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Il ristorante della settimana: Scola a Castelbianco

 

6 2014 (13)Castelbianco

ALBERGO SCOLA

Via Pennavaire 166

Tel. 0182 77015

www.scolarist.it

A una quindicina di chilometri a monte dal casello autostradale di Albenga, la grande casa in pietra svetta nel buio, con illuminazione parca e invitante. Sin dal parcheggio privato (a una cinquantina di metri dall’ingresso) sentirete il profumo del caminetto che, attraversato un giardino, troverete sempre acceso nella saletta ante ristorante. Una famigliola di appassionati segue da decenni questa “locanda istituzionale”, perennemente aperta dove anche nei feriali “impossibili” troverete sempre qualche cliente. Hanno saputo adeguarsi alle mutazioni dei tempi e hanno ormai smesso di “fregiarsi” delle “fungate” di ottobre per offrire invece, oltre che la cucina della tradizione, anche dei piatti meno consueti nel nostro entroterra e più “à la page”, preparati anche con prodotti particolari. Ecco ad esempio, il menu Carpe Diem, da andarci “giù a sbanfa”: 1) Il carciofo di Albenga, cucinato in cinque modi – 2) Il tortello di fichi e fegato grasso su passata di scalogni – 3) La guancia di manzo stracotta in fondo di caffè – 4) I tre sorbetti finali (buoni ma un po’ sottotono rispetto al bendidio che li precede). Il tutto per totali 35 euro. Con qualche piatto in più si passa al menu a 60 euro, oppure si può tranquillamente scegliere alla carta, comprendente anche la selvaggina o dei piatti vegetariani. E’ bello anche “sfidare” (come d’uso dire oggi) la completezza della sterminata carta vini e l’assenza di asterischi, divertendovi a scegliere un vino “non consueto” (come ho fatto io con un Petit Verdot di uno degli unici due produttori italiani) e ne troverete (anzi ne potrete incassare, sempre secondo il linguaggio mediatico 2015) anche la seconda bottiglia. Dimenticavo: l’interno del ristorante ha molto charme, arredi sobri ma ben coordinati e sul tutto dei tendaggi e mise en ‘place che fanno dimenticare il consueto minimalismo ligure a volte un po’ tristanzuolo. Così come il carattere assai gioviale dei titolari che assicurano un servizio “di prima coi baffi”. Sono professionisti che non “se la abbaiano” nell’illustrarvi il cibo e vini (sui quali anzi il giovane patron è molto competente), hanno sorrisi senza forzature e attenta disponibilità a vostre particolari esigenze. Non resta che fissare anche una camera e godersi i colori della primavera in valle la mattina dell’indomani. (luigino.filippi@alice.it)

da “La Riviera” del 19/03/2015

La dura vita degli Ispettori Michelin: ecco le regole.

Ho trovato su Il Fatto Quotidiano l’intervista che riproduco qui sotto.

Nulla di nuovo; tutte le Guide serie da sempre si comportano così e così è ed è sempre stato con le mie collaborazioni, la prima 23 anni orsono a Il Secolo XIX, poi Guida Massobrio , tuttora L’Espresso e  la…  Filippi.

Aggiungo solo una perplessità: io visito circa 150 locali all’anno e già ne sento il peso sul fegato. Non capisco come gli Ispettori Michelin possano sciropparsene 800, sia pure  “facendo” tre recensioni al giorno (1 albergo e 2 ristoranti) e quindi per 267 giorni lavorativi. Quanti giorni lavorativi fanno di ferie e festività ? Manca infine un dato certo, ma fino a qualche tempo fa, pareva che in tutto fossero 12 per tutta l’Italia… Con che frequenza visitano i locali minori?

Mi piacerebbe sapere che il vostro franco parere sul questo mondo pronto a rispondere anche a domande feroci. Approfittate del blog sottostante!

Guida Michelin, come si valutano hotel e ristoranti? “Prenotazioni sotto falso nome, criteri rigidi”  (di Luigi Ferro)

Sergio Lovrinovich, caporedattore della storica Guida, racconta a FQ Magazine la ‘giornata’ di un ispettore e quali sono i parametri di giudizio: “L’anonimato è fondamentale. Dobbiamo essere Continua la lettura di La dura vita degli Ispettori Michelin: ecco le regole.

Riapre il 2 aprile a Montecarlo il Louis XV; si chiamerà “Alain Ducasse a L’Hotel de Paris”

Riapre il 2 aprile rinnovato e alleggerito. Lo chef proporrà una nuova carta e una sala totalmente ridecorata.

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Il famoso bouquet della foto? Pare resterà un ricordo. Così come i sottopiatti bordati in oro. E i clienti, se lo vorranno, potranno anche alzarsi dal tavolo per scegliere il loro olio, il loro pane… così scrive Nice Matin… I nuovi Menu? A partire da 230 euro, oppure alla carta 200 euro (bevande escluse).

Info: www.alain-ducasse.com

 

Secondo Libero , Farinetti qualche volta straparla

trovo e riproduco da: Libero quotidiano.it

“Eataly, il patron Oscar Farinetti straparla al convegno di Mediolanum e le sbaglia tutte

Il sito web “Dissapore.com” si è divertito a raccogliere le castronerie snocciolate dal fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, durante la convention di Banca Mediolanum lo scorso 5 marzo. Trentaminuti di intervento in cui l’imprenditore del gusto si è lanciato in mirabolanti affermazioni di antropologia. Si è inerpicato tra i versi di Bob Dylan citando, con una fluency agghiacciante, che nemmeno Matteo Renzi, la strofa del brano “Blowing in the wind”, «de ansuer mai frend is blouin indeuind». Ed ha citato dati opinabili della sulla biodiversità del suolo italico.

Veniamo alla storia Continua la lettura di Secondo Libero , Farinetti qualche volta straparla