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La recensione: Muraglia Conchiglia d’Oro a Varigotti

Finale Ligure, frazione VARIGOTTI – MURAGLIA – CONCHIGLIA D’ORO

Via Aurelia 133 – Tel. 019698015

Varigotti, già nel 1953 oggetto di una sequenza del film “La Spiaggia” di Lattuada, è stata nel tempo set di diversi spot e videoclip pubblicitari, tra gli ultimi quelli di Lady di Neffa), Volvo, TIM …. Il borgo ha miracolosamente evitato speculazioni edilizie sul fronte mare, forse perché già provvidenzialmente occupato da secoli da una ininterrotta catena di antiche abitazioni con tutte le caratteristiche di tipicità ligure, poste proprio al limite della spiaggia sabbiosa… Oggi è un ritiro di VIP che tengono molto al loro anonimato, che generalmente viene rispettato e qualcuno lo si incontra anche in questo ristorante.

Sul lungomare passeggiata di ponente il locale, da pochi anni è diventato anche locanda, con qualche camera intima e confortevole locata a prezzi ragionevoli. Lo spazio è ampio e luminoso, con arredi “solidi” e funzionali, mise en place classiche e senza alcun inutile “trallallà”.  L’impressione è che qui, nel coniugare il verbo mangiare, si badi alla sostanza e lo conferma anche la  CARTA CIBI, che da sempre  continua ad essere scritta a mano, in copie usa e getta e che ha titoli concreti scevri da ogni fantasioseria. Per iniziare ecco un coperto di 2 euro cui fanno seguito una ventina di proposte in tutto. Gli ANTIPASTI sono solo due, ma il misto di mare (€ 23) è un piatto ricco che segue  le disponibilità del mercato del pesce del mattino. Per le ostriche di Bretagna, da non perdere se amate i pregiati molluschi bivalve, potete scegliere la quantità che più vi aggrada, a 3 euro l’una. A seguire i PRIMI PIATTI, che sono otto (€ 16-25) dei quali cito i mezzi paccheri al ragù di pesci di scoglio, oppure le sontuose cozze e vongole alla marinara in porzioni che attirano l’ammirazione anche dei tavoli vicini, al semplice loro passaggio per il servizio… . I SECONDI PIATTI occupano  una intera facciata della carta (€ 22-45) e sono tutti maestosi… Le triglie, veramente di giornata, in padella con i gamberi locali sono preparate  semplicemente con olio e “finite” con limone: semplici delizie grazie all’eccellenza della materia prima e degli ingredienti.

Imperdibili poi le proposte alla griglia (lunga qualche metro, forse la più grande in Liguria), per la quale il pescato proviene da due cestoni con ghiaccio, contenenti una ventina di pesci le quali poste su un bancone tipo pescheria, hanno dimensioni tali da dividere il locale in due. In Liguria mai ho trovato un simile spettacolo. Nonostante la griglia infuocata molto attiva, nessun odore si ferma in sala (né sui vostri vestiti). Infine una vera e propria attrattiva è il carrello della dozzina di dolci fatti in casa DOLCI (€ 6), previsti anche per celiaci, come la torta di cioccolato fondente senza farina.

In CARTA VINI ho trovato una trentina di etichette, delle quali quattro disponibili anche a quartini (9 euro) come usava ai “tempi belli”. Ho scovato anche una chicca, sia per qualità che per prezzo: un pregevole TIMORASSO 2019 dei Colli Tortonesi, a 35 euro (due sere dopo ne ho trovato altrove un 2018 a 60 euro).   

L’accoglienza e il servizio sono garbati, precisi, puntuali senza troppi manierismi di facciata, ma di fattiva concretezza quando serve.     

Per il parcheggio, stanti dei lavori a bordo passeggiata, ho dovuto puntare  su un’area pubblica posta a circa 200 metri. Attenzione, per avere un tavolo nei giorni di maggiore affluenza è prudente e opportuno prenotare qualche giorno prima… Ne vale la pena, perché è uno dei migliori ristoranti tradizionali della Liguria intera.

La recensione: ad Andora il nuovo ristorante VIGNAMARE con lo chef Giorgio Servetto

Andora

RISTORANTE VIGNAMARE

Colla Micheri – Strada Castello, 20

Tel. 351 713 5050

www.ristorantevignamare.it

Dall’uscita autostradale di Andora, la strada è larga e facile. Il panorama sulle colline che digradano verso il mare è a piena vista offrono uno spettacolo in assoluta pacifica tranquillità.

Il complesso Praie, già ben noto come azienda vinicola e agriturismo reputati, ha aggiunto ora una struttura separata a se stante del tutto nuova e indipendente, puntando alla creazione di un vero e proprio ristorante gastronomico. Nell’ambiente circolare rivestito in boiserie, discretamente insonorizzato ed illuminato, con cantinetta a vista,le sedute sono comode, i tavoli rotondi e ben distanziati hanno mise en place moderne senza tovaglia, con posate Broggi di materiale “polvere di luna”, iridescente (che non capta l’impronta delle mani).  Per l’accoglienza di grande classe e servizio quasi paludato, si sono affidati al Maitre DAVIDE AMADORE, di onusta professionalità, che governa e segue personale adeguato alla classe del locale.  

La sera successiva a quella di inaugurazione, il tragitto tra il parcheggio privato e il ristorante (150 metri circa) m’è parso ancora fresco di costruzione e, probabilmente, ancora da rifinire in qualche particolare . Al contrario è già in perfetta andatura la cucina del bravissimo e stellato chef GIORGIO SERVETTO, ormai avvezzo da anni a locali riconosciuti TOP.  

Al momento giusto, il desco si arricchisce dell’arrivo di buoni pani, focacce e grissini di loro produzione.La CARTA CIBI si apre con un breve messaggio di benvenuto  de “La famiglia PEQ Agri” con l’elenco di ben 46 nominativi di addetti.

In prima pagina il “MENU DEDICATO ALLA VAL MERULA”  elenca testualmente:  1) Canapé  in terrazza – 2) Benvenuto – 3) Acciughe Marinate – 4) Carciofi – 5) Asparagi uovo e tartufo, fave salame e Pecorino – 6) Gnocchi al pesto – 7) Stringhettoni al burro di acciughe  – 8) Coniglio arrosto – 9) Rabarbaro e noci – 10) Caffè, digestivi e pasticceria. Il suo costo è di 110 euro.

Nei dettagli, ricordo le consistenze delle seguenti portate:

-una ciottolina di buon salame eppoi …vvia con sei assaggini veloci tipo tapas in minuscole  alzatine di:

-Cima rivisitata farcia  alleggerita e velo di Fassona crudo con scaglia di tartufo nero di Millesimo

– Ciliegia amarena fegatini di coniglio latte di amarene

– Caramella carta di cipolla bruciata pellicola di cipolla Belendina con toma di capra

– “Barbagiovanni” ovvero raviolo fritto con farcia di Prebuggiun ligure

– Cannolo di pasta matta con Brandacuiun mantecato

– Crocchetta di totano alla diavola

– Oliva  con paté di Taggiasca esterna e carciofo e acciuga all’interno 

Evidentemente una serie assai inconsueta per sapori e presentazione per iniziare il pasto! A seguire:

-Crema di funghi porcini, spadellati, spuma, radicchio sottostante.

-Carciofo dell’orto di San Bartolomeo, cremoso, fritto, terra di nocciole, burro acido, fiori di maggiorana.

-Uovo di gallina ruspante, asparago, crema all’aglio di Vessalico e fondo di tartufo nero estivo di Millesimo

-Gnocchi di patate farciti di pesto di basilico di Pra, accomodati, con crema di pinoli.

-Sassolino con all’interno cuore di caffè avvolto con crema mascarpone e tutto glassato al cioccolato  e burro di cacao.

-Terra di noci, le stesse in crema, mousse gelata di rabarbaro, rabarbaro confit.

Cotanta varietà prelude ovviamente a quantità calibrate atte a far concludere l’intero pasto senza gravami. Per i più parchi, in alternativa al Menu di cui sopra, si può scegliere il MENU RIDOTTO di 4 piatti al costo di 80 euro.

Ancora: sono disponibili anche Capra e Fagioli (e 30) e Lumache alla Ligure (€ 35) indicate in carta come PORTATE SPECIALIPer i più golosi”.

Veniamo alla CARTA VINI, non comune. Le etichette sono una quarantina; la prima pagina ne elenca 25 dei vigneti cru, Petraie, Braie, Vignamare di Salea, Braje di Pornassio, Petraie di Albenga e Serre di Cipressa. Di quest’ultimo, assai raro a reperirsi, sono presenti ben sette etichette di un Vermentino Riviera Ligure di Ponente DOC, Vigne Avreghi, distinti tra annate “fredda, calda e speciale, che sono in carta dai 75 ai 90 euro ciascuna, mentre bastano 38 euro per l’annata “equilibrata” del 2000.

Segue la seconda pagina con due vini, della cantina Guglierame a 24 euro, cinque della Cantina Lupi a 30 euro e le “Bollicine P48 Metodo Classico 2017 Pigato vigna di Albenga a 60 euro, che ho scelto a tutto pasto e che, appena assaggiato a inizio serata, mi ha sorpreso per il suo equilibrio e finezza.

La terza e la quarta pagina elencano 14 vini esclusivamente della Cascina Praié dai 24 ai 48 euro. 

La carta prevede anche l’ “accompagnamento” con cinque calici di vino adatto alle portate con un costo di 60 euro. E sono disponibili anche vini a bicchiere dai 7 ai 30 euro.

CONCLUDENDO: un nuovo locale costruito ad hoc, direi “su misura” per il bravo GIORGIO SERVETTO, già altrove cuoco stellato 2022, che anno dopo anno sorprende con i suoi “segreti” (leciti) di cucina per dare il meglio di se in ogni portata, spesso fuori dalla consuetudine e banalità, con sequenze che scorrono via servite al giusto ritmo e nel migliore dei modi. Da non perdere nella bella stagione lo spazio esterno, con veduta da cartolina, verso le colline dalla sagoma gentile lambite dal mare dove attardarsi sia per l’aperitivo che per un bicchiere da meditazione nel fine serata! Se serviva una novità, punto di riferimento per animi liberi di gourmet curiosi, Andora l’ha trovata.

La recensione. Ad Albenga ristorante IL POSTICINO di Mirella Porro

Albenga – Il POSTICINO di Mirella Porro – Via Marettina Lengueglia 49

Tel. 0182021194 – 3927754635

Puntate verso le magnificenti torri rosse sovrastanti la piazzetta del Vescovado una delle quali si staglia più superba ben più in alto dei tetti del centro storico. Oppure, per trovare Via Lengueglia, un facile riferimento può essere il lampeggio della farmacia San Michele visibile già al di fuori della “porta” nord del borgo antico.

Il localino è minuscolo, colorato, con tavoli dalle mise en place informali ma simpatiche, una bella musica jazz a volume calmo in sottofondo; c’è anche un dehor più “severo” sotto le mura storiche, ma a mio avviso ha più calore l’interno del locale.

Nella premessa della sua  Carta Mirella Porro  scrive “Prendiamo molto seriamente il cibo, anche se poi ci piace giocare, abbinare, rovistare, scoprire, provare, sperimentare, esplorare…!” Con questa premessa ci sarebbe da attendersi lo scoppiettio di fuochi artificiali dei fornelli,  ma  invece la perfezione qui viene servita senza squilli di tromba e senza enfasi. Nell’aria aleggia tuttora lo spirito del “Maestro”, al secolo il compianto Gualtiero Marchesi, al quale è stato addirittura intestato il primo tavolo del dehor. Cosi come Mirella egli non amava piatti sorprendenti ad ogni costo, ma sottili complicità armoniche non ostentate, che facevano la perfezione, la classe, dei piatti e non solo…   

Dalla carta: tre ANTIPASTI (€ 15-16), tra i quali il Baccalà mantecato, polenta croccante, paté di olive Taggiasche. Oppure il Tataki di tonno, crema di melanzane, zenzero caramellato e fresco.

Tre PRIMI PIATTI (€ 14-16), tra i quali il Tris di paccheri con salsa ai tre pomodori, fonduta al Pecorino, scorza di limone grattugiata. Oppure gli Straccetti di pasta fresca al ragù di mare.

Tre i SECONDI (€ 20), tra i quali il piatto dal titolo “Al Maestro piacevano tanto” consistente in Calamari grigliati, patate di Calizzano, olive Taggiasche, scorza di limone, pomodoro candito.Oppure i Filetti di pescatrice, pomodoro cuordibue, zucchine trombette, paté di Taggiasche.

Quattro i DOLCI (€ 7), tra i quali il semifreddo all’amaretto, meringhe crema zabaione; oppure la semplice ma perfetta Torta cioccolato e pistacchio.

Tra la sessantina di VINI IN CARTA, si può sceglier qualche  eccellenza a prezzo “dimenticato”:  che sia il caso di approfittare  di un IGT Umbro, il  Cervaro della Sala 2019 della Marchesi Antinori, in carta al prezzo dimenticato di 55 euro?

Il SERVIZIO è assicurato da Angelo BANI che cura garbatamente  ogni esigenza di sala, con la prontezza che gli è propria (è anche allenatore di football), ovviamente insieme ad una perfetta cameriera carina e sorridente, anche sotto la mascherina.

Concludendo: in un mondo di hotdoggherie,  tosterie, polpetterie, fa piacere trovare un localino di atmosfera dove ognuno svolge il suo ruolo in coordinamento ed armonia con l’insieme, per accogliere  con garbo e servire con dedizione una ottima cucina tradizionale, qualche volta prudentemente rivisitata. Il tutto a prezzi da angeli, fatto che sta diventando raro di questi tempi… .

Luigino Filippi (www.buongiornogourmet.com)

La recensione: ad Imperia il ristorante Salvo ai Cacciatori

Imperia – SALVO AI CACCIATORI – Via Viesseux 12 – Tel. 0183 293 763

E’ uno dei ristoranti storici della città che ha saputo rinnovarsi e tenere il passo con i tempi. Le ultime novità sono di questi periodi di quasi post pandemia. Iniziamo con la carta di oggi. Degli ANTIPASTI (€ 14-19) cito ilCarciofo Spinoso di Albenga con spuma all’aglio di Vessalico, polvere di capperi, salsa alle olive Taggiasche; ma anche il Baccalà in olio di cottura, la sua pelle, salsa alla  pizzaiola, basilico. Da questa primavera c’è stato un cambio ai fornelli con l’arrivo dei capaci Vittorio Frangiosa e Salvatore Somma, già al mitico Terrazza Bousquet dell’Excelsior Vittoria di Sorrento (tre cappelli – ovvero il max del punteggio – sulla Guida de L’Espresso), che hanno diversificato la carta del ristorante imperiese con loro specialità non dissonanti rispetto alla tradizionale cucina ligure. Come prova la semplice ma splendida portata di “Pasta e coriandoli di patate con pomodoro del Piennolo”, che fa parte dei PRIMI PIATTI (€ 18-22), ma anche gli invitanti Riccioli di Gragnano pastificio, cacio, pepe e gambero rosa. Tra i SECONDI PIATTI (€ 25-30) cito la Ricciola rosticciata, cavolfiore, papaccella, nonché la spalla d’agnello 36 ore (!) con asparago violetto, acciuga, aglio nero. Infine, i DOLCI, che sono cinque (€ 10-13): ecco un trionfo del cioccolato, sissignore la materia prima da qualche tempo meno presente altrove nelle liste, tra i quali la portata imperdibile che giustamente si chiama “Goloso” al cioccolato, costituita da un lingotto al cioccolato al latte e fondente al 70%, più gelato al cioccolato fondente, cremoso al cioccolato bianco, crumble di cioccolato, caramello salato. Ferma la portata storica del Semifreddo 1946 con bricchetto di cioccolata calda, che è in carta, appunto, dal 1946. Ad entrambi i dolci viene consigliato l’abbinamento con un bicchiere di riscoperto Vermouth riserva Carlo Alberto (5 euro). Al tutto si aggiunge il coperto di 3 euro.

I MENU DEGUSTAZIONE sono tre: 1) il 1905 di 4 portate a 60 euro ; 2) il 1946 di 6 portate a 75 euro; 3) il 1996 vegetariano di 4 portate a 50 euro.

VINI: la carta consta di una ventina di facciate con tanto di cartine geografiche delle zone di produzione. Vi è elencato il meglio della offerta italiana e qualche decina di etichette estere. Se vi piacciono i vini molto fruttati, osate un Sauvignon Blanc Palliser Estate giunto fin qui dalla lontana Nuova Zelanda (13 vol.) che è in carta a ragionevoli 38 euro.

AMBIENTE: nei giorni di riapertura, post chiusure di legge, mi avevano ventilato che stavano scegliendo un nuovo tipo di tovaglie, ma parrebbe che il look più leggero dei tavoli senza tovaglia sia invece una scelta destinata a durare. Inoltre, in questo locale, uno dei contitolari è architetto ed ha reelook-ato con mano capace. Infatti l’insieme, in definitiva, risulta gradevole nel suo complesso.

Va pur notato che il “piccolo mondo” degli avventori abituali del ponente ligure sta iniziando a “fare il chilo” con le rassicurazioni sanitarie dei ristoratori che senza fanno anche notare la bellezza di tavoli ignudi e portaposate, magari con scanellature da “centrare”. Ho contato ormai 15 ristoranti senza tovaglia sui 115 nel ponente ligure da me visitati: non molti, per ora. Anche il mondo delle Guide si direbbe apprezzi la tendenza, partita appunto dai locali di maggior blasone e presto diffusa, soprattutto in Francia…

Infine, come ho già scritto qui circa l’accoglienza e il serviziosono aperti, pronti, disponibili. I patron, dal canto loro, hanno la serietà del Grande Fondatore di grande verve: il vate Nonno Salvo, che certamente dall’Olimpo dei Buoni Ristoratori, sorriderà felice!

Savona: il ristorante SUAVIS ha riaperto, con la nuova gestione. La prima impressione è favorevole.

Dalla Bruschetta di Cairo, i nuovi gestori di questo ristorante del centro, hanno importato alcuni loro piatti classici, che vedono come ingredienti il Castelmagno, le nocciole di Cortemilia e diverse proposte di carne. Ma hanno anche “aperto” al pesce. Le prime impressioni sono favorevoli. Ne riparleremo una volta terminato il periodo di avviamento nel nuovo locale … Carta vini, ricca di rossi, a prezzi convenienti; un esempio tre bottiglie di Timorasso, il bianco attualmente in voga, a partire da 29 euro. Piatti ad una media di 18 euro l’uno.