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Lo Chateau EZA di Eze Village e il Faventia del Terre Blanche di Tourrettes conquistano una stella nella Guida Michelin presentata nei giorni scorsi

Qualche anno le due recensioni su questi due indirizzi su Buongiorno Gourmet furono le seguenti:

Chateau Eza

CHATEAU EZA: Queste mura a strapiombo di 427 metri sul mare con vista su Cap Ferrat e il resto del mondo, furono per trent’anni dimora del principe Guglielmo di Svezia e della mitica sua Belle Oterò. Oggi la costruzione, il cui ultimo rinnovamento da tre milioni nel 2010 ha ridato smalto, lusso e grande appeal. Lascerete l’auto al park alla base del roccione e, con una passeggiata da un quarto d’ora, contornata dalle piacevolezze dei dintorni, giungerete alla reception in fondo a un vicolo. Per facilitare il vostro accesso a questo ritiro dorato c’è un addetto ad accogliervi dabbasso ai contrafforti; fino a pochi anni fa c’era una … stalla (“spolveratissima”) con asinello che poteva portare a destinazione il “turista” che amasse il pittoresco.  Ora c’è invece un efficiente voiturier che si occupa della vostra auto e dei vostri bagagli, raccomandandovi di prendere con calma, come una passeggiata,  la bella ma impegnativa salitina che porta in cima alla rocca, dove sorge, appunto, questo dorato nido d’aquila. L’ingresso è un fondo vicolo dove sorge la reception, poi ci sono dei salottini, poi ancora diverse scale che portano sia alle camere che a salette,  bar, salottini e, ovviamente, al ristorante. Quest’ultimo ha vetrate mobili, terrazzini a strapiombo, tra i quali uno privé, che offrono un panorama mozzafiato per il quale val la pena di arrivare all’imbrunire, quando cambiano i colori e la “Cote”,  accendendosi, per lunghi istanti potrebbe lasciarvi a bocca aperta.

Il tutto, va da sé, servito con professionalità e riverenze alla francese, al prezzo corrispondente al valore della bellezza di questo cucuzzolo di paradiso. Ma al mezzodì sono disponibili due dignitosi menu a prezzi popolari, che consentono di metter piede qui senza genare alcun portafogli.

Una casa con personalità unica, con i profumi dei cespugli del “sauvage” sottostante dardeggiato dal solleone,  profumi che la notte si trasformano in intriganti umidori. Se vi siederete qui al bar d’angolo terrazza non sarà mai l’ora giusta per ritirarvi.”

Bene, oggi la situazione di insieme non è certo cambiata; in compenso ai fornelli, dal gennatio 2022, si è installato Justin Schmith che ha guadagnato una stella Michelin

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Invece del FAVENTIA di TERRE BLANCHE, nel 2018 scrivevo:

Il Terre Blanche a Tourrettes

“L’uscita autostradale è quella di Fayence, varcata la quale s’ attraversano boschi, laghetti ameni e zone verdeggianti sino a raggiungere facilmente l’albergo, immerso nei suoi 265 ettari privati di vegetazione provenzale. E’ uno delle strutture meglio classificate di Francia. La sua sistemazione è bucolica, silenziosa, lussuosa ma senza pomposità. Le camere sono sparse nella proprietà in 45 villette.

I ristoranti sono quattro: il FAVENTIA (il gourmet), il GAUDINA LOUNGES, il CAROUBIER (quest’ultimo chiuso la sera). Io avevo prenotato al Faventia, ma per un loro errore, sono stato sistemato al Gaudina Lounge che, grazie all’insieme, non mi ha fatto desiderare di meglio. Forse anche grazie al cameriere italiano (Daniele), competente e simpatico.  L’ambiente è spartano-chic, tranquillo, poltrone comode, spazi ampi, e il servizio è sollecito.

La formula del Gaudina prevede un MENU, oppure LES TAPAS, oppure la SNACKS  e, ovviamente, una carta da una quarantina di proposte. Ma, soffermandoci sul ragionevolissimo MENU SAVEURS GOURMANDS, di due piatti più dessert a 58 EURO,  la prima scelta è da fare su ..omissis… .. La carta vini è molto ben fornita (24 pagine) e mostra i suoi muscoli… . Concludendo: una botta di vita senza fucilate al momento del conto: merita il viaggio.” 

Per dettagli sulla realtà 2023 dei due ristoranti, ai quali è appena stata riconosciuta la stella Michelin, il link è il seguente: https://www.webtimemedias.com/article/michelin-2023-chateau-eza-de-justin-schmitt-nouvelle-etoile-de-la-cote

La recensione. A Sanremo: ristorante LA KAMBUSA

Sanremo Fraz Bussana: LA KAMBUSA- Via al mare  87 – Tel  0184 14537

Non è difficile il PARCHEGGIO sull’ antistante strada a mare. Dopodiché basta infilare con un fianco la mezza porticina con tendine, che fa molto antica liguritudine, ma che provvidenzialmente protegge dagli sbuffi impietosi dei libecci e delle sciroccate a bordo mare. L’ambiente, regolarmente manutenuto impeccabilmente,  è rustico/elegante, un po’ anni ’70, con attrezzami di antica vita contadina di valle, “ammorbidito” romanticamente da piccoli bouquet di fiori con candela (sempre nuova) su candido tovagliato, stoviglierie e cristallerie di tono, in un ambiente con musiche di sottofondo al minimo volume di generi vari ma sempre di qualità. La clientela è fedele ed eterogenea, ma solitamente non vociante. 

La prima pagina della carta indica TRE SPECIALITA’ che vengono preparate soltanto su prenotazione: la Paella alla Valenciana (€ 30), la Zuppa di pesce (€ 33), l’Aragosta o l’Astice dello chef (prezzati al momento a seconda delle forniture).

Gli ANTIPASTI DI MARE (€ 18-20) sono quattro e tra questi i Moscardini in guazzetto con i Fagioli di Pigna. Mentre gli ANTIPASTI DI TERRA (€ 16) sono costituiti da due sformatini, uno ai broccoli con fondente della sorprendente Toma di Arzeno, l’altro ai peperoni con emulsione di acciughe e olive taggiasche.

Dei sette PRIMI PIATTI (€ 16-20) in questa stagione si trova il Risotto ai carciofi e bottarga di muggine di Cabras, che “se la gioca” con i Ravioli al brasato burro fuso ed erbette provenzali. A volte è disponibile, direttamente su tavolo, un invito a piatti stagionali e/o del giorno, ad esempio i Raviolini al Tartufo, burro fuso e spolverata di Castelmagno (€ 24).

Circa i SECONDI DI MARE la carta indica semplicemente che “ Pesci e crostacei sono proposti giornalmente secondo le disponibilità del mercato, con prezzi sui 30 euro a porzione per i pesci e sui 38 euro a porzione per i crostacei, questi ultimi per chi li apprezza molto “nature” ovvero lavorati al minimo. Nei SECONDI DI CARNE sono previsti Filetti in 8 tipi di preparazione (€ 26-32). Sia al pesce che alle carni si possono aggiungere dei CONTORNI (€ 6-7) piuttosto consueti ma ben cucinati al momento, senza retrosapori “stanchi” .

In stagione sono disponibili anche dei  ricercati FORMAGGI. Quanto ai DOLCI,  l’elenco non è scritto e viene snocciolata a voce ma, stante la invitante dizione del gioviale patron, l’elenco di una quindicina di possibili scelte diventa già di per sé un preludio dolce. Sono molti coloro che  preferiscono la ricca Zuppetta di stroscia o altri dolcetti annegati nel cioccolato  fondente caldo per la gioia dei piccini, ma anche dei grandi se abbinato da un calice consigliato dal grande patron.  

La CARTA DEI VINI è un vero e proprio tomo, in pelle bordeaux (attenzione a non colpire i bicchieri) con decine di possibilità ed anche mezze bottiglie e vini a bicchiere. La selezione è accurata, i prezzi normali e i loro servizio puntuale ed adeguato.

CONCLUDENDO: un locale elegantino ma non troppo formale, con un servizio curato e garbato, una cucina sicura servita in quantità generose e una cantina all’altezza dell’insieme, con una spesa giusta. Il locale ha solo una trentina di coperti per cui è consigliabile prenotare sempre e per tempo.

La recensione. A Sanremo l’Ittiturismo Motobarca Patrizia

Sanremo – ITTITURISMO MOTOBARCA PATRIZIA

Lungomare Trento e Trieste 21 – Tel 0184 189 1905

www.ittiturismo.net

Il parcheggio è sul molo corto, a quattro passi, ma da un po’ di tempo vedo che la sera per la sosta ci sono anche altre possibilità non lontane. Il locale si trova all’inizio del lungomare di levante della cittadina, nel borgo raccolto ed autentico “graffato” a pochi metri con lo storico porto turistico. Qui il tempo negli ultimi 50 anni è passato senza novità edilizie di rilievo e quasi si respira ancora il profumo sanremasco d’antan dei pescherecci alla fonda. Tra i quali la Motobarca Patrizia di proprietà di questa famiglia che fornisce  il pescato, oltre che al proprio locale, anche ai ristoranti più qualificati del largo circondario.

L’ AMBIENTE è signorile, importante, con lampadari a goccia moderni, parete attrezzata a enotechina, tavoli ben distanziati con lodevoli mise en place classiche con tovaglie immacolate, musica di sottofondo di qualità in reciproco rispetto con clienti che non si abbandonano a clamori. Da una parte della sala e dalla antistante veranda chiusa, potrete godervi anche il piacevole spettacolino dell’ operosità dei cucinieri, ben orchestrati da uno chef in gamba, ma che non se la tira come potrebbe.

Previa fornitura dell’immancabile cestinetto di pane e focaccine fatti in casa (tiepidi), ecco cinque ANTIPASTI (€ 13-30), tra i quali la Tartare di gambero con carciofi locali e crema di burrata; oppure le acciughe  marinate su insalatina di puntarelle e pompelmo a vivo. Quattro i PRIMI PIATTI (€ 15-22), segnatamente i Tortellini ripieni di pescatrice al sentore di limone, serviti in brodo di pesce alla Ligure; oppure degli immacolati Tagliolini con Gambero di Sanremo con i precisi afrori tipici inconfondibili rispetto alle provenienze di altri mari. Evidentemente ENRICO SANTULLO si attiene ai dettami di una cucina rigorosamente semplice  per rispettare al massimo una materia prima straordinaria, ben calibrando sia i tempi di esecuzione che di servizio, in piatti tiepidi. Lo si rileva anche dai cinque SECONDI PIATTI (€ 24) tra cui il fragrante e morbido Fritto della nostra barca; oppure dal Pescato del giorno in ogni fattura, sempreché non preferiate spendere un po’ di più per i sontuosi piatti di gamberi o scampi locali grigliati o al vapore, in purezza, se così mi è consentito esprimermi… La lista termina con “Un momento DOLCE” (€ 8) per il quale le proposte sono quattro, tra cui il Bavarese al pistacchio, cuore al cioccolato bianco e fragola; oppure  la Mousse al mascarpone, cremoso al caffè e glassa pinguino. I dolci sono abbinabili a sei vini a bicchiere ad hoc (€ 6)

Venendo ai VINI, le etichette in lista sono un centinaio, a prezzi normali a partire da 15 euro e molti si attestano sotto ai 30 euro. Ho trovato particolare uno Champagne di un PRM (petit récoltant manipulant): Chateau de Bligny (RM) Grande Reserve Brut.

Il SERVIZIO è competente, curato e anche “tosto” nello snocciolarvi prontamente i richiesti chiarimenti sui piatti e sui vini; ma resta alla mano e vivaddio senza alcuna presunzione/sussiego, anzi di piacevole comunicativa.

In questo mio passaggio non ho più trovato, come succedeva prima, il menu a prezzo fisso. Oggi per tre piatti più dessert, il CONTO oscilla tra un minimo di 65 euro e un max di 90 euro. CONCLUDENDO: in un insieme molto confortevole, ecco una cucina che, per chi è abituato alle quantità da assaggi con pennellate di  salse e/o fondi  e/o mousse varie, potrebbe anche sembrare inattuale, ma qui il bello è invece proprio  il reperire ancora i sapori eterni, dei tempi in cui, andando a cena fuori, diciamo così, ci si “accontentava”, di cibo sano, genuino, semplice, buono e ben cucinato, doti che, prese insieme, sono diventate sempre più rare. Bravi, sempre avanti!

La recensione: Locanda Ristorante QUINTILIO ad Altare (SV)

Locanda Ristorante QUINTILIO – Via Gramsci 23 – Tel. 019 58000 – www.ristorantequintilio.it – chiuso domenica e lunedì

L’antica stazione di posta, datata 1889, ubicata sul confine tra Alpi ed Appennini, diventò gradualmente locanda e poi anche ristorante. Dal 1930, nonna Virginia con le figlie Pierina e Aurora e il genero Quintilio, che per viaggi di lavoro fuori Liguria aveva apprezzato dei piatti tipici “foresti”, li importò alternandoli ad antiche ricette locali (i Tortellini di Bologna, la Spongata di Mantova, la Zuppa di Natale, i Fassini, le Tire, il Riso in Cagnon, le Grive, il Sanguinaccio, la Finanziera, la Zraria, i Crixotti, i Maccheroni all’ago, la Buridda di stoccafisso, i Crostini di Fegato di Fagiano etc…). Finché dal 1975 la nipote ISA e suo marito PAOLO (che tuttora fa qualche capatina in cucina) accrebbero la buona fama di ristorante confortevole e, da qualche anno troviamo anche la V° generazione: il figlio LUCA, già diplomato all’Alberghiero e sua moglie LORENA sommelier e impareggiabile maitre.

La cucina continua nella riscoperta dei piatti tipici delle ricette valbormidesi e ligure-piemontesi, ma considerando anche qualche piatto di mare e con occhio attento a preparazioni di cucina francese (con ricette che a mio avviso ricordano certi piatti di Roger Vergé nel suo Moulin de Mougins), sempre servite con generosità. In lista ecco quattro ANTIPASTI tra i quali la cipolla caramellata in pasta sfoglia su fonduta di Toma Brigasca (€  18) da non perdere; oppure la notevole Terrina artigianale di Foie Gras d’anatra, fichi caramellati e pan brioche (€ 30). Quattro PRIMI PIATTI, tra i quali le loro storiche (dal 1869) lattughe ripiene in brodo di carne (€ 18), oppure i Tortelli di Zucca di Rocchetta, mostarda al Chinotto di Savona e Zola (€ 25). Cinque i SECONDI, tra i quali la Coscia d’oca confit con patate, carote e cipollotto (€ 25), oppure il Vitello tonnato con salsa all’antica e fondo di cottura (€ 20). Cinque i DESSERT. Tra i  DOLCI (€ 12) cito il Tris di sorbetti misti di produzione della casa, oppure il loro Tiramisù, tutti abbinabili a un calice ad hoc (es: Dom PX Pedro Himenez, Moscato Passito, Chartreuse, Bracchetto passito (€ 10 ). Attenzione, là un po’ fuori vista, potete scorgere anche un magnifico CARRELLO DEI FORMAGGI (€ 18 per sei assaggi, serviti in sequenza con sapori in crescendo), anch’essi abbinabili ad un vino “giusto”.           

A una ventina di minuti dal mare, la Valbormida offre un preludio al Piemonte, anche se quest’anno, l’assenza assoluta di neve, ne spegne un po’ il fascino antico (ma poi non dovrete lavare l’auto). Quanto all’AMBIENTE del ristorante,nell’ultimo decennio è stato completamente rinnovato due volte e sempre in miglioramento. Spariti i toni laccati verde prato, ora i colori dell’insieme sono più soft, le mise en place sono ancora più eleganti e il SERVIZIO resta professionale, ma affabile, comunicativo ed alla mano. Dispongono di una sala media, una saletta e l’appartato privé da 8-12 coperti attorniato da una blasonata enoteca.

La CARTA VINI offre centinaia di etichette: da un vasto assortimento di Champagne a uno stuolo di vini piemontesi e non soltanto, tutti a prezzi normali. A  proposito di PREZZI, la casa è chiarissima e trasparente; in calce alla carta è precisato: Coperto € 3 – Acqua di Calizzano € 3 – Caffè Pasqualini € 3 – Tisane € 4 – Amari € 3- 7 – Distillati € 3-30 – Vini a bicchiere: Spumante, Champagne € 8-15 – Altri vini € 4-15.

Un PLUS? Dopo una deliziosa abbuffata di cibi raffinati, magari con tartufi bianchi TUBER MAGNATUM PICO della Valbormida, ben innaffiata da vini pregiati sarà meglio non rischiare la patente con l’alcoolimetro stradale; bene, potrete godervi una sosta in una delle loro cinque camere a disposizione.

La recensione: il ristorante DOC a Borgio Verezzi (SV)

Borgio Verezzi (SV) – Ristorante DOC

Via Vittorio Veneto 1 – Tel. 019 611 477 – www.ristorantedoc.it

Con parcheggio facile nei dintorni, l’antica costruzione liberty ed il giardino/agrumeto antistante, fanno nascere l’impressione di arrivare a casa. Il piccolo “miracolo”, in questo buon ritiro ligure, avviene anche varcata la soglia verso le  tre salette accoglienti con pavimento veneziano, arredate di tutto punto, con tanto di pianoforte e antico portasigari con umidificatore, con rari gli spazi vuoti e ovunque tratti di buon gusto, classico ma non “vecchio”. In giardino, nelle belle giornate, l’atmosfera è di calma e anche di dolce buon vivere … Sfiorerete la voluttà se occuperete uno dei due “Spazi Arte” con pergolato agghindati come fosse sempre San Valentino, con gazebi, tendaggi, lampioni, cascate di gelsomini, rigogliosi rampicanti e vasi fioriti ed altre romanticherie.  

CINZIA MATTIOLI e PAOLO  ALBERELLI non fanno mai ferie; da quando il figlio VINICIO, è nel Gotha dei managers mondiali dell’albergazione, hanno praticamente rinunciato a fare ferie: Paolo dice di divertirsi lavorando. Dal 1982 lei cura la sala ed è sommelier “Donna del Vino” mentre lui è il dominus della cucina. Hanno stampato la ultima nuova carta mantenendo la loro ormai storica dichiarazione: “La Tavola è un piacere del Buon Vivere. Al ristorante DOC non esistono prodotti surgelati né di allevamento. Tutti i giorni lo chef presenta una carta diversa preparata rigorosamente con il pescato del giorno. Pane e focaccia vengono sfornati ad ogni servizio. Dolci e pasticceria sono di propria produzione”.

Con queste premesse ecco la lista: Tre ANTIPASTI (€ 20) tra cui i Gamberi con finocchio e salsa agli agrumi; oppure il Pagello fragolino in pan di mais con uvetta, noci e balsamico. Quattro PRIMI PIATTI (€ 25) tra cui le Fettuccine al Moscato con mazzancolle; oppure il Risotto di Carnaroli con totani e pomodoro secco. Tre SECONDI (€ 30), tra cui la Ricciola locale in casseruola alla maniera ligure con pomodoro e olive; oppure la sogliola in padella con patate, salvia e Vermentino. Sei DOLCI (€ 10) tra i quali il Flan al cioccolato, di perfetto equilibrio anhe in consistenza, un piatto “creato” qui, dice Paolo e “collaudato” ogni giorno da 39 anni; oppure la Crema Demerara bruciata al Cognac “con sotto le mele”. 

La LISTA VINI ha tre pagine indicanti alcune decine di vini italiani consigliati “nella settimana”, con prezzi dai 30 ai 70 euro, nonché qualche mezza bottiglia, sempre a prezzi normali.

CONCLUDENDO: La casa ha clientela fedelissima, prevalentemente locale, per cui è prudente prenotare per tempo. Si viene qui per la materia prima ineccepibile, per l’ottima cucina servita “comme il faut” in un ambiente elegante e confortevole, dove anche la eterogenea musica di sottofondo, a volume minimo necessario per salvaguardare le privacy di ogni tavolo, ha anch’essa qualità classe e piacevolezza. Quanto al conto, esso non gelerà il vostro sorriso, se saprete apprezzare l’insieme di grande charme in uno dei ristoranti più romantici, caratteristica infrequente a questi livelli, nell’intera Liguria.