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La recensione: il ristorante locanda LA FAVORITA ad Apricale

Una loro iconica e bella foto di pochi anni fa !

Apricale – Ristorante Locanda LA FAVORITA – Strada San Pietro 1 –

Tel. 3428740132 – www.lafavoritaapricale.com

Apricale, a soli 12 chilometri dal mare, un grappolo di case in pietra con dislivello di un centinaio di metri tra quella tenacemente aggrappata alla cima del costone e quella che in basso regge e chiude la visione del villaggio verso il corso d’acqua affluente del Nervia: uno spettacolo fin da quando, pochi anni fa, ottenuta la bandiera arancione quale N. 1 tra  i “Borghi più Belli d’Italia”, fu illuminato la notte da una partita di riflettori dall’ effetto magico presepe permanente.

La locanda, con prezioso parcheggio privato antistante, è posta di fronte al borgo, su un crinale ubertoso e verdeggiante, con un patio fiorito, ritiro prezioso per chi cerca pace e buona ospitalità in una delle sei camere (dedicate ciascuna ad un tema floreale).

Qui per anni hanno tenuto eroicamente alta la bandiera della buona ristorazione apricalese MARIA TERESA E MARIO ANFOSSO, che hanno fatto della buona accoglienza il “leit motiv” quasi romantico della propria esistenza. Oggi certamente essi saranno appagati nel vedere il figlio GIAN MARIO che, acquisite autonome esperienze anche all’estero, in grazia dell’ora e dell’età, prosegue nella tradizione di famiglia, dedicandosi alla locanda di casa con il giusto entusiasmo e savoir faire affinché, secondo la tradizione,  tutto risulti “giusto” e perfetto.
Il ristorante ha una grande sala a interna e un patio coperto ben sistemato.  Le mise en place hanno tovagliato importante e stoviglie con disegni provenzali di ulivo. Eccone tosto la CARTA CIBI (in tre lingue), di una brava cuoca, non Apricalese, ma rispettosissima dei dettami del posto: ANTIPASTI: Cima all’Apricalese (€ 12); I quattro antipasti caldi de la Favorita (€ 10) – La PASTA FATTA IN CASA è quella che ci si attende da una vera mamma sia nei Ravioli di Borragine ed erbette al burro e salvia (€ 13), sia nelle Tagliatelle al coltello impastate nel paté di olive di Renato Labolani e salsa ragu (€ 13). CARNE ALLA BRACE CON CONTORNI (€ 14-25) in sei proposte diverse, tra le quali la Gran grigliata mista, oppure le costine d’agnello, o la tagliata di manzo, la spalla o coscia d’agnello … Ai DESSERT vale la pena un assaggio di qualche formaggio particolare servito con bicchiere di vino ad hoc, ma il gran finale da non perdere assolutamente è il loro zabaglione con pansarole, servito “cu a cassa” dallo storico e spettacolare mastello in rame.

La CARTA VINI si apre con aperitivi e birre e prosegue con una trentina di proposte, con prezzi dai 15 ai 30 euro senza fossilizzarsi su vini liguri. Una etichetta, non consueta, ma qui disponibile da sempre? Diffuso in Francia, ma in Italia meno conosciuto di quanto meriterebbe, un Petit Verdot IGT/IGP Lazio, Casale del Giglio (€ 25) dai tannini morbidi e struttura elegante, abbinabile perfettamente con le carni alla brace. Disponibile anche qualche mezza bottiglia e vini a bicchiere.

Il SERVIZIO non traccheggia ed è anzi pronto, capace, accogliente. Non ci sono tempi morti, neppure nelle serate di maggior affluenza. Tutto perfetto? Beh, purtroppo nelle basse stagioni aprono solo dal venerdì alla domenica, ma non dipende da loro e comunque sono sempre aperti a qualunque prenotazione accettabile.

Concludendo un indirizzo da scoprire o da riscoprire se amate assaggiare il cibo tradizionale di questa vallata in un ambiente d’antan ma non tirato via ed anzi ben rinnovato, con un buon servizio ed a prezzi moderati. Però prenotate sempre!

La recensione: A Cervo il Ristorante San Giorgio

Cervo – RISTORANTE SAN GIORGIO – Via A. Volta 19 – Tel. 0183400175

Previo possibile parcheggio privato in una area di proprietà del ristorante posta a qualche minuto di “footing”, si oltrepassano le mura del borgo dalla porta antica e si giunge alla piazzetta del Museo Etnografico, dove già si “sente”  l’antica Liguria” nella sua più vera autenticità. Qui sorge questo ritrovo per buongustai che ha due anime: quella del bistrot-cantinetta “décontracté” (già recensito qui  lo scorso settembre) e quella del ristorante più formale del quale riferisco oggi.

Tre salette con ambienti differenti tra loro, un cucinino antico molto civettuolo (con un tavolo per due per occasioni particolari), una grande terrazza elegante protetta da tendaggi mobili che non è esagerato definire magnificenti. La costruzione è anche contornata da terrazzini “di ringhiera” con quattro tavoli da due e vista dal bordo mare sino al Pizzo d’Evigno (h. 1000 metri), dagli impagabili cambi luce al tramonto. Le sistemazioni sono classiche, anzi in una sala quasi opulente: tovaglie di Fiandra,  argenterie, ricchi bouquet, mise en places e stoviglierie firmate: ogni particolare è curatissimo.   

La lista cibi di Donna CATERINA LANTERI CRAVET prevede: quattro ANTIPASTI( € 27-40) tra i quali cito le Acciughe ripiene e fritte servite con Trevisana condita con salsa di acciuga e aiolì.Cinque PRIMI PIATTI (€ 22-30), tra i quali  il Risotto riserva San Massimo, zafferano, spinacino, Reggiano, carpaccio di gamberi crudi, Mostarda di Cremona, zenzero e perle di balsamico. Otto PIETANZE  (€ 26-60) tra le quali i Gamberi locali con fegato grasso, marmellata di cipolla in ristretto al Marsala, oppure con marmellata di cipolla e frutta. Sei i DESSERT (€ 13), tra i quali cinque dolci ed anche una alternativa di FORMAGGI MISTI; che possono essere accompagnati da un vino ad hoc servito a bicchiere. Quindi, per un pasto da quattro portate servono dagli 88 ai 143 euro.

Per chi vuole preventivare un conto certo e conveniente, c’è anche un MENU DEGUSTAZIONE (€ 65), di cinque portate che, alla data del mio passaggio di giugno consisteva in: 1) Carpaccio di mare, avocado, scorzette di arancia candite e wasabi; 2) Seppia alla piastra su vellutata di piselli e zenzero, nocciole tostate; 3) Gnocchetti di mare con Reggiano e peperoncino; 4) Scaloppa di pesce al sale, bruschetta con pomodoro fresco e bottarga di tonno, salsa Cappon Magro; 5) Dolce.In calce al menu seguono le seguenti testuali avvertenze senza alcuna democrasticheria: “a) Menu servito per l’intero tavolo – b) Se si volesse cambiare 1 piatto, verrà applicato il costo intero dello stesso al prezzo del menu. Esempio: menu a 65 euro più costo del piatto scelto in sostituzione”. Ma, conoscendo la generosità della casa, sono convinto che in pratica la norma sia solo dissuasiva e venga applicata con …moderazione, solo in casi in cui a un tavolo si ganzi arrovogliando troppi cambiamenti, tali da snaturare il concetto di “menu per tutto il tavolo”.

La CARTA VINI, curata dal patron cantiniere competente ed appassionato, inizia “in sordina” con una pagina di otto APERITIVI  e vini a bicchiere (€ 5-15), cui segue la proposta di 15 mezze bottiglie. Il prosieguo  è scialargaudioso anche per i più esigenti cultori di Bacco: 45 etichette di “bollicine italiane, 200 Champagne  e poi una sequela di venti pagine scritte fitte fitte con centinaia di vini italiani e di numerose nazioni del mondo: a prezzi giusti.

Il SERVIZIO, coordinato con un certo aplomb “liguringlesizzante” da Patron ALESSANDRO, conta su  personale capace, sorridente e vivaddio anche stabile, a partire dallo storico MICHELE, sempre simpaticamente un po’ vostro “complice”.

Infine due chicche: 1) a lato del ristorante sorgono anche DUE CAMERE molto caratteristiche e curate nelle sistemazioni. Googlatevele sul vostro cellulare e vedrete …! 2) Nel caso non improbabile che il ristorante sia completo, chiedete se hanno posto alla sottostante enoteca Sangiorgino: la cuoca è la medesima…

Roquebrune Cap Martin: apre LOULOU PIRATE… sugli scogli dell’ex LE PIRATE del mitico Albert Viale

Ha riaperto ieri il mitico locale anni ’50 del secolo scorso, durato fino agli anni 80. Vedrà nuova fama? A suo tempo il Gotha del mondo accettava di prenotare con largo anticipo per sedersi da Albert Viale (la cui madre era di Vado Ligure, mi confidò davanti a un bicchiere del suo vino rosso verso la fine degli anni ’80). Decine i personaggi del secolo scorso si sono sedute qui, cominciò Harry Belafonte e fu il primo, ma ne seguirono a decine, da Sinatra, Callas e Onassis, Alain delon, Cregory Peck, Kirk Douglas, BB …

“Il n’y aura pas d’ânes, et on ne cassera pas des assiettes”, ha precisato ai giornalisti patron Claire Malafosse. Il locale avrà diverse terrazze con altrettant tavoli nonché uno spazio invernale… I prezzi sono abbordabili . Sarà aperto dalle 19 alle 02, con ultima comanda fino alle 23.30.

Altre info, menu e carta sul seguente link:

https://assets.website-files.com/6480b68b745f575d934cac68/64afb5e0647b16dcbfaa6a08_Menu_Food_Pirate_site.pdf

La recensione. A Montecarlo il ristorante LES AMBASSADEURS by CHRISTOPHE CUSSAC dell’Hotel Metropole *****

Montecarlo – LES AMBASSADEURS by Christophe Cussac

Hotel Métropole ***** – Leading Hotel

4 Avenue de la Madone – Telefono +377 93 15 15 10

www.metropole.com

Aperto dal giovedì alla domenica. Solo a cena.

Al 5 stelle dal lusso montecarlino si è ricevuti da ben due “valet”: uno prenderà in consegna la vostra auto e l’altro spingerà la porta girevole verso la hall. Dopodiché, attraversati gli ingressi e il lobby bar/café dalle atmosfere un po’ fané con luce “sombre” e per nulla insolente, troverete una giovane elegante e sorridente la quale consulterà il suo leggio delle prenotazioni e vi farà prontamente accompagnare al vostro tavolo. E fin qui si sono occupate di voi già quattro persone.

L’atmosfera è quella del ristorante classico alla francese, ormai raro a trovarsi così curato nei particolari: hanno persino recuperato il nome del ristorante, Les Ambassadeurs, quello che già troneggiava qui oltre un secolo addietro. 

Da oltre due anni gli estimatori del lusso del Principato attendevano questa riapertura e l’ora è finalmente giunta. Nel segno della continuità, rappresentata dallo chef CHRISTOPHE CUSSAC, la cui “mano” in cucina è inconfondibilmente personalizzata e si è anche evoluta rispetto a quando il ristorante aveva la titolarità dell’ allora primo chef di Francia Joel Robuchon.

Di quest’ultimo troverete confermati ancora oggi sia … l’olio andaluso Masia el Altet, semplicemente vergine, ma di grande equilibrio e quasi pastoso, come fosse stato “franto” al momento, sia il Puré (con il 25% di burro; dagli anni ’80 il più famoso di Francia e quindi del mondo).

Cussac offre una cucina tutta sua, che pare semplice nei risultati di grande naturalezza, ma solo grazie a rigore, precisione e costanza nelle preparazioni, che sono inconfondibili. Cibi preparati in una cucina tutta nuova di ben 600 mq., mi dicono con uno stuolo di cuochi, alcuni confermati rispetto al periodo antecedente alla chiusura, così come il bravissimo pasticcere Patrick Mesiano, ai quali si sono aggiunti nuovi arrivati selezionati severamente.

Ecco alcuni piatti realizzati con tecniche di cottura evolute e ingredienti di primordine e non sempre facilmente reperibili: Oeuf Bio Rafraichi jus de ratatuilles; Petits Pois-Bacon-Carotte gelée végétales à l’orange; Crable bleu de Mediterranée blé vert de saveur herbacée; Sardine Marinée caviar et citron de Menton; Tian de Rouget de Roche courgettes nicoises; Tomate et Encornet guanciale grillée; Langoustiner Maltaise haricots verts; Lasagne de Homard estragon, epinard et spianata; Saint-Pierre et l’artichaut bouillon de coriandre; Pigennau et Laitue crémeux de Parmesan; Cotelettes d’Agneau de lait,  thym et pois chicche acidulés; Ris de veau oseille et petite girolles. Alcuni li ho assaggiati e direi che il titolo della lista, “Les Fines Bouchées”, i cui componenti costano dai 27 agli 85 euro l’uno, è veramente centrato. La intera carta di quattro pagine è consultabile facilmente sul sito del ristorante www.metropole.com

Nel volume/tomo della CARTA VINI, sono elencate centinaia di etichette di ogni tipo per ogni esigenza e il simpatico e bravo sommelier ANTONIO CARTA, nel principato da soli cinque giorni alla data del mio passaggio, ha servito senza problemi dei pregiati vini a bicchiere, ma diversi! Champagne, Chablis, Puligny Montrachet, Saint-Julien, uno per ognuno dei quattro differenti piatti degustati: abbinamenti perfetti. Non si può chiedere di meglio, per un tavolo di sole due persone.

Sono una quindicina gli addetti alla sala, diretti magistralmente dal veneto MARCO TOGNON, referenziatissimo nel mondo, e tutti lavorano in armonia non … creando … vortici, anzi accolgono deliziosamente calmi, sorridenti e capaci, “comme il faut” e come ci si aspetta in un AMBIENTE di cotanto confort. A partire dai tavoli con mise en place personalizzate, comode poltrone con braccioli, candele accese, bouquets, il carrello con una dozzina di qualità di pane e quello con una dozzina di dolci ed anche, mica facile a Montecarlo, la vista dalla terrazza sui giardini antistanti il Carré d’Or montecarlino. Infine una piccola perla: provate a prenotare alla “Table du Chef”, il tavolo comune con quattro sgabelli (poltroncine imbottite) adiacente al fronte cucina e sarà un piacere osservare la manualità perfetta nell’incredibile silenzio che domina ai fornelli … un vero spettacolino raro …

Concludendo: una botta di vita che ricorda tempi da Dolce Vita, con accoglienza conviviale seppur di grande classe. Grazie grande Christophe e … sempre avanti !

La recensione: a Badalucco il ristorante CIAN DE BIA’

Badalucco – CIAN DE BIA’ – Via Silvio Pellico 14 – Tel. 3206622079

Lasciate l’auto al capace PARCHEGGIO comunale, godetevi poi il ponte sullo slargo del torrente Argentina che abbraccia maestoso grandi massi rotondi e levigati (purtroppo privo ormai del canale verso il lavatoio, alluvionato) e prendetevi almeno una ventina di minuti per esplorare gli allampanati vicoli bui che il sole non rasenta neppure di sghimbescio, ma colmi di storia, tradizione e con “anima” eterna.

Guadagnato il fine vicolo dove si trova il ristorante, si sale al primo piano della costruzione in pietra dove esistono due minuscole salette per pochi intimi i quali, previo bisbiglio da bocca a orecchio, approdano poi a questo indirizzo, ban sapendo dove vanno. Troverete un AMBIENTE leggero, gradevolmente conservato all’antica, ristrutturato con mano leggera e capace, con tanto di fili di illuminazione “a treccia” come usava nel dopoguerra (ma perfettamente a norma di legge). Le mise en place sono classiche e curate e tutto è di familiare confort. 

Il SERVIZIO, nel giorno feriale del mio passaggio, è stato effettuato dai proprietari. Passano, presentano e posano un piatto di portata su ogni tavolo e lasciano che vi provvediate della quantità che desiderate, come avveniva nei tempi andati nel “rito” delle cene in famiglia. Nessuno poi vi chiederà il motivo se, come i salutisti eternamente a dieta, avrete solo assaggiato, ma invero sarà più probabile e frequente che abbiate ceduto a finire il piatto, magari facendo anche “scarpetta”.

Ecco la LISTA CIBI, serviti generosamente. L’elenco ha una certa variabilità a seconda delle stagioni ma generalmente comprende: la perfetta insalata russa, i frittini di primizie di stagione caldi e morbidi al punto giusto, il classico vitello tonnato, i ravioli preparati con erbette e bietole di campo (sono differenti dalle coltivate!) con olio e timo, le tagliatelle al ragù, il coniglio magro in casseruola con fondo all’alloro, l’arrosto con contorni, il generoso budino crème della nonna e le immancabili frittelle di mele calde. In precedenti passaggi avevo trovato anche altre golosità: una selezione di salumi di selvaggina, una insalata di fagioli di Badalucco, dei funghi porcini impanati, la ormai rara cima ligure con salsa verde, il cinghiale con polenta, l’agnello Brigasco al forno con patate, la torta di Badalucco con zabaione….

ROVENA QERIMI, che già in passato esplicava qui il compito di perfetta cameriera, oggi è stata “promossa” ai fornelli, dove si fa altrettanto onore. La fatica del nuovo solingo impegno non ha spento né il suo sorriso né i suoi modi gioviali: se vi affaccerete verso la cucina prima di congedarvi, la troverete sorridente, affabile e grata.

La CARTA VINI recentemente in corso di aggiornamento e comunque poco praticata: la clientela si accontenta delle proposte a voce del patron, ma è un vero peccato perché la lista … è ricca rara pur essendo poco ricaricata; anzi è a prezzi da amici, come del resto lo è la sosta nel suo insieme: sui 40 euro per una intera cena. Conoscete di meglio?