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La recensione: a Badalucco il ristorante CIAN DE BIA’

Badalucco – CIAN DE BIA’ – Via Silvio Pellico 14 – Tel. 3206622079

Lasciate l’auto al capace PARCHEGGIO comunale, godetevi poi il ponte sullo slargo del torrente Argentina che abbraccia maestoso grandi massi rotondi e levigati (purtroppo privo ormai del canale verso il lavatoio, alluvionato) e prendetevi almeno una ventina di minuti per esplorare gli allampanati vicoli bui che il sole non rasenta neppure di sghimbescio, ma colmi di storia, tradizione e con “anima” eterna.

Guadagnato il fine vicolo dove si trova il ristorante, si sale al primo piano della costruzione in pietra dove esistono due minuscole salette per pochi intimi i quali, previo bisbiglio da bocca a orecchio, approdano poi a questo indirizzo, ban sapendo dove vanno. Troverete un AMBIENTE leggero, gradevolmente conservato all’antica, ristrutturato con mano leggera e capace, con tanto di fili di illuminazione “a treccia” come usava nel dopoguerra (ma perfettamente a norma di legge). Le mise en place sono classiche e curate e tutto è di familiare confort. 

Il SERVIZIO, nel giorno feriale del mio passaggio, è stato effettuato dai proprietari. Passano, presentano e posano un piatto di portata su ogni tavolo e lasciano che vi provvediate della quantità che desiderate, come avveniva nei tempi andati nel “rito” delle cene in famiglia. Nessuno poi vi chiederà il motivo se, come i salutisti eternamente a dieta, avrete solo assaggiato, ma invero sarà più probabile e frequente che abbiate ceduto a finire il piatto, magari facendo anche “scarpetta”.

Ecco la LISTA CIBI, serviti generosamente. L’elenco ha una certa variabilità a seconda delle stagioni ma generalmente comprende: la perfetta insalata russa, i frittini di primizie di stagione caldi e morbidi al punto giusto, il classico vitello tonnato, i ravioli preparati con erbette e bietole di campo (sono differenti dalle coltivate!) con olio e timo, le tagliatelle al ragù, il coniglio magro in casseruola con fondo all’alloro, l’arrosto con contorni, il generoso budino crème della nonna e le immancabili frittelle di mele calde. In precedenti passaggi avevo trovato anche altre golosità: una selezione di salumi di selvaggina, una insalata di fagioli di Badalucco, dei funghi porcini impanati, la ormai rara cima ligure con salsa verde, il cinghiale con polenta, l’agnello Brigasco al forno con patate, la torta di Badalucco con zabaione….

ROVENA QERIMI, che già in passato esplicava qui il compito di perfetta cameriera, oggi è stata “promossa” ai fornelli, dove si fa altrettanto onore. La fatica del nuovo solingo impegno non ha spento né il suo sorriso né i suoi modi gioviali: se vi affaccerete verso la cucina prima di congedarvi, la troverete sorridente, affabile e grata.

La CARTA VINI recentemente in corso di aggiornamento e comunque poco praticata: la clientela si accontenta delle proposte a voce del patron, ma è un vero peccato perché la lista … è ricca rara pur essendo poco ricaricata; anzi è a prezzi da amici, come del resto lo è la sosta nel suo insieme: sui 40 euro per una intera cena. Conoscete di meglio?

La recensione. A Pigna IM): Federico Lanteri all’Osteria Martini

Pigna – FEDERICO LANTERI all’ OSTERIA MARTINI

Piazza Castello 10 (per Google Maps: Piazza XX Settembre Pigna IM)

Tel. 3496381330

Aperto  a pranzo dal mercoledì alla domenica.

Aperto la sera venerdì, sabato, domenica (in estate anche giovedì).

Chiuso da qualche anno il suo ristorante Torrione di Vallecrosia, CATERINA GALFRE’, dovette certamente ascoltare qualche “bemolle in blues” da parte della clientela pluridecennale che ne apprezzava, oltre che la cucina classica e sincera in un ambiente di una certa signorilità, anche la comoda posizione al centro del ponente. Ma con ferma determinazione passò il testimone e lasciò fare al figlio FEDERICO LANTERI, che allora si cimentava con una cucina più evoluta e bramava anche di cambiare ambiente ritenendo che, pur passando dal mare ai monti a 21 chilometri e 30 minuti di strada, avrebbe realizzato il suo modo di intendere la propria vita professionale. Perciò, con carattere e pervicace determinazione, cambiò ambiente e vita, tanto da guadagnarsi subito l’appellativo raro di “cuoco/contadino”.

La sua cucina punta quasi dogmaticamente su piatti liguri, anzi di valle, con propri prodotti dell’orto o della zona, ma garantisce anche l’uso di pescato rivierasco che, lo confermo, ho trovato freschissimo e ben cucinato. Le ricette sono talvolta leggermente rivisitate, ma con mano prudente e talora personalizzate come, ad esempio, quella dei “Previ”. Con la preziosa consulenza (e mano amica) di CATERINA GALFRE’, gagliarda e infaticabile mamma, che pensa alla pasta fresca e ad altre preziosità tipiche, delle quali perpetua l’immutata preparazione.  

Due le liste cibi. La Numero 1 elenca:  -Gran Pistau, paglia di porro (€ 16) -Testina di vitello, chutney mela speziata (€ 20) -Raviolini erbette con burro aromatizzato (€ 18) -Coniglio Grigio Carmagnola, nostre verdure (€ 25) -Dessert (€ 10). La somma di tutti questi piatti da 89 euro ma, ordinati come MENU N. 1 (€ 40) li avrete tutti in degustazione.

La Lista Numero 2 elenca: -Gamberetti Sanremo, fondo piedini maiale, agretti (€ 20) -Fagioli di Pigna, spuma formaggio di capra (€ 20) -Tagliolini sapore di Mare (€ 24) -Pescato “localissimo” con contorno (€ 28) -Dessert (€ 10). La somma di questi piatti da un totale di 102 euro ma, ordinando il MENU N. 2 (€ 50) li avrete tutti in degustazione.

La CARTA DEI VINI offre decine di etichette ben scelte. Il primo prezzo è a 22 euro, molte bottiglie sono intorno ai 40 euro, ma si può salire con dei blasonati fino a 500 euro. Disponibile anche qualche mezza bottiglia. Non sono indicati vini a bicchiere.

In sala Donna AURORA PEIRANO, sorridente e di dolce gentilezza, guida un gruppetto dal servizio professionale all’altezza  di ogni situazione e in estate, stante l’ampiezza del dehor, lo staff viene adeguatamente rinforzato.

L’AMBIENTE è molto personalizzato e rispettoso della architettura d’insieme dell’antica magione signorile. Ogni angolo ha un suo fascino, compreso quello “antico” dei soffitti e delle pareti colorate, del pavimento piastrellato con motivi floreali, delle credenze della nonna, dell’oggettistica supportata da design “TT” (Tempo e Tradizione) che non tradiscono mai ed anche mise en place di gusto, con tovaglia o senza, a seconda della vostra preferenza. Impagabile poi la sistemazione raccolta del dehor in piazza, nell’anfiteatro di case storiche che attorniano il sito, oppure a mezzodì con vista diurna verso il sovrastante Castelvittorio, che “sboccia” magicamente da un costone di boschi verde scuro impenetrabili.

Veniteci senza fretta e prendetevi anche il tempo di visitare il paese, la chiesa del XIII° secolo con le celebri opere di Giovanni Canavesio (con il suo dipinto alto 4,5 metri). La sosta e forse, anche la vita, in questo “buon ritiro” ha addendi semplici: quiete + pacatezza = piacevolezza.

La recensione: a Lingueglietta il ristorante “DA U TITTI”

CIPRESSA  (Fraz. Lingueglietta) – DA U TITTI

Via Dolmetta 2 – Tel. 0183754510 – (riposo martedì)

Veniteci al cambio di luce del tramonto, quando la campanella della vicina chiesa antica segna la fine del giorno e il verde degli ulivi della vallata muta verso il nero, vinto soltanto dal campanile di Sant’Antonio che si staglia contro il cielo adagiato sul profilo delle montagne già scure. Magari prendetevi anche una mezzora per scoprire Lingueglietta, la sua unica chiesa-fortezza di difesa e suoi splendidi “carrugi” medioevali dei Conti di Lengueglia.   

Dal parcheggio, che da qualche tempo ha nuovi provvidenziali spazi, dopo una breve passeggiatina, trovate il locale: una sala più una capiente terrazza, dove poco è mutato rispetto al debutto, ma certo l’insieme ha design ingentilito e le mise en place sono classiche, eleganti, confortevoli.  

In carta è scritto “Mangiare è il piacere e l’emozione che un piatto ci dà quando lo annusiamo, lo assaporiamo e lo viviamo” Firmato Riccardo, Chiara, Stefano, Domenico, Fabio, Nadia, Tiziana, e tutta la famiglia U Titti”.  Con questa premessa dell’intero staff  ecco che la cucina promessa è quella  decisamente innovativa, non per stupire ad ogni costo, ma anzi straordinariamente equilibrata sulla evoluzione della tradizione. La apprezzeranno soprattutto i curiosi desiderosi di novità senza stravolgimenti ad ogni costo ma che anzi sono ben equilibrate. Ne gioiranno gli spiriti liberi che, stanchi di trovare nel piatto i soliti e pur rispettabilissimi antipasti misti-ravioli-coniglio-tiramisu, amano le novità, ma sensate e non “ad capocchiam”…    

Si può cenare ALLA CARTA, con proposte in continua evoluzione a seconda delle stagionalità e disponibilità. Il patron-cuoco è RICCARDO FARNESE, nato pasticcere, che cucina anche inventando con passione e dimostrando che la cucina può essere sprovincializzata con savoir faire pur rispettando la liguritudine; che la si può elaborare  in molti modi e fantasie, pronta anche a stupire il Gotha dei Gourmet del mondo fregiandosi come Grande Cucina; …in fondo la Cucina Mediterranea tanto acclamata, non è in gran parte proprio cucina ligure?

La voce PER INIZIARE (€ 20- 25) ) offre cinque scelte, tra gli altri il Gambero di Sanremo crudo e emulsione della testa, lattuga marinata, olio al chorizo, coriandolo e lime, agrodolce. Oppure  il Petto di quaglia al rosa e bombon di coscia, asparago bianco di Cantello, chutney di aglio nero fermentato, clementine di Savona  conservate, bietola.   

Segue la voce PASTA, RISO & RIPIENI (€ 18) con quattro proposte: i Rigatoni del pastificio Gentile, storione marinato, caviale di aringa, panna acida, piselli, levistico officinale (sedano di monte); oppure i mugnoli, (ortaggio del Salento), ma selvatici, più mascarpone di bufala, cozze, insaporiti con n’duja prudentemente dosata.

Tra le PIETANZE (€ 26-28) ecco il Pescato, sedano rapa, lemon gras, vongole, fave, piselli, olio al basilico. Oppure il Petto di Faraona in crosta di miglio, foglia di senape selvatica, latte e miele, cipolla … alla Veneziana, sissignore.

I DOLCI (€ 12), meriterebbero un assortimento di assaggini, non previsto purtroppo. Sceglierete quindi fra quattro titoli, tra i quali il Pisello in crème brulé, ricotta di bufala, vaniglia, cocco, menta, oppure la Fragola di bosco, rabarbaro, mozzarella e basilico.

Chiudono la lista della scelta alla carta: 3,50 euro per il coperto di buoni pani e focacce caldi; Acqua Plose € 3,50; Caffè e piccola pasticceria 3 euro.

Però già nelle prime due pagine si trovano ben quattro menu, con specifica dettagliata dei piatti che li compongono. Il MENU 5 CORSE a 48 euroil 6 CORSE a 58 euroil 7 CORSE a 80 euro – nonché il TITTI’N GREEN a 54 euro, quest’ultimo una provvidenza per chi ama la cucina vegetariana.

La CARTA VINI, di 15 pagine, inizia con una decina di “VINI ESTEMPORANEI” scritti a mano che val la pena di considerare; seguono etichette liguri e poi il resto d’Italia ed estero, con particolare ricchezza nell’assortimento di quattro pagine di “bollicine” italiane e straniere. I prezzi sono normali e molte etichette costano meno di 30 euro. Gli appassionati di Champagne trovano anche un non comune e sorprendente BdB nature dosage 0 Grand Cru di Veuve Blanche Estelle, RM (Recoltant Manipulant) a Mesnil sur Oger.

CONCLUDENDO: Straordinario il posto, tanto all’interno caldo ed elegante, quanto all’esterno con lo strepitoso dehor…. Patronne CHIARA, gentile e sorridente, governa con dedizione e maestria la sosta di ogni commensale, ben coadiuvata da personale rodato e capace. Due avvertenze: 1) occorre prenotare per tempo: è la contropartita del loro successo  (ho chiamato per un mese, sino a quando sono riuscito a prenotare un tavolo per soli quattro giorni dopo di domenica sera).  2) Nelle serate estive in terrazza c’è una dolce e fresca brezza collinare: se siete dei freddolosi regolatevi … Buon divertimento!

La recensione: a San Bartolomeo al Mare MOOD OSTERIA – La Femme.

San Bartolomeo al Mare – MOOD OSTERIA (già LA FEMME)

Via Cesare Battisti 58 – Tel. 3393811469 – 3397436938

Come stanno cambiando gli appellativi dei locali? Basta “ristorante”; ora usano i Fud’àuze? Tap’àuze? Iteri’pléis? Uàin’eri, Còffirestorant? Vabbè, anziché in inglisc-popular, fortunatamente molti li chiamano anche “OSTERIA”… . Pare proprio che nessuno voglia più promettere un “RISTORANTE”, preferendo un attributo minimalista che, volendo, consente anche delle “scorciatoie” nell’ambiente e nel servizio. Per questo locale, la denominazione “La Femme”, che nella parlata ligure suonava con un immeritato sardonico “a fàme”,  ora è diventata “OSTERIA MOOD”, ovvero un “luogo di ATMOSFERA”, come in effetti è: un ritrovo con pathos ed eleganza, preludio di delizie da “bon vivant” e di rara piacevolezze d’insieme.

L’AMBIENTE offre due alternative. Quella classica, un bel salone con pavimento in cotto nobile, veranda chiusa o aperta, tavoli distanziati, alcuni con tovaglia, altri senza, altri ancora con runner (tovaglie passanti), mise en place curate con tanto di bouquet di roselline bianche e gypsophila, abat jour a ogni tavolo, luci soffuse qua e là, atmosfera calma e romantica. L’altra, in versione estiva, a lato di tre grandi piscine, con sistemazioni meno formali, ma da veri gaudenti nella pace delle circostanti colline verdeggianti, con animazione discreta senza babilonie e cancan movidaioli.   

CARTA CIBI. Venendo più strettamente alla cucina: in lista viene dichiarato che, ove possibile, si utilizzano prodotti di provenienza locale, pasta fresca prodotta artigianalmente, pani e dessert preparati con farine italiane molto selezionate. Orbene, mentre vengono serviti degli invitanti apetizer appena preparati, vediamo un po’:

Dei cinque ANTIPASTI (€ 15-30) ecco il Gran Crudo di Mare, con crostacei e pescato, uniti a marò di fave e quinoa; oppure il Cappon Magro con verdure di stagione, salse tradizionali e crudité di mare (che mi è giunto meravigliosamente tiepido avendo chiesto di escludere le crudité).

Dei sei PRIMI PIATTI (€ 13-24) cito la campagnola Pasta ripiena alla ligure con biete, spinacini, ortiche e tarassaco e salsa di noci alle erbe; oppure il loro piatto ormai storico di Ravioli liquidi con ripieno cremoso di patate e tartufo nero uovo morbido e polvere di porcini.

Dei cinque SECONDI PIATTI (€ 18-22) è generoso il pescato del giorno cotto alla brace con crema di topinambur e patate al forno, oppure il Fritto misto di pescato, calamaretti e gamberi con verdure di stagione in gradevole tempura, la cui generosa portata nature vi farà un po’ bricciccare con le posate: non affrettatevi e fate come foste a casa.

Dei quattro DESSERT (€ 7), oltre al loro classico Zabaione caldo, fichi al vino speziato e croccante alle nocciole, cito la Stroscia all’Extravergine e olive candite e l’assolutamente inconsueto Gelato al basilico (magari osando abbinarlo al loro liquorino erbaceo).

Il SERVIZIO di sala, lesto come un tiro di palla, è sorridente, vivace e professionale ma non impettito ed ha completa autonomia essendo all’altezza di ogni situazione, anche per consigliare sui vini, assecondandovi se vorrete provare abbinamenti inconsueti.

A proposito di VINI: sono circa duecento, equamente divise tra bianchi e rossi, con molti prezzi intorno ai 24 – 30 euro, ma con vette adeguate nel caso di fuoriclasse (come per il celebre Barolo Monfortino Conterno riserva 2013), per soddisfare ogni richiesta, semplice o “esigente” che sia. Tra i migliori rapporti qualità prezzo segnalo il Sancerre DOP Terroir Silex Chateau de Fontajne-Audon 2021 (12% vol) a 38 euro.

CONCLUDENDO: non c’è MENU, come purtroppo usa  in molti locali da un annetto, ma si può calcolare che, con il coperto e l’acqua microfiltrata, per due piatti più dessert il conto va dai 42 euro ai 70 euro, un prezzo equo per un insieme così confortevole. Veniteci soprattutto nella bella stagione, quando i vastissimi spazi intorno alle tre grandi piscine offrono anche il frizzo di una serata di luna: la sosta lascerà il segno! Insomma, il posto giusto per fare il tagliando di manutenzione della vostra “belle vie”, cari impenitenti … sibariti ?!  

CAP D’ANTIBES BEACH HOTEL: nuove gestioni nei due ristoranti firmate Assaf Granit et Nicolas Rondelli

Sta per riaprire il celebre 4 stelle (passato alla Collection ADRESSES HOTEL) adagiato sulla spiaggia a un tiro di schioppo da Juan les Pins, con due ristoranti.

Il BABA sulla spiaggia privata, gestito dallo chef israeliano Assaf Granit (stellato a Shabour, Parigi), con cucina creativa, leggera e festosa, con influenze mediterranee che vanno dalla Provenza al Medio Oriente, con piatti orientali reinventati con ingredienti locali. Aperto da mezzogiorno a mezzanotte, Baba è posto attorno a un grande bar circolare molto conviviale e grandi tavoli disposti sulla spiaggia.

Sulle terrazze e sala vistamare soprastanti dell’ hotel, chef Nicolas Rondelli, Nizzardo, cura la cucina dello stellato ristorante Les Pêcheurs, (ultima recensione su questo BuongiornoGourmet 31 08 2016, dove officiava l’impareggiabile maitre Angelo Gelpi).  Lo chef offre un menu che mette in risalto i prodotti ittici, adattandosi agli arrivi e alle stagioni e ai produttori locali. Due i menù offerti: ‘Mare, con i suoi crostacei e pesce, e Terre, con piatti regionali.