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Critici si, critici no: le regole essenziali.

lsdfns                Louis de Funes nel film: L’ala e la coscia” (credito foto:7detable.com)

Agire in incognito, riferire la verità, catturare l’attenzione del lettore con uno stile brillante: sono queste le 3 regole del codice Raspelli di Edoardo Raspelli, ritenuto il più celebre critico gastronomico italiano. In quanti seguono questi precetti? A giudicare lo stato della critica italiana, nessuno. Complici i social media che hanno sfalsato l’immagine del critico (eno)gastronomico, a cui non importa nulla del lettore che resta per lo più uno sconosciuto, questa professione è recepita dalla maggior parte delle persone come un hobby che chiunque può svolgere. Ma è davvero così? Naturalmente no, esiste una formazione idonea per chi vuole intraprendere la carriera di critico. Un buon punto di partenza è una base, in prevalenza, umanistica a cui si affianca una preparazione di tipo giornalistico per capire come modulare il linguaggio e la scrittura a seconda del media utilizzato. Importante è non dare per scontato che chi si occupa di vino sia capace di scrivere di cucina, perché non è così. Si fa presto a considerare originale l’idea di un cuoco se non si hanno gli strumenti adatti a capire che quel piatto non è una novità ma arriva da un mondo lontano e lo chef l’ha solo copiata. Ultimo, ma non meno importante, non è sufficiente credere che avere in tasca una lista di 50 ristoranti eccellenti in cui si è pranzato o cenato faccia di noi degli esperti.”

E’ uno stralcio dell’articolo pubblicato su Agrodolce che comprende anche altri paragrafi: .Cos’è davvero il food sociale, Cosa si nasconde dietro le quinte della ristorazione, Cosa non va nel social food,  La presenza delle mafie nella ristorazione.

Per consultarli il link è il seguente: http://www.agrodolce.it/2017/06/27/5-cose-che-ho-imparato-da-doof-con-visintin/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter:+Agrodolce&utm_content=magazine-e-attualita-4-28-06-2017

La Guide Ganthié cessa le pubblicazioni

 

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A 70 anni Jacques Ganthié ha deciso di cessare la pubblicazione della sua Guide Ganthié. Proseguirà con una rubrica al venerdì sull’allegato di Nice Matin e su un suo BLOG di a partire da fine estate. E’ una notizia negativa per il mondo delle guide, perché Ganthié  la editava da decenni ed era molto consultata. Alle centinaia di persone che ogni anno erano invitate alle presentazioni della Guida mancherà anche quella bella festa a tutto Champagne, l’ultima nel 2016  al Montecarlo Bay. Ho lavorato una ventina di anni fa con Ganthié per una pubblicazione fatta al 50% da lui e 50% da me e poi tradotta sia in italiano che in francese ed ho il ricordo di un bel personaggio. Potrebbe però portare buona linfa al mondo dei blog…

Ecco i migliori 100 ristoranti CLASSICI del mondo aperti da almeno 25 anni.

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Non è detto che fare cucina classica corrisponda a eseguirla come si deve. Dei 21 che conosco io, ce n’è qualcuno che fa dei classici ma non buoni come li faceva una volta, e anche due che non mi pare siano aperti ininterrottamente da  25 anni… In ogni modo Steve Plotnicki del network Oad – Opinionated About Dining,  fondato nel 2004, ha dichiarato: “Una delle ragioni per cui ho fondato OAD è stata proprio perché sentivo che le altre guide gastronomiche facevano un disservizio ai loro utenti nel non distinguere tra ristoranti tradizionali e innovativi. …omississ…  è un modo per onorare gli chef e ristoranti la cui cucina è rimasta stilisticamente coerente negli ultimi venticinque anni, al contempo mantenendo un impegno a lungo termine per l’eccellenza”. 

Ho evidenziato in rosso gli italiani e quelli vicini al confine italiano. Continua la lettura di Ecco i migliori 100 ristoranti CLASSICI del mondo aperti da almeno 25 anni.