Elsa , il ristorante completamente biologico e certificato MSC del Monte-Carlo Beach , accoglie tra le sue fila la nuova chef Mélanie Serre . Avendo già aperto il suo ristorante a Parigi, Serre considera questa nuova avventura una sfida più personale. La professionista è incentrata sulla valorizzazione degli ingredienti e della gastronomia locali, che introdurrà nell’eleganza informale dell’imbattibile locale a picco sul mare (assolutamente da preferire all’aperto). Date una occhiata sul web…
Pietra Ligure – VECCHIO CUOCO-Via N. Regina 20 – Tel. 019 20 77 146
Il navigatore sentenzia “destinazione raggiunta” sull’impossibile cavalcavia con scaletta che scende al borgo. Ignoratelo e parcheggiate nel centro del lungomare alle spalle della basilica di San Nicolò, oppure nei pressi dell’antico passaggio a livello, che “tiene duro” da fine ‘800… . Il ristorante si raggiunge facilmente con una passeggiatina a piedi in un contesto calmo, ordinato e gradevolissimo.
Franco Garabello, nel settore alberghiero dal 1968 e ristoratore dal 1985, ha scritto in caratteri vistosi: “La vera innovazione è la ricerca della tradizione”. Parrebbe un controsenso ma, in tempi nei quali molti cercano di far faville che talvolta sono soltanto furbetterie per “giocare al meno”, ritornare alla tradizione può davvero essere diventato il controcorrente. Facilmente cederete ai galeotti grissini artigianali e focaccine e pani caldi, infischiandovene del mio avviso circa la generosità delle porzioni. La LISTA CIBI, contrassegna con dei P.T. in rosso i molti Piatti della Tradizione. Gli ANTIPASTI sono sei (€ 13-15), tra i quali il Cappon Magro classico di mare; per i nostalgici di antichi sapori cito anche le Lumache alla moda del Vecchio Cuoco. Quattro i PRIMI DI MARE (€ 15-17), tra i quali le Tagliatelle Brandacujun, pesto e pinoli tostati, nonché i Ravioli di gallinella su bisque di gamberetti. Quattro i PRIMI DI TERRA (€ 14-15), tra i quali i Ravioli del Plin, lavorati manualmente, alle erbe aromatiche e carciofi, oppure i Tagliolini con sugo e spalla di coniglio.
Cinque i SECONDI DI MARE (€ 19-22), tra i quali la Buridda di Stoccafisso con patate pomodori pinoli e olive, oppure il Baccalà al latte, cipolle e patate, gratinato. Quattro i SECONDI DI TERRA (€ 15-22), tra i quali lo Stinco di agnello all’Ormeasco, morbido di patate e carciofo croccante, oppure le Trippe del Vecchio Cuoco con patate e faiolane. I DESSERT della casa e sorbetti (€ 6,50), con il Bonet agli amaretti o la Tatin di mele, chiudono in bellezza.
La CARTA VINI, una cinquantina, con benemerita indicazione delle gradazioni alcooliche, elenca molti vini intorno ai 20 euro. Ne basteranno 30 per uno splendido Spumante “La Santissima- Millesimato 2015 – Castello di Gussago – Club Couvée – D.O.C.G. Franciacorta.
Il locale è intimo, con pareti parzialmente in ciottoloni di mare, orditure orizzontali in “carasse” (tronchetti rustici), sistemazioni interne che alternano arredi e antiche oggettistiche silvane a reti ed attrezzami d’uso su pescherecci, tendine della nonna, sedie solide in velluto rosso imbottite per una decina di tavoli con tovaglie classiche e tovaglioli a quadretti. La climatizzazione si limita ad una temperatura risparmiosa e di questi tempi si ha quasi imbarazzo a chiedere un po’ più di caldo ma, se siete dei freddolosi, osate e vi accontenteranno. La regia del zelante SERVIZIO è della patronne Donna Lucia, operosa solerte e gentile, di amabilità rara a trovarsi al mondo d’oggi.
Non ho trovato MENU. Mediamente un pasto completo di tre portate più dessert si va dai 50 ai 60 euro oppure 35- 45 euro per due piatti più dessert, tutti meritati se amate: 1) il buon cibo 2)ben servito con dedizione 3) in un bell’ambiente quasi come foste in famiglia.
E’ il ristorante TOP, affiancato da altro quattro “strutture Food” minori nel “latifondo” sito nel cuore verde del Var, già recensito (ante tempi covid), su questo blog. Se siete esigenti … la struttura e la cucina meritano il viaggio.
E’ una bella giornata di sole e, a 200 metri circa tra le due “porte alte” della città e con parcheggio facile, ecco il ristorante, adiacente alla fontana antica del centro storico pedonalizzato. Il ristorante ha un capace spazio all’aperto nonché una minuscola saletta, con non più di una decina di tavoli, molto intima, con “sapore” e personalità, se così posso esprimermi. Non sapevo nulla degli antecedenti di questo locale, ma ho riconosciuto subito due inconfondibili sedie imbottite dell’ ex ristorante Italia di Castelvittorio: si sono loro e si sono trasferiti qui. Già, ma qui hanno creato un AMBIENTE da antica Liguria costiera. Perciò sono state bandite le rusticità montanare, ferme restando però le oggettistiche di “famiglia”, probabilmente in quanto ognuna ha un suo “perché”, suscita un ricordo, un moto di sentimento. Ci sono anche tratti di eleganza, dal tappeto persiano ai quadri d’autore sino al puffetto imbottito a fianco di ogni tavolo per la borsetta della signora. I tavoli non hanno tovaglie tradizionali, ma non sono neppure nudi e crudi “alla bistrot francese”, grazie a larghi runner (tovaglie passanti), in sintetico ma dignitosi.
La casa non ha neppure voltato le spalle alla cucina Castelluzza, anzi direi che qui al mare ne è diventata decisamente un suo araldo e paladino. La regolare lista, stampata, inizia con il titolo “ASPETTANDO E CONDIVIDENDO” che include, tra l’altro, il Turtunetto di stagione (€ 15), oppure la Pasta di patate (€ 15). Seguono i cinque ANTIPASTI (€ 10-15), tra i quali il Flan di zucca con crema di Grana Padano, amaretti e pepe nero, in perfetto equilibrio; la Tartare di Fassona piemontese con cipolla di Tropea caramellata ed i suoi condimenti. Dei quattro PRIMI PIATTI(€ 12-16) i Ravioli possono essere al pizzico di erbette con olio e.v.o. e timo, oppure al pizzico di patate e maggiorana al burro e salvia. Invitante anche la Pasta “sciancàa” con verdure di stagione. I SECONDI PIATTI (€ 14-16) si limitano a quattro scelte, qualcuna per palati “virili” (cacciagione), altre per nostalgici gaudenti della tradizione, come l’invitante stoccafisso accomodato all’antica. Al DESSERT offrono un plateau di formaggi (€ 12) oppure una scelta su Dolci del giorno, tra i quali il Bunet, buono ma diverso rispetto al classico piemontese universalmente conosciuto. A fondo lista: coperto 2 euro, acqua 2 euro, caffè 2 euro.
La SCELTA VINI è “de visu”, ovvero senza lista stampata ma direttamente dalla vetrina-cantinetta, oppure “a voce”, sistema che non palesa il prezzo come avverrebbe con la carta dei vini, ma la casa è di “mano leggera”… A bicchiere, un buon Spumante Classico mi è costato 6 euro. Mi sono stati dati consigli competenti da un devoto a Bacco che ci azzecca e non disdegna consumare personalmente le migliori bottiglie.
Il SERVIZIO è garbato, votato e competente su ogni argomento. Non mancano comunicativa e franchezza, piacevoli se non avete voglia di bla bla e convenevoli sciocchi, ma amate parlare seriamente di cibo e vino. Se però volete una serata intima e “senza interferenze”, certamente non vi “asciugheranno” con chiacchiere di maniera e vi lasceranno tranquilli.
La scorsa stagione estiva effettuavano anche SERATE MUSICALI, per la gioia di chi gradiva un po’ di movida nel sonnacchioso rione… . Nel caso ne foste attirati, per la prossima stagione, potete trovare sul web i loro programmi serali.
In ultimo: Ventimiglia Alta ha un PARCHEGGIO comodo e rassicurante fuori mura e, comunque, dal nuovo porto circolare di Cala del Forte (già Scoglietti), dai primi di aprile c’è un nuovissimo ascensore di cristallo panoramicissimo che porta al quartiere del ristorante. Visitandone i dintorni si può godere appieno della bellezza dei suoi cinque Sestieri, non imbellettati da moderni maquillages . Le costruzioni antiche hanno fascino intimo e piacevolmente “umidoso”, i belvedere mozzafiato dominano la città intera ed anche i “carrugi” (viottoli antichi) sono intriganti e taluni risultano quasi annottati anche in pieno giorno… . Si dice addirittura che Salgari, nel Corsaro Nero ed altri romanzi si ispirò ad una nobile famiglia del posto per creare la figura del Conte di Ventimiglia … Fiondatevi qui: è un borgo che merita davvero una visita!
Lingueglietta – DA U TITTI – Via Dolmetta 2 – Tel. 0183 754 510
E’ un po’ il fenomeno della Riviera, Riccardo Farnese, l’enfant gaté del momento, titolo ben meritato, la cui cucina innovativa ha convinto e conquistato anche i più scettici brontoloni. La copertina della carta recita: “Ripartiamo sempre, come 5 anni fa” con un sottotitolo: “Mangiare è un piacere, è l’emozione che un piatto ci dà quando lo annusiamo, lo assaporiamo e lo viviamo.” Firmato Riccardo, Chiara e tutti gli altri addetti della “grande famiglia” Titti. Chiaro e impegnativo per tutti, vero?
In LISTA si trovano abbinamenti sorprendenti ma “giusti” nati da esperienza e competenze maturate con il tempo, scevre da tentativi azzardati e forzature; qui si sorprende, pur non volendo folgorare di stupore ad ogni costo. Lo chef è “nato” pasticcere, è quindi un precisino ad oltranza, che non molla e prova e riprova un piatto prima di piazzarlo in carta (la carta poi cambia ogni 2 mesi). Qualche esempio? Sei ENTRATE (€ 20) tra le quali lo Sgombro in latte di mandorla tostata, cavolfiore, aneto, limone, caviale di aringa. Quattro PASTA,RISO, RIPIENI (€18) tra i quali il Plin, ovvero patata affumicata, cipolla bruciata, prosciutto d’anatra grassa, tartufo nero. Quattro PIETANZE (€ 26) tra le quali, raro a trovarsi in Liguria, il petto di piccione al rosa, filetto crudo, bob bon della sua coscetta, french toast di fegato grasso e agrumi, aceto di lamponi, rapa rossa, uva fragola. Quattro DOLCI (€10), tra i quali la “Volevo essere una patata al forno” costituita da crème brulé di patata americana, crumble al rosmarino, aglio nero dolce, pompelmo. Le descrizioni sono complicatine ma dettagliate, complete, chiarissime e i risultati sono armonici, fatta ovviamente salva la soggettività delle preferenze di ogni palato: che qui è meglio non sia pigro.
Ci sono poi ben QUATTRO MENU: il “MIO in cinque corse” a 45 EURO. Il MENU “MIO+1 in sei corse” a 55 euro. Il MENU “I MIEI PENSIERI” in 7 corse a 75 euro. Infine il MENU “TITTI.N.GREEN di verdure in fermento e movimento” a 55 euro. Quest’ultimo, per la gioia dei vegetariani, comprende: 1) Crema di ceci, ceci arrosto, cime di rapa, olio ai semi di finocchio, ajolì leggera; 2) Zuppa fredda di mandorle, cavolfiori marinati, aneto, limoni, fonduta di Fontina; 3) Zucca grigliata, senape, cipolla fritta; 4) Ravioli e biete con Presinseua, finferli e radici; 5) Verza brasata, nocciole, topinambur, sedano rapa, tartufo nero; 6)The verde, frutto della passione, verbena.
La CARTA VINI pur essendo ben assortita, evita etichette troppo costose; il primo prezzo è di 18 euro e, ad esempio, a 34 euro potete degustare un Blanc de Blanc Monterossa P.R. (la misteriosa sigla P.R. non è altro che un omaggio ai fondatori dell’azienda: Paola Rovetta e Paolo Rabotti). In carta è scritto testualmente: “Il bello del vino è che per due ore i tuoi problemi sono di altri e il vino aggiunge un sorriso all’amicizia”: impegnativo per loro, vero?
Infine, l’AMBIENTE di recente è stato completamente rimodellato con molto gusto, con colori più tenui rispetto al passato e prevalenza del color cipria, sparite alcune “rusticanze”, le mise en place sono classiche ed impeccabili e non manca neppure una fiammella ad ogni tavolo: divina la terrazza all’aperto con impagabile vista sulla placide colline di uliveti della Valle San Lorenzo.
Il SERVIZIO è sciolto ma attentissimo, curato ma non impettito, anzi è addirittura amabile con qualche vezzeggio di giusta misura… Un finale ragguardevole? Insisterei per un RHUM Don Papa dell’Isola di Negros (Filippine), con piacevolissimi sentori di frutta mista ben matura, tabacco Virginia e, naturalmente, l’immancabile profumo di vaniglia… Memorabile fine serata … !
Rassegna stampa e web, dritte e zibaldone per bucche sernue