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Il link con molti dettagli è il seguente: https://www.lhotellerie-restauration.fr/actualite/pourboires-prolongation-du-dispositif-d-exoneration-en-2025
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E’ iniziativa di FIPE, CONFCOMMERCIO e Vite in Riviera per fronteggiare simpaticamente il calo degli ordinativi di vino al tavolo dei ristoranti, conseguente ai recenti inasprimenti delle sanzioni stradali …
Dai fasti di Gualtiero Marchesi, l’alta cucina italiana è scivolata nella triste ristorazione modaiola di oggi, fatta di poco talento e tante inutili raffinatezze, di eleganti banalità e di ostinate follie che stanno provando a uccidere i sapori e il gusto della buona tavola.
‘Non c’è più gusto’ (Minerva Edizioni, 158 pagine, 16,90 €) è il nuovo libro di Mauro Bassini, giornalista di lungo corso, da una vita appassionato di buona cucina. Con storie di cuochi da amare o da evitare, con interviste e aneddoti a volte paradossali, l’autore cerca di analizzare le cause e i rimedi di questo tentato suicidio della grande cucina tricolore.
Numerosi gli imputati: gli chef che hanno dimenticato i sapori in nome dell’estetica, i critici gastronomici ormai incapaci di distinguere tra informazione e pubblicità, i conflitti d’interesse di grandi e piccole guide gastronomiche, le scuole professionali non sempre utili a valorizzare i giovani che spesso vengono illusi e ingannati dalla spettacolarizzazione televisiva del mestiere di cuoco. Un’ampia intervista inedita a Edoardo Raspelli apre il libro ed aiuta a inquadrare, con competenza e ironia, il tema del volume.
È un libro che diverte e fa riflettere, anche sulle possibili vie d’uscita da una crisi che sta massacrando la nostra migliore ristorazione.
Il libro, presentato martedì 17 dicembre al Grand Hôtel Majestic giá Baglioni a Bologna, con l’autore, il critico gastronomico Edoardo Raspelli e il giornalista Giuseppe Tassi. “Sono 158 pagine di un capolavoro di critica gastronomica”-dice il conduttore de L’ ITALIA CHE MI PIACE… IN VIAGGIO CON RASPELLI”.
E” mancato l’altro giorno MICHEL GUERARD, l’ultimo dei grandi cuochi del filone della Nouvelle Cuisine. Negli anni Settanta la Nouvelle cuisine ha cambiato il nostro modo di mangiare. Anche se nessuno sembra capirlo. Il sito de Il Gambero Rosso fa meritoriamente un po’ di storia della cucina che ha cambiato il mondo della ristorazione, confronta la cucina con lo spirito dei tempi che condannava a morte i vecchi riti e ricette. Nacque il seguente Manifesto della Nouvelle Cuisine, molto praticato ancora oggi, ma che purtroppo è spesso soltanto in parte scimmiottato come alibi per servire quantità da fame a prezzi da principi:
Il link per l’articolo completo e le foto è il seguente:
credito foto: alamy
… luoghi di campagna più o meno ameni che in molti casi tirano fuori pranzi precotti e salumi e formaggi dozzinali. E gli avventori sono contenti così perché mangiano tanto e spendono poco. Un interessante ricerca di CiboToDay: il link è il seguente: