La stradina fine ottocento sale e ghirigora tra parchi e ville della Alassio che fu …degli Inglesi, qualche proprietà è ancora oggi di proprietà di note “Star”, che vengono qui proprio per rifuggire i Gossip mediatici. A Solva il ristorante ha un provvidenziale spazio parcheggio per l’auto. Un piccolo viottolo “agreste e nature” conduce alla porticina che apre sulla bella veranda dai cannicci bianchi, lampade a soffitto in stoffa, sedie “careghe” con cuscino, una fiammella a ogni tavolo, gerani a bordo vetrate e l’immancabile pergolato sul patio aperto, con sottofondo musicale un po’ monocorde e un po’ “gnaragnaoroso” ma “basso”. Il patron è annidato in un “fortino” a lato dell’ingresso dal quale parrebbe non vedere i tavoli, ma la brava regista di sala è la figliola gentile, sorridente e disponibile, assecondata da personale che se necessario “sa far per tre”: bravissima Charlotte! Parliamo di cibo. La crudité di verdure in pinzimonio e salsine (€ 13) non ha più la ricchezza di quella che fece la celebrità e la fortuna del locale nel secolo scorso, ma Continua la lettura di Ristorante La Vigna Alassio→
E’ la stagione delle vallate verdissime, non ancora riarse delle calure estive, con strade ancora calme in attesa dei turisti e visitatori dei mesi di luglio e agosto. Mesi però in cui questo ristorante, che in bassa stagione accende i fornelli solo nei fine settimana, apre invece tutte le sere (ma è meglio telefonare per prenotare). Il locale, senza insegna, ha pochi tavoli, tappezzeria rosa antico carico, illuminazione soft, arredi d’epoca piacevolmente eterogenei, poltrone comode, tovagliette di cotone, mise en place dignitose, con qualche civetteria (argenterie, accessori, impaginazione carta cibi/vini tutto richiama epoche passate). Ecco la carta: Continua la lettura di Il ristorante: Santi Poeti e Navigatori.→
Ho provato il ristorante: l’incredibile sito meriterebbe un biglietto d’ingresso soltanto per mettervi piede. Invece c’è anche un servizio bar che lo rende accessibile senza “paura”.
l’incredibile location
la notte
la carta
Continuiamo. Per darvi un flash, ma preciso, eccone una classifica da 1 a 20.
Location: 20/ventesimi: si tratta di uno stabilimento di un secolo addietro, ristrutturato e riattato con prudenza dal giovane ma bravo architetto Yann Priout di Mandelieu.
Sempre in fatto di location, c’è la possibilità di prenotare all’antistante nuovo Hotel 29 (ex Maison du Seminaire) Tel.0493 893957 che applica prezzi moderatissimi.
Accoglienza: 15/ventesimi: c’è anche il voiturier che vi parcheggia l’auto togliendovi dai guai. L’accoglienza è poi disponibile e gentilissima.
Servizio: 14 ventesimi :pratico e veloce: certo hanno molto da fare ma se la cavano egregiamente:
Cucina: 12/ ventesimi: non hanno puntato su una cucina da “mirabolanti trapezisti” fatta per stupire (a prezzi conseguenti). Troverete invece una cucina classica accettabile. Nello Staff c’è anche Chiara Bianchi, una italiana facente parte degli 11 Toque Brulé de Nice. Consiglio i suoi spaghetti e anche il filet de boeuf Normande.
Carta vini: 12/ventesimi: un po’ cara negli Champagne; tra gli altri vini il primo prezzo è a 24 euro e sono più d’uno quelli che costano meno di 30 euro..
Conto: 15/ventesimi: metter piede in un sito come questo potrebbe anche esser molto più costoso. Ma hanno preferito aver molti clienti piuttosto che fare un locale TOP con il rischio di rattristarsi con il semivuoto … I prezzi sono indicati sulla carta che è qui sopra fotografata per voi, carissime “Bucche Sernue”: Contente?
Altri dettagli su La Riviera che sarà in edicola al 2 luglio prossimo.
BALZI ROSSI – Ventimiglia – Via Balzi Rossi 2 oppure Via De Gasperi 2 – Tel. 0184 38132
Dalla seconda metà del secolo scorso Donna Giuseppina Beglia (e la sua bella famiglia) s’è fatta grandissimo onore e ha dato celebrità al sito, portandolo ed essere tra i primi ristoranti d’Italia (non solo… geograficamente!). Ora il locale è stato ceduto e i nuovi titolari, vinte le consuete complicazioni burosauriche e le artigianali “tribolazioni” d’uso in cinque mesi di ristrutturazioni e rinnovamenti, hanno finalmente riaperto, martedì 19 maggio. Ed eccomi pronto per i quattro lettori che da me vorrebbero solo novità (e sempre buone).
Il Balzi Rossi, fermo l’impareggiabile charme della terrazza surplombante il mare (attenzione che non vi caschino le chiavi dell’auto), ha un interno decisamente diverso dal precedente. Superate le due piante in vaso del salottino d’ingresso e il guardaroba ancora parquettati, ovunque regna il color bianco panna e un candidore d’insieme da immacolato microcosmo. Nel Nirvana di luce, se così posso esprimermi, le finestre senza tendaggi paiono voler volatilizzare le pareti per aprire gli sguardi oltre, verso il mare, al curvo orizzonte” e alla bella baia della splendente Menton.
I pavimenti sono lucidissimi e senza tappeti, nessun quadro è alle pareti (tranne una bella gigantografia dei Balzi Rossi d’anteguerra), i tavoli sono grandi, molti circolari con tovaglie senza pieghe (ovvero ristirate al tavolo) e ben distanziati, le poltrone imbottite sono comode e, essendo prive di braccioli, non “appesantiscono” l’arredo della sala; una rassicurante grande peonia immacolata ad ogni tavolo rifinisce la sensazione d’insieme di buon gusto e preziosità.
Il servizio è assicurato dal maitre PASQUALE MARZANO e tre addetti, Mario Apuzzo , Edoardo e Antonella (in giacca mod. Chanel), già salde “colonne” della precedente gestione (che assicurano continuità ai “vezzi” dei “fedeli” che da decenni siedono rispettosi e compunti a questi tavoli. E’ un servizio attento, puntuale, capace, che però non “incombe” minimamente e vi lascia in pace, salvo trovarveli al tavolo nel momento giusto del rimpiazzo del pane (quattro tipi), del rabbocco
del bicchiere etc …
Il menu degustazione del reputatissimo RAFFAELE D’ADDIO prevede, dopo l’amuse bouche, due antipasti, un primo, un secondo e un dessert. Nel mio caso dei TOTANETTI su crema di piccoli pisellini, riso selvatico soffiato e cipolla rossa all’agro. Poi il PEPERONE IMBOTTITO, arrostito sbucciato, con pistacchio e mozzarella di bufala, crema di patate e olio ai capperi. Questo non è ovviamente un locale da “pastasciuttari”, per cui non sono le grandi quantità che caratterizzano il successivo GRANO E MARE, pasta mista di Gragnano con frutti di mare ma, ovviamente le precisioni di cottura e l’indovinato accostamento, pulitissimo nei sapori ancora ben distinti tra loro. Il FILETTO DI BACCALA’ con zucchine trombette alla “scapece” e maionese di barbabietola oppure, assaggiato dalla mia commensale, il TRANCIO DI PESCATO con crema di topinambur insalatina di fagiolini e cipollotto all’agro, sono due secondi dove la moderazione ha trattenuto la mano del cuoco campano, verso sapori più delicati. Al dolce la zuppa di Cantalupo con cialda al cocco e gelato alla liquirizia. Fin qui il menu a 70 euro.
Per i nostalgici e i Liguri “di ceppo”, sono anche offerti dei piatti di Giuseppina Beglia: la lasagnetta al pesto e i ravioli di coniglio. Volendo cenare alla carta, gli antipasti sono cinque e costano dai 20 ai 45 euro; i primi cinque dai 25 ai 35 euro, i secondi cinque dai 30 ai 40 euro; i dolci cinque da 12 ai 15 euro. Pertanto per un pasto completo di quattro portate si spende da un minimo di 87 euro a un max di 135 euro. Ma sono ormai pochi gli stomaci “virili” assuefatti a queste pratiche gourmettare un po’ desuete.
In cantina coabitano vini “grandi” e “piccoli”, ma solo di etichette reputate. La carta elenca 150 vini, 65 dei quali non superano i 50 euro e molti rientrano nei 25-30 euro. C’è un piccolo universo di bottiglie normali, magnum ecc… adatto a ogni esigenza e/o tentazione anche diabolica, ovvero: 10 spumanti italiani da 25 a 110 euro, 21 Champagnes da 70 a 700 euro; 45 bianchi italiani da 22 a 90 euro; 19 bianchi stranieri da 35 a 500 euro; 9 rosati italiani e stranieri da 20 a 120 euro; 23 rossi italiani da 25 a 700 euro; 15 rossi stranieri dai 35 ai 5.400 euro e, infine 8 vini dolci e liquorosi da 25 a 550 euro. I ricarichi, rispetto all’ importanza delle etichette, sono in linea con l’insieme.
La bandiera della buona ristorazione italiana non è quindi stata ammainata, anzi la nuova splende di vivaci colori e caratteri partenopei; dunque, lasciate l’auto al park e, per dirla come i “cugini” francesi, prendete il vostro tempo per godervi questo paradiso di lusso, calma e voluttà!
il vostro tavolo sulle onde
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