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La recensione: ad Ormea il Ristorante Hotel San Carlo.

Ormea – Hotel SAN CARLO – Via Nazionale 23 – Tel. 0174 399 917

La storia di Ormea risale a più di duemila di anni. Di quella meno remota riguardante i Saraceni, resta ancora la Torre che domina un dirupo imprendibile, alcune espressioni dialettali ed anche … il grano saraceno la cui farina, mescolata a patate, viene usata ancora oggi per confezionare un buon piatto tradizionale condita con porri, funghi e panna. Questo albergo, aperto da marzo a settembre, domina il fondovalle e ne illumina la notte, mentre il  gorgoglio delle acque del Tanaro, lieve in questa estate, alimenta anche la loro riserva privata di trote tra le più rinomate d’Italia e d’Europa, da pescarsi a mosca e a spinning. Sono la specialità proposta qui in ben otto piatti della lista in italiano e francese, sulla quale, dopo il coperto di 2 euro, sono disponibili:

Gli ANTIPASTI (€ 10-18): la scelta verte su 11 titoli, di cui i Misti freddi e caldi e  il Tris di trota in carpione, affumicata, in pastella con salsa aiolj.

I PRIMI PIATTI (€ 9-10) sono 7, tra i quali le lasagne di Ormea di “Fulmentin” alla toma molla e la polenta gratinata ai tre formaggi.

I SECONDI (€ 13-16) sono 11, tra i quali la trota alla San Carlo con granelle di nocciole, oppure alla mugnaia con aglio prezzemolo limone e vino bianco, oppure al burro e salvia oppure alla griglia. Disponibili anche lo scottadito di agnello pré-salé ai ferri, le lumache alla Bourguignonne e, per chi vuol francesizzare, l’Insalata Nicoise (insalata mista-uovo-tonno-olive-acciughe). 

Dei DESSERT (€ 6) me ne sono stati elencati sette a voce, tra i quali il Budino di latte di mandorle con marmellata di arance amare e granelle di pistacchi. A richiesta, non essendo previsti in carta, si può anche ottenere un piatto di  formaggi misti del giorno (la sera del mio passaggio erano disponibili Raschera, formaggio al tartufo, Tomarella locale e altri. 

MENU: non mi sono stati presentati. Buoni i pani e i grissini con cesto rabboccato prontamente.

LA CARTA VINI, quasi 200 etichette, dai € 13 per un Dolcetto di Dogliani in caraffa da litro, sino a oltre 100 euro per qualche Barolo e Champagne, è molto ben fornita di bottiglie italiane e straniere (poche ma ben selezionate le liguri) e dispone anche anche di mezze bottiglie e vini serviti a calice per i dolci. Segnalo un Conte della Vipera a 26 euro e, per i più curiosi, un Sauvignon Blanc 2019  israeliano di regola Kosher che, selezionato da Gaja, ha buona referenza e che, a 30 euro, è una occasione. 

L’AMBIENTE decorosissimo è stato rinnovato di recente, le mise en place sono classiche e signorili, i tavoli ampi e ben distanziati, L’ACCOGLIENZA e IL SERVIZIO sono premurosi e pronti anche in periodo di affollamento agostano. Veloce e diligente, la camerierina mi ha ripetuto “non ricordo, dovrei chiedere” a qualche richiesta di dettagli sul contenuto degli antipasti misti e dei formaggi ma, tutto considerato, il confort è consono all’insieme di questa struttura ben condotta da tre generazioni con professionalità e determinazione impavida, sfidando le basse stagioni e le chiusure, per tener alta la bandiera dell’albergazione della vallata.

La recensione: Ristorante Pernambucco ad Albenga

Albenga – IL PERNAMBUCCO – Viale Italia 35 – Tel. 0182 53458

Siamo nel cuore moderno della cittadina, con un parcheggio privato che vi salva dalle ricerche in crudeli divieti e zone disco da perdizione. Sono una ventina i tavoli all’aperto tra il bersò e il prato fiorito, con sistemazione amena e calma fuori dall’ambaradan della movida, rara perla di silenzio nella Liguria agostana. Gli svolazzi leggeri dei ricchi tendaggi bianchi illeggiadriscono il rigore delle mise en place dei tavoli dalle stoviglierie eleganti su tovagliato candido e qualche merlo dal becco giallo (maschio) saltella sul prato: insomma tutto prelude ad una serata di confort e classe.  

I grissini e le focacce, sono serviti tiepidi e il loro cestinetto viene ripristinato prontamente; i diversamente giovani cedano pure senza ritegno ad “assaggiare” e “riassaggiare” più volte la bottiglia di gustoso olio E.V.O.: è il sapore delle sane merende a pane e olio … dei “matetti” (bambini) nella Liguria della prima metà del secolo scorso.

In cucina, Nicoletta con Ivana, sono oggi il duo vincente di questa cucina storica che miete consensi da mezzo secolo. Vediamo cosa propongono:

ANTIPASTI (€ 18-50): sono otto; potete adagiarvi sugli assaggi di tre delle loro tentazioni, oppure persino internazionalizzarvi con le speciali Ostriche di Monsieur Adrien Geay (6,5 euro l’una).

PRIMI PIATTI (€ 10-35): sono cinque, tra i quali il Risotto Carnaroli allo zafferano con capesante sfumate al Cognac; oppure i Tagliolini di borragine con polpa di riccio di mare e pomodori Pachino.

“PIATTO UNICO” (€ 50) : la dicitura compare a metà della carta.Si tratta di una grande padella in rame, strabocchevole di scampi e gamberi con un po’ di spaghettoni al dente e leggero peperoncino, nella quale tuffarsi a sbanfa a testa bassa … e “più non dimandare”. Un piatto ormai raro in Liguria con cotanto contenuto.

SECONDI PIATTI (€ 30-65): sono otto. Cito il Pesce locale del giorno cotto al forno (o al cartoccio) con verdure, olive Taggiasche e aromi mediterranei; oppure la ricca grigliata mista di pesci e crostacei.

DESSERT: sono una decina, tra i quali il Tris di dolci a sorpresa. Mi sovviene il detto di un pasticcere che recita: “ Su 10 persone 9 dicono di amare il cioccolato e la decima … mente”; come non segnalare quindi il cosiddetto “Dolcetto” al cioccolato fondente con arance e fonduta di cioccolato? Fidatevi!

MENU: sono due, il DEGUSTAZIONE (50 euro) di 4 portate più dessert e il BUON RICORDO (55 euro), di 3 portate più dessert, con il quale avrete diritto all’omaggio dell’annuale celebre “Piatto del Buon Ricordo” in ceramica per la vostra eventuale collezione. 

VINO: Sono anche produttori di diversi ottimi vini che vale la pena di assaggiare, e la carta dei vini è un voluminoso tomo che elenca centinaia di etichette italiane e straniere. Tra le scelte più convenienti e non consuete, segnalo il Tartufo Bianco Piemonte DOC della famiglia Marrone de La Morra, un simpatico bianco da uve Cortese e Chardonnay.

SERVIZIO: in sala l’inossidabile Luciano Alessandri con il figlio Massimo assicurano una accoglienza ed un servizio accorto che previene le vostre esigenze e vi risparmia le tiritere di frettolosi briefing (descrizioni) appiccicati in memoria in last second (all’ultimo secondo).

PREZZI: nei ristoranti di tendenza innovativa può succedere che a fine pasto abbiate ancora una certa fame ma, oh my food, anche che chiedendo il conto essa… passi subito. Ebbene qui questo non succede, perché le portate sono generose e i menu a 50 e 55 euro decisamente convenienti.

La recensione, a Noli: ristorante IL VESCOVADO all’hotel Palazzo Vescovile

Noli – Ristorante IL VESCOVADO -Hotel Palazzo Vescovile

Piazzale Fratelli Rosselli – Lungomare Marconi

Tel. 019 749 9059 – www.hotelvescovado.it

IL SITO: una cremagliera con ascensore di cristallo punta verso la rocca che già fu un Vescovado, lasciando il vostro parcheggio sottostante e salendo per una cinquantina di metri con diverse tappe.

Fermatevi al secondo step, dove il trend topic del momento è l’ ”Orto del Vescovado” per chi preferisce vivere “Pro Pagana Fide”; vi troverete un intimo spazio per aperitivi con il fascino dei filarini di verdure.

Dopodiché riprendete la cremagliera verso la reception dell’Hotel, a fianco del quale sorgono due patii/terrazze estive. E’ dall’alto di queste che è inenarrabile lo spettacolino del cambio luce del tramonto, che abbraccia la baia di Noli sino a che il colore della montagna boschiva si fonde con il nero pece del mare solcato soltanto da lampare e da qualche nave da crociera all’orizzonte. La sistemazione delle mise en place è leggera, con bei tavoli in cristallo color acquamarina chiara traslucida che fa quasi perdonare l’assenza di tovaglie, anche dal punto di vista estetico. Le illuminazioni sono acconce, la dotazione dei tavoli è simpatica e di una certa classe.

ACCOGLIENZA E SERVIZIO: gli addetti, due decine, curano ogni particolare senza cali di tono. Descrivono dettagliatamente ogni piatto che viene servito e sono attenti al bicchiere per la temperatura giusta.  Simpatici e sorridenti, rendono piacevolissima la sosta, senza peraltro esibirsi, senza farsi notare, anzi persino ascoltandovi con dedizione  e senza “ninnarvi” con noioserie e “gne gne” di rito in molti ristoranti alla moda di analoga classe.

CUCINA: è decisamente innovativa ed anche sorprendente per originalità, particolarmente consigliata a palati non pigri ed anzi che non disdegnano nuove gourmetterie. Il totale delle portate disponibili, in verità, considerando menu e carta, si limita a una ventina di titoli, dessert compresi: non molti. Ma le portate iniziali sono composte anche da 5-6 piattini in unico servizio. Inoltre un basso numero di proposte in carta è chiaro e meritorio indice di cucina del giorno che non si avvale di “semilavorati dormienti”.  Le decisioni qui si prendono facilmente, basta scegliere tra due menu:

MENU PASSEGGIATA A MARE, composto da 8 portate: 1) Giochi di cibo – 2) Tonnetto Alalunga peperone e melone – 3) Lulle pescate a Noli, melanzanine basilico e agrumi – 4) Spaghetto del pastificio Fiorini di Varazze, aglio, olio e peperoncino con cipolla di Savona, bottarga e focaccia al rosmarino – 5) Pesce spada in crosta di erbe liguri, prugne, machetto di acciughe e bombonini –  6) Blu dei Lavagé e lamponi – 7) Melone lime e passione – 8) Albicocche babà e lavanda. Il prezzo è di 120 euro, che diventano 190 euro con loro abbinamento vini.

MENU L’ESTATE, composto da 11 portate: 1) Giochi di cibo – 2) L’Orto – 3) Ceviche di ricciola pescata a Noli, pesche e timo – 4) Lulle pescate a Noli, melanzanine, basilico ed agrumi – 5) Moscardini al verde – 6) Tortello di zucchette trombette triglia di scoglio e limoni di Noli – 7) Cannelloni di erbette e ricotta di capra, olive e pinoli – 8) Pesce spada in crosta di erbe liguri, prugne, machetto di acciughe e bombonini – 9) Blue del Lavagé e lamponi – 10) Peperone nocciola e cappero – 11) Pesca yogurt e timo. Il prezzo è di 160 euro, che diventano 250 euro  con il loro abbinamento vini. 

Delle numerose portate dei due menu, alcune cosarelline iniziali sono in quantità da assaggio e ciò consente di arrivare alla fine anche ai disappetenti imperdonabili. Se invece desiderate scegliere ALLA CARTA, potete “cavare” dai due menù 2 PORTATE PIU DESSERT a 120 euro, oppure 3 PORTATE PIU DESSERT spendendo 140 euro, con quantitativi più generosi rispetto a quelli dei menu. INOLTRE sono anche disponibili alla carta: il Riso ai frutti di mare  e la Costata di mucca “vegia” allevata a Pontinvrea dalla macelleria Pastorino, albicocche e scalogno.  Esiste anche un bel carrello con un ricco assortimento di formaggi liguri a + 20 euro. 

Le mirabolanti CARTE VINI sono due, una intitolata VINI LIGURI, l’altra intitolata “VINI FORESTI”. Vi sono elencate 80 etichette liguri, 20 Spumanti, 50 Champagne, 90 vini fermi italiani, 70 vini fermi stranieri; per tutti i gusti ed esigenze, dal raro e arcipiacevolissimo rosato Barbarossa di Alex Berriolo di Balestrino a 25 euro, sino ad uno Champagne blasonato da 1380 euro. 

CONCLUDENDO: I PLUS sono la bellezza del sito tra i più ameni dell’intera Liguria, la perfezione nel servizio, una cantina di rilievo, le piacevolezze della cucina (premiata con una stella sulla guida Michelin, due cappelli sulla Guida de L’Espresso e la corona sulla Guida Massobrio) il cui successo d’insieme certamente non è un caso, ma deriva da esperienza, sensibilità e perseveranza. Certo, ai non frequentatori di ristoranti “sù”, la “resa dei conti finale”, con il primo pinnacolo a 120 euro per due portate più dessert (+ 6 di acqua + 6 di caffè + vini), potrebbe lì per lì “rabbuiare” il sorriso e abbruttire il linguaggio; ma i veri gourmet potranno tosto “reilluminarsi” considerando l’ottimo livello della qualità percepita e concludendo: “E’ un po’ costoso ma …” Ecco, grazie a questo “ma…” quasi tutti tornano, magari indossando anche delle mises eleganti, per una moderna serata di charme, calma e voluttà.

      

La recensione. A Badalucco la Locanda “Le Macine del Confluente”

Badalucco – Locanda MACINE DEL CONFLUENTE

Località Oxentina – Tel. 0184407018 – www.macine.eu

Usciti da uno dei loro due ampi parcheggi, ecco l’orto adiacente al prato d’ingresso alla locanda, ma non il tipico ambaradan di “ligàgne de vénchi màrse, tòle cu a rùzene e fifèri rinvegnùi”  (legacci di ginestre macerate, barattoli arrugginiti e filidiferro raddrizzati), come “usa” spesso in Liguria, ma ordinato, ben tenuto, rassicurante e ben promettente.

SISTEMAZIONE: l’ampio rustico/chic invernale con i due caminetti d’angolo, in estate abdica in favore di due bersò poco più il là della azzurrissima piscina,  contornati da prato con cespugli fioriti dove, nel silenzio dell’imbrunire, la notte accoglie pacifica, con temperature che regalano refrigerio. Le distanze tra i tavoli sono a garanzia di privacy, le tovaglie in stoffa sono poste a runner e, nei tavoli da due, sono  angolate di 90 gradi per non  contrapporre i commensali: che sensibilità! 

Gli ANTIPASTI (€ 14-16) sono sette , tra essi cito la ricca Degustazione del giorno della locanda, oppure  la Tartare di salmone marinato maison su burrata liquida, lamponi e semi di papavero.

I PRIMI PIATTI (€ 14-16) sono quattro, tra i quali i Tagliolini ai cereali punte di asparagi  granella di cereali e pomodori secchi.

I SECONDI sono sei (€ 20-28) quattro a base di carni pregiate e due coniuganti mare ed orto. Cito la monumentale e splendida Tagliata di manzo all’ardesia con accompagnamento di verdure grigliate e patate, nonché la Cima di Mare: calamaretto farcito su crema di pistilli di zafferano di Triora, sissignore, di Triora, un prodotto di nicchia.

Per i FORMAGGI (€ 18) questo è uno dei pochi locali che ne ha molta considerazione, e serve tutta per voi  una “tostissima” tavoletta con sei diverse tipologie locali (mucca, capra, pecora), accompagnate da marmellate e invitanti contorni, più un eventuale calice di vino ad hoc.

I DOLCI (€ 8): è molto “gettonata” la golosa meringata di Nutella e Nocciole del Piemonte ma, se non vi bastasse la scelta tra gli otto titoli, potete anche osare e chiedere se per caso è già stata preparata la casereccia crostata di marmellata, generalmente destinata al breakfast dell’indomani mattina.       

MENU DEGUSTAZIONE: per i più pigri, indecisi o anelanti convenienza, il menu risolve ogni titubanza di scelta con quattro  portate a 38 euro. Pur essendo destinato all’intero tavolo, credo cedano amabilmente a qualche variante, purché isolata ed eccezionale.

La CARTA VINI si apre con sei massime celebri e tiene fede a tali premesse, con un buon assortimento di etichette locali, nazionali e internazionali. I prezzi sono ragionevoli anzi, i molti “cugini” Francesi  si prosternano d’ammirazione quando trovano due Champagne a 38 e 44 euro, nonché degli Chablis, Pouilly Fumé ed altri, a prezzi inferiori del 50% rispetto alla Francia.

Una ultima AMENITA inconsueta, per finire, è la Bubble Suite Antares nel giardino del Relais, struttura pneumatica trasparente. Vista da fuori pare una sfera di cristallo, mentre all’interno grazie alla totale immersione con l’ambiente esterno, permette di vivere una notte magica osservando le stelle coccolati da tutti i comfort di ultima generazione. Si compone un ingresso per la decompressione, un soggiorno, una camera da letto con baldacchino che per un totale oscuramento ed un bagno, dotato di tutti i confort. 

La recensione – A Cipressa il ristorante Buona Vita

Cipressa (IM) – BUONA VITA – Piazza Mazzini 2 – Tel. 0183 98000 – www.cipressa.com

Tre borgate adagiate sulle colline hanno origine da due piazze adiacenti, cuore della vita del villaggio, costituito ormai da poche decine di Cipressini, ma da centinaia di VIP (molti stranieri) sui qualiviene rispettato l’anonimato ed anche una piccola comunità di artisti: un mix di vita e vitalità, dove tutti si conoscono, lontano da traffico e clamori della movida della costa, a soli 3 chilometri dal mare .

E’ appunto in piazza che questo ristorante ha tre sistemazioni: una invernale, molto romantica, con tanto di camino acceso, specchiere continue perimetrali, collegata al patio verandato da un corridoio di pochi metri, appena rifatto, con atmosfere minimaliste e look attuale senza “trallallà” e romanticherie. La terza sistemazione è uno spaziosissimo SOLARIUM a una cinquantina di metri oltre la strada, con alberelli di ulivo in vaso, dove la piacevolezza aumenta a mano a mano che si spegne il tramonto e si accende la notte con le luci delle sobrie luminarie bianche mentre, oltre il contorno delle piante di pepe, si intravedono i  lampioni giallognoli. Vi regnano il silenzio e i brusii di un paese privo di traffico, ma ci sono anche delle serate di musica fino alle 24, che spesso terminano con simpatici balli spontanei di qualche coppia nei dintorni dell’area. Se vi fanno piacere, o se al contrario non ne gradite l’ “accompagnamento”, potrete informarvi sul calendario delle manifestazioni quando prenoterete e regolarvi di conseguenza.

Gli spazi tra un tavolo e l’altro assicurano una assoluta privacy e la distanza dalle cucine non compromette il diligente e premuroso SERVIZIO (con magliette “logate” BuonaVita), capeggiato dall’attentissimo ALBERTO, m’è parso: almeno una persona è sempre presente ed è attenta con discrezione. Le sedie e gli spaziosi tavoli sono rusticissimi, un abat jour al centro tavola illumina ogni tavolo con l’avanzare della serata e potrete contare sulla fornitura di un tovagliolo in stoffa (che in questi casi io uso come tovaglietta sostitutiva della tovaglia non presente). Il cestinetto del pane e grissini di qualità viene puntualmente ridotato (però la sera del mio passaggio non ho più  trovato la loro invitante focaccia alla genovese).

Le liste cibi e vini giungono sollecite. Tra gli ANTIPASTI, cito il Brandacujun della tradizione.

Tra i PRIMI una bella sorpresa sono i Mandilli de sea, piatto  genovese che, ci scommetterei, in inverno vengono serviti aperti e distesi in un candido piatto piano dove può trionfare  la loro linearità e la purezza dei colori della portata; mentre in estate, probabilmente per salvaguardarne la temperatura nel tragitto tra la cucina e la terrazza, li servono in una ciotola variopinta, arricchiti generosamente con gamberi di qualità ben decorticarti e la loro bisque: un insieme che lascia il ricordo … Evidentemente chef FEDERICO PINASCO, da sempre grande appassionato di cucina, ha messo a frutto le conoscenze acquisite in scuole importanti e ristoranti TOP dedicandosi qui alla elaborazione di piatti tradizionali della grande nonna Rina, con qualche accortezza per renderli più attuali.

Nei SECONDI ho trovato qualità in un filetto di Ombrina con contorni alla ligure, svelatisi quando ho dischiuso uno “sciantoso” cartoccio. Tra le carni, di fornitura seria, cito il notevole Filetto di manzo (gr. 200 a 35 euro) con spinacino all’Italiana, patate al burro, salsa al Madeira e foie gras d’oca (non di canard, evviva!) che mi ricorda un Rossini da poesia consumato nella mia precedente sosta qui, una proposta fissa, anche nella stagione estiva. I CONTORNI dei secondi comunque si possono scegliere a parte e molto gettonato è il Condiglione di pomodori Cuordibue locali.

Al DESSERT potete lasciare i titoli consueti ed optare per una botta di vita con la Tortillas, salsa Guacamole e GinTonic , dopo la quale il buon caffè viene servito in una “ gggiovane e toga” tazzina a bicchierino, con un cioccolatino con il logato Buona Vita.

La CARTA VINI elenca un centinaio di etichette locali, italiane e straniere, a prezzi invitanti, a partire da 14 euro. Di ogni bottiglia vengono meritoriamente indicati il vitigno e la gradazione alcoolica. Segnalo che da qualche tempo hanno introdotto in lista anche una decina di Champagne e tra questi il Paul Goerge Brut Tradition Premier Cru a 50 euro, servito con ghiaccio in un simpatico sacchetto Ice Bag  (attenzione a tenere la bottiglia in verticale e non obliquo come nei secchielli).

PREZZI: coperto € 2, acqua minerale € 3. Antipasti € 12; primi € 15; secondi € 18-20; contorni € 6; Dessert € 7-8. Non c’è, al momento, una proposta di menu degustazione.

CONCLUDENDO: Il “Buona Vita” dà vita al borgo. Lo chef, molto ascoltato e assecondato, “motu proprio” non vuole confondere la tradizione con l’immobilità e, ben guardandosi dall’ingessare i piatti per l’eternità, li evolve senza stravolgerli. Ben sapendo che la materia prima deve essere di primordine, che le preparazioni devono essere sempre di giornata senza abdicare a salsine d’archivio e resti di “cambusa”: la cucina ligure li esclude senza appello e trovarli significa deludere un cliente e degradarsi. Ogni gesto e passo di cucina ha una sua ragion d’essere se si vuole concludere ottenendo qualità. Partendo dai minimi particolari: “Nelle tavole dove si usa il burro, la temperatura del burro deve essere assolutamente proporzionale alla morbidezza del pane” butta lì en passant chef Federico; ecco, appunto, avete capito che razza di precisino cucinerà per voi?