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La recensione, a Sanremo l’Ittiturismo Motobarca Patrizia

Ittiturismo Motobarca PATRIZIA – Sanremo

Corso Trento e Trieste 21 Tel.01841891905 -3392405729 – 3498188317 – www.ittiturismo.net

E’ una famiglia di pescatori professionisti (che rifornisce anche molti dei migliori ristoranti liguri), ma venendo qui non incoglierete, come probabilmente immaginate, in un peschereccio spartaneggiante, ingombro di reti verricelli, attrezzami vari e abbigliamenti alla pescatora… No, troverete il locale placidamente a bordo della strada a mare in adiacenza alla spiaggia dell’Arenella tra i due porti turistici, con possibilità di sosta proprio di fronte. E’un ristorante reputatissimo sin dalla precedente insegna “Giannino”, ovvero da decenni.

AMBIENTE. Ha una veranda protetta dal design marinaro “leggero” ed anche una sala capiente arredata in modo tradizionale, lampadari a goccia, caminetto sempre acceso, tavoli ampi ben distanziati ed apparecchiati classicamente, poltrone comode, musica in sottofondo discreta e una cucina a vista con vetrate insonorizzate oltre le quali il vero spettacolo è la cucina ordinata, con gli addetti sereni ed operosi sotto l’occhio del giovane chef cui non sfugge alcun particolare. Ma veniamo alla lista. ANTIPASTI (€ 15-25): sono sei, tra i quali il Gambero Viola di Sanremo, insalata di agrumi, pomodorini e cipolla agro; oppure il generoso Crudo della barca (€ 30).

PRIMI PIATTI (€ 17-25): sono cinque, tra i quali gli Spaghetti con crema al burro di bufala e limone con alici di loro preparazione; oppure gli Gnocchetti di patate con bisque di Gamberi allo zafferano.

Dei SECONDI PIATTI (€ 24-28) è invitante il “Fritto della nostra motobarca”; oppure andrete anche sul sicuro con il Pescato del giorno, semplicemente preparato classicamente in ogni maniera da voi preferita (€ 9 etto).

DESSERT (€ 9): gli amanti del cioccolato, ne troveranno di tre tipi nella portata di Namelaka. Ma potete sorprendervi anche con una proposta che è ormai di una vera rarità: il “Cesto di frutta fresca” proposto, come ai bei tempi di una volta e, beninteso, con immancabile assortimento di prima scelta. 

SERVIZIO: Come a casa, come in famiglia ? Sì,  ma senza approcci troppo intromissivi, sia da parte del personale che della proprietà. C’è naturalezza e rispettosa comunicativa, che fanno si che si occupino di voi facendovi sentire “al centro”, ma senza stucchevoli enfasi teatrineggianti né lunghe descrizioni da dormia. 

VINI: la carta offre grossomodo un centinaio di etichette, con buone referenze e prezzi giusti, a partire da 20 euro. C’è qualche mezza bottiglia e cinque vini  sono serviti anche a bicchiere (€ 6). Non mancano vini stranieri ed anche bottiglie blasonate, a prezzi giusti.

CONCLUDENDO: Nella città festivaliera, dove per i più ciuccierelloni non mancano attrazioni e tavole, scrivendo come usa oggidì, fowardate da feisbuckanti influencer, content-creator, talles-story-telling, ristofriendly  ed altri moderni Dulcamara (l’affabile imbonitore del Donizzetti, tanto per retroviare in italiano), si scopre che c’è ancora chi, senza grancasse mediatiche, lavora silenziosamente e tiene duro incapponendosi a fare cucina seria, con prodotti giusti, ricette classiche attualizzate ai nostri tempi di mediterraneizzazione delle ricette, servendole anche “comme il faut”, con porzioni giuste, in un ambiente elegante ed a prezzi non roventi. Ci vogliono felici e contenti e mi pare occasione buona e giusta per … assecondarli e tornare ogni tanto a fare un tagliando di buonvivere.    

La recensione. A Bordighera Ristorante La Cicala

LA CICALA – Bordighera – Via Lunga 16 – Tel.0184261815 – www.lacicalabordighera.it

E’ facile la sosta libera sull’ampio parcheggione posto alla fine dello svincolo che dall’ autostrada porta a Bordighera Alta. Pochi passi ed ecco il centro storico di Bordighera, che di suo merita la visita, il quale da anni pullula di localini da buona vita invitanti e scevri da eccessivi formalismi. 

Questo ristorante è da anni uno dei migliori. Patronne CRISTINA VOLCAN, (vulcanica appunto) una la fa e un’altra la pensa per realizzarla subito dopo. Quest’anno s’è inventata pure i festeggiamenti per il carnevale, che pare siano stati riuscitissimi ed apprezzati anche da persone di passaggio. 

Il locale ha AMBIENTE. Un bel dehor estivo in piazzetta con qualche scorcio di vista  e all’interno è minuscolo ed intimo. Non mancano quadri moderni alle pareti immacolate, illuminazione moderna e acconcia, tovaglioli di stoffa, una moderna lucerna a batteria ad ogni tavolo, i secchielli per i vini bianchi e quant’altro d’uso e comodo in un ristorante alla mano, ma di tono e confortevole.

A tavola il minimo comun denominatore di sempre è la serietà della cucina dell’intransigente chef-patron GIOVANNI MOLINARI. Nell’ambito dei cambiamenti periodici, rimpiango ancora le loro famose trecce di pane che erano una irresistibile tentazione per chi non era a dieta, ma oggi ci sono le panissette fritte, sotto forma di gustosi e perfetti bastoncini, cui segue il cestino di buon pane.

Gli ANTIPASTI (€ 14-32) sono sette, tra i quali  il Carciofino alla giudia, sformato di gambo di carciofo, salsa al Castelmagno, crema di caprino e olive candite; oppure le acciughe dorate servite con osmosi di pomodoro. I PRIMI (€ 17-23) sono cinque, tra i quali i Ravioli di ortica e cime di rapa selvatiche, conditi con sughetto di pomodori ciliegini e fiocchi di burrata affumicata; oppure i Paccheri con ragu di polpo “ubriaco”. I SECONDI (€ 23-42) sono cinque, tra i quali gli scampi locali alla griglia ben trattati e presentati, oppure il Galletto nostrano in tre cotture: petto all’acero, coscia al vino rosso, aletta fritta. I DOLCI (€ 6-9) sono quattro, tra i quali lo Zabaione fatto in casa; oppure il Dolce di amarena fava Tonca con pan di spagna alla mandorla.

La CARTA VINI è ben fornita ed ha selezione da intenditori; molti prezzi, caso raro, non sono cambiati rispetto al mio ultimo passaggio di un anno fa; ad esempio 26 euro per il Pinot Bianco DE VITE di Hofstatter, un vino nato per “avvicinare” i giovani al mondo di Bacco, ma che ha avuto molto successo soprattutto presso il gentil sesso. 

Il SERVIZIO è pronto, comunicativo, premuroso, attento ai vostri desiderata e preferenze e le risposte non sono soltanto di maniera: vi “stanno a sentire” non per finta e si fanno carico delle vostre osservazioni. Caso ormai raro nella ristorazione moderna, la quale sempre più frequentemente usa formule di risposta addirittura codificate da scuole di marketing che “girano” anche sul web, posponendo e differendo soluzioni col menare il can per l’aia sino ad arrivare al conto liberatorio di ogni questione. Beh, qui proprio non succede. 

CONCLUDENDO: Il locale è comodo e confortevole, il servizio è perfetto, la cucina ed i prezzi sono giusti, la carta vini è invitante: annotiamo il loro numero in agenda ma, attenzione, essendo la clientela fedele e numerosa, è prudente prenotare sempre!

La recensione: la Locanda Barbacana a Villanova di Albenga

 

Villanova di Albenga – LOCANDA BARBACANA

Piazza Torretta 9 – Tel. 3395611414 – www.barbacana.it

Villanova è il borgo dove persino le pavimentazioni dei vicoli non sono banali e le porte e le facciate delle case sono permanentemente adornate da verde e da piante da fiori: che bella sorpresa! Non per caso la lungimiranza degli amministratori ha evidentemente favorito l’installazione permanente di vasi privati di piante sui pubblici vicoli, affidandone la manutenzione alla sensibilità degli abitanti, i quali a loro volta hanno capito, condiviso  e mantengono: che io sappia un raro caso nel ponente ligure. Quanto ai parcheggi, ve ne sono ad abbondanza proprio a ridosso delle mura del XIII secolo dove, appunto si trova la locanda qui recensita.

Sul volumetto della guida critica nazionale che consiglia e loda questo ristorante è scritto, tra l’altro, che l’ambiente è “elegante”. In verità dal di fuori la vetrata vintage offre la vista di tavoli anonimi con sottopiatti tondeggianti in vinile scuro e minuscoli tovaglioli di carta leggera che fanno presupporre un luogo assai spartano… Ma entrando trovo atmosfera giusta, pronta ACCOGLIENZA da parte della premurosa patronne, ospitale e con sorriso aperto, la quale ci offre di accomodarci ad un tavolo da quattro, nonostante che ve ne siano anche da due, poi ci accompagna al tavolo, si occupa di custodirci i “giacconi” anziché lasciarceli appendere alla sedia come purtroppo è d’uso un po’ ovunque e infine, ci porta subito le due carte cibi e vini.

MICHELE CAMMARATA, patron del locale, con precedenti a fornelli di ottima scuola, ha predisposto una carta assai fantasiosa che però non compare sul sito web, indizio di una cucina “giorno per giorno”. La lista non è lunga, ma invitante: cinque ANTIPASTI (€ 12-15), tra i quali la Tartare di Fassona, asparagi alla griglia, crema di alloro e chips di Pecorino; oppure delle rustiche Rostelle di capra abbruzzesi a € 1,50 l’una, gettonatissime! Due PRIMI PIATTI (€ 14-15), dei quali ho assaggiato i buoni gnocchi di patate, polpo, Robiola, pomodori secchi e curiose “biglie” di Parmigiano. Cinque SECONDI (€ 15-19), tra i quali il Salmone alla griglia, cavolo scottato e maionese al basilico; in alternativa esistono ben quattro proposte di carne. I DESSERT (€ 6) vengono elencati a voce a fine pasto e variano, dal Portamisù (una preparazione diversa dal tiramisù), alla Sacher Torte nelle serate più importanti come, ad esempio, a quella di San Valentino.        

Esistono anche due proposte di pasto a prezzo fisso. La GRILL EXPERIENCE (€ 50 ), un menu proposto dallo chef comprendente 7 portate, ovvero Benvenuto con aperitivo seguito da 5 portate fantasia e il dolce, oppure il TASTE MENU (€ 35) che riprende la Grill Experience, ma ridotto a 5 portate più il dolce.  

La CARTA VINI consiste in sole 25 etichette, ma sorprendente per la concentrazione di bottiglie tutte di ottima selezione ed anche per i prezzi onesti; a partire dai 18 euro, che crescono dolcemente sino a 50 euro per un buon Champagne Brut “Gregory” Michel Mailliard dal perlage fine fine.

CONCLUDENDO: il locale è informale ma piacevole e sorprendente per la qualità delle eterogenee proposte della cucina. Il servizio “vva”, perspicace e privo di difetti, ben rodato e senza cali di tono, anzi piacevole per la prontezza nel capirvi al volo, attento e diligente senza “tirarsela” minimamente. Infine: offrono anche tre camere (€ 65-95), che non ho visitato, ma che sul loro sito risultano eleganti, accoglienti e confortevoli, con terrazza in cima alla torre per piacevoli prime colazioni…. Non viene quasi voglia di accasarsi qui ?!

La recensione. A Sanremo il ristorante “LA PIGNESE”

Sanremo – LA PIGNESE – Piazza Sardi 7 – Tel.0184501929 – www.lapignese.it

Dal 1919, condotto sempre dalla stessa famiglia, questo è “il ristorante” per antonomasia della clientela locale più signorile, ma anche dei molti “foresti” esigenti i quali ormai da decenni lo frequentano appena tornano a Sanremo, conoscendone il livello, che è ancora migliorato in questi ultimi tempi. Le Guide Nazionali negli ultimi anni lo hanno un po’ trascurato; ma non fateci caso e, poiché, finito il recente ambaradan festivaliero sanremese, si sono concessi una decina di giorni di chiusura, potrete contare sulla loro riapertura dal 22 febbraio 2024.  

La CUCINA è impostata su piatti decisamente tradizionali senza età, ma tenendo il passo con le esigenze della clientela in tempi di Cucina Mediterranea, la quale, in definitiva, collima in gran parte con la cucina ligure di sempre. I fornelli sono spettacolarmente dietro ad una vetrata là in fondo ed è piacevole anche la vista dei cuochi in divisa bianca o nera ed anche degli invitanti spettacolari sbuffi vaporosi dai pentolami…  

Gli ANTIPASTI (€ 25-28) sono sei, tra i quali i Moscardini novelli al rosmarino, olive e vellutata di Fagioli di Conio; oppure il terragno piatto di Polenta grigliata al timo con fonduta di Castelmagno. 

Le PASTE (€ 17-20) sono sei, tra le quali gli Spaghetti Monograno Felicetti all’amatriciana e Gamberi di Sanremo; oppure il Risotto del peschereccio variabile a seconda del pescato del giorno. Per i piatti in cui necessita, compare la formaggiera d’argento con Parmigiano grattugiato, al momento (mica sempre altrove).

Le ZUPPE (€ 18-32) sono tre, quella di pesce oppure, addirittura il Minestrone genovese classico, quasi mai reperibile nei ristoranti della provincia.

Il PESCE (€ 26-32) è proposto in ben otto titoli, tra i quali il Pescato del giorno alla Ligure con patate olive Taggiasche oppure al sale o alla griglia. Notevolissimo lo stoccafisso in umido ed anche la Grigliata di pesce crostacei e verdure.

Ai CROSTACEI (€ 35-38) è dedicata una pagina; cito i Gamberi Rossi di Sanremo flambati alla grappa di moscato oppure semplicemente al vapore o alla griglia.

Tra le CARNI (€ 26-28) segnalo il loro classico Agnello glassato al forno con carciofi e patate rosolate.

Le VERDURE (€ 8-9) di contorno ai piatti predetti saranno al vapore, o a julienne oppure semplicemente servite come insalatine varie di campo.

Per i DESSERT (€ 8) non ho visto formaggi, ma la pasticceria è disponibile con la circolazione in sala del Gran Carrello dei Dolci della casa, invitanti.

Le porzioni sono sempre generose. La sera del mi passaggio non ho trovato menu e sul sito del ristorante la pagina esso risulta “in lavorazione” senza altre informazioni. Comunque, per antipasto, primo, secondo con contorno, dessert, i CONTI alla carta oscillano da un minimo di 84 euro ad un max di 119 euro.

La CARTA VINI è ben fornita anche di etichette straniere, a prezzi normali, molte sui 30 euro; sono disponibili anche vini a bicchiere. Auspicabile un “rinforzo” nell’elenco delle etichette straniere di vini da dessert.

Il SERVIZIO è professionale, pronto, capace (“Desgurdiu”, ho sentito dire da Sanremaschi in sala). Senza salamelecchi di maniera, ma spontaneamente gentile e disponibile.     

 L’ AMBIENTE è elegante e curato, anche al mezzodì, con preziose tovaglie bianche che denotano “in via breve” una certa classe rispetto “senza tovaglia”. Le sedute sono confortevoli e le mise en place gradevoli, sia nelle due sale che nella veranda vetrata adiacente, struttura che, nelle serate di Festival o di altre manifestazioni di spettacolo, è un po’ una vetrina di personaggi del mondo dello spettacolo: “Sanremo è Sanremo”. 

La recensione. A Cipressa (IM) il Ristorante BUONA VITA

Cipressa (IM) – BUONA VITA – Piazza Mazzini – Tel 0183 98000

Oltrepassata la sala bar, una breve scala immette al bell’ AMBIENTE della sala dominata da un giga-camino in pietra sempre acceso in stagione, scaffalature a vista e belle sistemazioni di design, con parete di specchi che raddoppiano il “respiro” del locale dando visuale anche a chi siede di schiena alla sala. Le illuminazioni dai toni caldi fanno il resto creando un’ atmosfera quasi … voluttuosa ma senza troppismi stucchevoli. I tavoli non hanno tovaglie ma ci sono seri tovaglioli in stoffa. Le mise en place e le stoviglierie sono “moderne” e non sempre consuete fino alle tazzine da caffè senza manico (magari c’è chi le ritiene “toghissime”e le gradisce…). Comunque l’insieme ha un’aria piacevolmente “decontractée” e non impegnativa, ancor più nella separata veranda vetrata, la quale al mezzodì offre piacevole vista sui dintorni ameni e verdeggianti.

DANIELA FRASCHETTA, dal cui curriculum on line risultano stages presso importanti chef (Sadler, Cedroni e Corelli), officia da gennaio scorso a questi fornelli. La CARTA CIBI premette che tutte le paste fresche il pane e le focacce (splendide) “sono di propria produzione e realizzate con farine biologiche”; inoltre  accanto ad ogni titolo c’è una spiegazione dettagliata delle singole vivande proposte. Quattro ANTIPASTI (€ 14-18) tra i quali il Cappon Magro con pesci, crostacei e verdure al vapore accompagnato da una delicata salsa verde, arricchito da un generoso collare di cozze, buono anche se privo della tradizionale Galletta del Marinaio; oppure l’appetitoso “Il  Carciofo: sformatino con la maionese di pomodoro e frittella ripiena di maionese fior di latte”. Quattro PRIMI (€ 15-20), tra i quali le Picagge, pasta fatta in casa con farina di castagne, pesto, fagiolini, patate e Prescinseua, ricetta assai diffusa nel levante ligure; oppure i poderosi Pansotti ripieni di erbe di stagione e leggera salsa di noci all’olio EVO. Cinque i SECONDI (€  16-22), tra i quali il Pescato del giorno, vellutata di patate aromatizzata al limone, carciofi trifolati e timo, oppure i Frittini liguri (acciughe con il ripieno della tradizione, panissa al cipollotto e polpettine  di Brandacujun accompagnati da maionese all’aglio di Vessalico). Nei DESSERT fà capolino l’invitante Tagliere dei formaggi, prodotti dalla Carnus di Rezzo, accompagnati da frutta di stagione, mele marmellata (€ 14); oppure, tra i quattro dolci, non è da perdere la composizione di Torte al cacao, due cremosi al cioccolato e gelato al cioccolato fondente (€ 6).

Un PASTO COMPLETO va da 53 a 74 euro per 4 portate, cui vanno sommate le bevande. Ma esiste anche l’invitante alternativa del MENU DEGUSTAZIONE a 40 euro di 5 portate scelte dalla cucina per tutto il tavolo, comprendente acqua e caffè ed esclusi solo i vini. Al mezzodì una lavagnetta invita allo spartano MENU PRANZO a 15 euro, di due portate proposte dalla casa. 

La CARTA VINI, fornita e ben selezionata, è in costante aggiornamento, ha prezzi normali anche negli Champagne ed ancor più competitiva in altre etichette straniere.

Il SERVIZIO, con personale capace, non tracheggia ad occhi bassi e non “mena” affatto il turibolo con andirivieni o soste inutili, anzi è attento e pronto a prevenire  i vostri desiderata.  E’ proprio grazie alla gentilezza spontanea ed al sorriso aperto della “sala” che la sosta si perfeziona e franca la parola completando questo momento di … Buona Vita.

CONCLUDENDO:  Il locale mi pare adotti una certa “democratizzazione” con proposte  attese e richieste da clientela fedele da anni, rifuggendo dagli azzardi nei piatti e servendo porzioni  generose. Se amate coniugare seriamente il verbo mangiare, con una cucina tradizionale ma non vecchia ed anzi evoluta coi tempi, qui vi troverete bene. Il locale è in evoluzione, in bassa stagione potreste trovarlo chiuso nelle sere di domenica, lunedì, martedì, mercoledì, per cui è prudente prenotare sempre ed anzi chiedere se c’è in programma qualche serata, anche perché potreste trovarne qualcuna a tema (es: Cappon magro), talvolta di giovedì, con menu comprendenti i vini a prezzo prestabilito e conveniente. In estate, l’usanza degli ultimi anni è stata quella di apparecchiare la sera su una grande terrazza posta ad una cinquantina di metri, con  panorama su mare e villaggio, con frescura ed atmosfere che inducono a far tardi, piacevolmente. Segnatevi il loro numero in rubrica !