adottata” da un benefattore e il suo vino viene battuto ad una asta di beneficenza… .
Su BuongiornoGourmet, ho già scritto dei Monaci Cistercesi dell’isola di Saint Honorat davanti a Cannes. Nell’ultimo numero della Revue du Vin De France c’è un bell’articolo di riconoscimento verso il monaco Marie Pâques Galabru, da decenni una delle figure di spicco che ha migliorato notevolmente i vigneti. Essi, solo trent’anni orsono, producevano vini più che normali, ma ormai risultano invece assai qualificati e riconosciuti nel mondo intero. Cantiniere, ristoratore e viticoltore, ha partecipando attivamente alla creazione del “Clos de la Charité” e all’organizzazione dell’asta annuale di beneficenza dei vini dell’appezzamento. Meno di una decina di anni fa gli fu dedicata una intera pagina sul New York Times, anche grazie all’opera dell’instancabile Pascal Loddo di Classe 21, fu dedicata alla comunità delle Isole di Lerins. Oggi il Frère Marie Paques si trova nel Pays d’Oc dell’Hérault: in un ambiente preservato, lavora dal 2016 con la sua associazione Les Compagnons du Sens alla riabilitazione del sito architettonico della cappella romanica Notre-Dame-de-Nize de Lunas, dedicata alla Natività della Vergine, e alla valorizzazione della Fontana degli Occhi, le cui acque sono ancora oggetto di devozione popolare. Per altre notizie il link è :
La Revue du Vin de France organizza , in un luogo insolito a Parigi, un concerto condiviso tra grande musica e grande vino , per assaporare la musica bevendo ottimi champagne, con storia raccontata sia dal musicista che dall’enologo. Succede al magnifico Atelier Lardeur di Parigi, con il pianista Bruno Fontaine; si ripercorrerà la storia dei grandi autori e compositori francesi dell’inizio del secolo scorso (Debussy, Satie, Fauré, ecc…) e le degustazione si riveleranno al ritmo delle musiche con 4 cuvées di Champagne Charles Heidsieck: Brut Réserve, Rose Réserve, Blanc de Blancs, Blanc des Millenaires 2006 – Prezzo: 85 euro a persona. Ci sarà spazio anche in Italia per iniziative del genere?
Rassegna stampa e web, dritte e zibaldone per bucche sernue