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Il disastro occupazionale nella ristorazione… Meno 243 mila posti di lavoro

Secondo Fipe-Confcommercio, il settore dei pubblici esercizi ha pagato un conto salatissimo in termini occupazionali: nel 2020 persi 243mila posti di lavoro. Tra i più colpiti i giovani (7 su 10 sono under 40) e gli stagionali. «Le nostre peggiori previsioni si sono avverate. Dopo 160 giorni di chiusura speriamo che questo sia l’ultimo sforzo»

Il seguito sul seguente link: Cuochi, camerieri e barman. Il virus fa crollare l’occupazione – Italia a Tavola

Per il cliente raffinato La sala ha importanza quanto la cucina. Fa la differenza ed è fondamentale nella decisione di tornare o meno in un locale.

“Il cameriere è una figura che, dagli anni ’50 dove l’istruzione per svolgere questo lavoro era considerata come sufficiente e le qualità principali erano gentilezza di animo e cortesia dei modi, pulizia del corpo e prontezza di mente, disciplina ed onestà, calma e tolleranza, oggi vede la cultura come un valore estremamente importante per gestire gli ospiti di una sala. Forse il sistema formativo non ha ancora capito l’importanza di tutto ciò e non fa nulla per elevare la figura del cameriere tra le professioni ambite.
Ha ragione Théophile Pourriat nella sua affermazione ma per poter trasmettere il significato autentico di un prodotto o di un piatto occorrono solide basi di storia, geografia, grandi doti di umanità che solo attraverso la cultura si possono far proprie.
Occorre ripensare il significato dell’atto di ricevere, sono cambiati i clienti dei ristoranti e cambieranno ancor di più nel nuovo ordine sociale del post-pandemia, vogliono conoscere il territorio, i prodotti, non gli interessa più la modalità tecnica del servizio ma l’umanità nei rapporti”

E’ un brano dell’articolo di Luigi Franchi su SALA e CUCINA appena pubblicato. Il link è il seguente: Non solo tecnica in sala ma rapporti umani (salaecucina.it)

Al ristorante: che bello degustare vini alla cieca!

credito foto: Chiara Argioleo
  • Marco Pelletier, del ristorante Vantre (Parigi), ha ricevuto il premio dalla Revue du Vin de France per la carta dei vini dell’anno 2021 (7 mila bottiglie in cantina). Alla RVF Marco ha dichiarato: “Vogliamo lavorare sul passaparola. Le persone vengono qui e, divertendosi con noi, diventano nostri membri, partner, ambasciatori. Naturalmente, se un cliente non vuole parlare per un’ora di vino, lo lasceremo in pace. Se invece ha piacere, passeremo la serata con lui, apriremo bottiglie e ci divertiremo. ” Quasi il 50% dei clienti assaggia vini alla cieca, perché si può essere colpito da un vino inaspettato o anche delusi da una grande etichetta. Al mezzodì, da Vantre, il menu è di 21 euro con antipasto, piatto e dessert. Cambia ogni giorno. La sera si cena alla carta.

La notizia completa è sul seguente link: Au restaurant parisien Vantre, le patron aime faire goûter les vins à l’aveugle – La Revue du vin de France (larvf.com)

FIPE: aprire i ristoranti fino alle 22 almeno nelle zone gialle !

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Così Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi. “La riapertura serale, almeno nelle zone gialle, dei pubblici esercizi in grado di garantire il servizio al tavolo non è più rinviabile. È significativo che anche l’Anci, e dunque i sindaci di tutta Italia, si sia detta favorevole a un allentamento delle restrizioni nei confronti di bar e ristoranti. 

Sta crescendo la consapevolezza che è più facile far rispettare le misure di distanziamento e di sicurezza sanitaria all’interno di un locale, piuttosto che nelle piazze e nelle strade dove le persone finiscono per assembrarsi senza alcuna precauzione. Ci auguriamo che il primo Dpcm del nuovo governo segni un cambio di passo nelle politiche di mitigazione del contagio da covid19, che da troppo tempo stanno penalizzando solo alcune categorie caricandole di responsabilità che non gli spettano”.

“Da un anno – prosegue la Federazione – portiamo avanti la battaglia a difesa della dignità di centinaia di migliaia di imprese che non possono essere aperte o chiuse con un’ordinanza pubblicata nella notte e valida dalla mattina successiva. Occorre rispetto per il lavoro di oltre un milione di persone e per un’intera filiera che proprio in bar e ristoranti ha un fondamentale punto di riferimento. Chiediamo ai nostri imprenditori di applicare con rigore i protocolli sanitari e chiediamo alle Istituzioni controlli a tappeto perché tutti li rispettino. Tutto questo per consentirci di poter riaprire anche alla sera, fino alle 22, in zona gialla e fino alle 18 in zona arancione. E visto che i contagi si stanno diffondendo a macchia di leopardo sul territorio, con piccoli focolai e città pressoché immuni, chiediamo che le aperture possano essere regolate anche su base locale, di modo che le misure restrittive siano efficaci e selettive”.