Dai fasti di Gualtiero Marchesi, l’alta cucina italiana è scivolata nella triste ristorazione modaiola di oggi, fatta di poco talento e tante inutili raffinatezze, di eleganti banalità e di ostinate follie che stanno provando a uccidere i sapori e il gusto della buona tavola.
‘Non c’è più gusto’ (Minerva Edizioni, 158 pagine, 16,90 €) è il nuovo libro di Mauro Bassini, giornalista di lungo corso, da una vita appassionato di buona cucina. Con storie di cuochi da amare o da evitare, con interviste e aneddoti a volte paradossali, l’autore cerca di analizzare le cause e i rimedi di questo tentato suicidio della grande cucina tricolore.
Numerosi gli imputati: gli chef che hanno dimenticato i sapori in nome dell’estetica, i critici gastronomici ormai incapaci di distinguere tra informazione e pubblicità, i conflitti d’interesse di grandi e piccole guide gastronomiche, le scuole professionali non sempre utili a valorizzare i giovani che spesso vengono illusi e ingannati dalla spettacolarizzazione televisiva del mestiere di cuoco. Un’ampia intervista inedita a Edoardo Raspelli apre il libro ed aiuta a inquadrare, con competenza e ironia, il tema del volume.
È un libro che diverte e fa riflettere, anche sulle possibili vie d’uscita da una crisi che sta massacrando la nostra migliore ristorazione.
Il libro, presentato martedì 17 dicembre al Grand Hôtel Majestic giá Baglioni a Bologna, con l’autore, il critico gastronomico Edoardo Raspelli e il giornalista Giuseppe Tassi. “Sono 158 pagine di un capolavoro di critica gastronomica”-dice il conduttore de L’ ITALIA CHE MI PIACE… IN VIAGGIO CON RASPELLI”.
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E’ mancato Michel Guerard, l’ultimo chef fondatore della Nuovelle Cuisine. Cos’è rimasto oggi di quella scuola? Moltissimo!
E” mancato l’altro giorno MICHEL GUERARD, l’ultimo dei grandi cuochi del filone della Nouvelle Cuisine. Negli anni Settanta la Nouvelle cuisine ha cambiato il nostro modo di mangiare. Anche se nessuno sembra capirlo. Il sito de Il Gambero Rosso fa meritoriamente un po’ di storia della cucina che ha cambiato il mondo della ristorazione, confronta la cucina con lo spirito dei tempi che condannava a morte i vecchi riti e ricette. Nacque il seguente Manifesto della Nouvelle Cuisine, molto praticato ancora oggi, ma che purtroppo è spesso soltanto in parte scimmiottato come alibi per servire quantità da fame a prezzi da principi:
- Non cuocerai troppo
- Utilizzerai prodotti freschi e di qualità
- Alleggerirai il tuo menù
- Non sarai sistematicamente modernista
- Ricercherai tuttavia il contributo di nuove tecniche
- Eviterai marinate, frollature, fermentazioni, ecc.
- Eliminerai le salse e i sughi ricchi.
- Non ignorerai la dietetica.
- Non truccherai la presentazione dei tuoi piatti
Il link per l’articolo completo e le foto è il seguente:
Agriturismi si o agriturismi no?
credito foto: alamy
… luoghi di campagna più o meno ameni che in molti casi tirano fuori pranzi precotti e salumi e formaggi dozzinali. E gli avventori sono contenti così perché mangiano tanto e spendono poco. Un interessante ricerca di CiboToDay: il link è il seguente:
Ristoranti con forte affluenza: sempre più razionalizzati, ma sempre meno umani
credito foto: Gambero Rosso
“Pete Wells, critico gastronomico del New York Times si concentra sull’avanzata delle tecnologie touch screen e a prova di click nei ristoranti. Di recente infatti, negli Stati Uniti, una nota app ha introdotto un nuovo metodo di pagamento all’interno dei locali: basta effettuare il check-in all’arrivo, selezionare il metodo di pagamento e la percentuale di mancia, poi godersi il pasto. Al termine, semplicemente ci si alza e si esce, senza dover chiedere il conto. Se da un lato questo accelera l’esperienza al ristorante, riduce momenti di imbarazzo tra il cliente e il personale (succede, ad esempio, quando ci viene detto che non c’è posto per prenotare) e le discussioni su chi paga il conto, dall’altro solleva preoccupazioni su come la tecnologia stia spogliando i ristoranti della loro umanità.” Così scrive il Gambero Rosso e, poiché sappiamo che ciò che avviene all’estero prima o poi succederà anche in Italia, ritengo di segnalare l’interessante intero articolo che troverete su seguente link:
Gli chef stellati? Basta fare mensa con i menu obbligatori: si mantenga la possibilità di scegliere alla carta! Lo ripete ogni tanto anche il mitico Cipriani
credito foto: Il Gazzettino
Lo scrive Antonella di Lorenzo sul sito de Il Gambero Rosso: “Arrigo Cipriani , “95 anni, inossidabile “re dell’Harry’s Bar non le manda a dire: gli chef stellati non hanno lunga vita. Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera sentenzia: «Si estingueranno da soli, come i dinosauri». Secondo Cipriani i cuochi delle cucine fine dining «producono sapori artificiali, che non conosci, non ricordi e a cui non ti affezioni». Quindi “no” alla dittatura dei cuochi che, a sua detta, «vogliono farti mangiare quel che decidono loro». L’imprenditore scende ancora nei dettagli e porta in luce un aspetto che riguarda l’approccio di alcuni chef al ristorante: «Prendi il menu degustazione e ti pare che lo chef ti stia fissando. Ti senti sotto esame: non sei tu che giudichi lui; è lui che giudica te».”
L’intero articolo è sul seguente link: