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BOCUSE D’OR 2025. Ecco i candidati francesi e i membri della giuria e le materie prime a disposizione.

La selezione France del Bocuse d’Or 2025 si terrà l’ 8 settembre 2023 al Grand Palais Éphémère, a Parigi. Tra più di 50 candidature, soltanto 6 chefs entreranno nella selezione e tenteranno di ottenere il loro posto in squadre, composte ciascuna da un candidato ed un commis, completati, per la prima volta quest’anno, da un coach.

I 6 CANDIDATI IN GARA sono: Damien Corneloup – L’Atelier Yssoirien* (Issoire – 14) -Jérôme Jaegle – Restaurant Alchémille* (Kaysersberg – 68) – Edouard Loubet – Le Grizzly (La Clusaz – 74) – Paul Marcon – Restaurant Marcon*** (Saint-Bonnet-le-Froid – 43)  – Hippolyte Peters Desteract – Le Kabestan (Flourens – 31) – François Vermeer-Merlen – Styliste et conseiller culinaire (Rhône-Alpes)

LA GIURIA DI DEGUSTAZIONE: sotto la presidenza di Naïs Pirollet, chef dell’Istituto Paul Bocuse di Lione: Jerome Banctel – Le Gabriel** (Paris – 75) Pascal Barbot – Astrance* (Paris – 75) Romuald Fassenet – Château Mont Joly* (Sampans – 39) – Président de la Team France Brian Mark Hansen- Søllerød Kro* (Holte – Danemark) – Bocuse d’Or 2023 Romain Meder – Les Chemins* (Guainville – 28) Tom Meyer – Granite* (Paris – 75) Jessica Préalpato – Carlton Tower Jumeirah (Londres – Royaume Uni) Sven Erik Renaa – RE-NAA** (Stavanger – Norvège)

I candidati selezionati avranno 4 ore per realizzare 2 ricette, tra cui un antipasto e un vassoio. Per questo, un prodotto comune a entrambi gli eventi sarà a loro disposizione: la trota rosa (origine Francia). Questo pesce dalla carne delicata, richiede una grande maestria tecnica da parte degli chef, che saranno in grado di esplorare una moltitudine di sapori per sublimare questo prodotto. Per la prima prova, i candidati dovranno fare antipasti associando la trota al cavolfiore. L’evento ruoterà attorno all’associazione della trota rosa con carote e finocchi. Questi ortaggi, messi a disposizione dal partner del concorso METRO, sono relativi al terroir francese. Sono stati deliberatamente selezionati per la loro accessibilità sia economica che in base alla stagionalità.

Bistrot dell’Ulivo, un successo per stimolare la riflessione

Attestato di stima a a Silvia e Marco Ravera dell’Azienda agricola RaveraBio

Grande successo anche quest’anno per il Bistrot dell’Ulivo (Spremitura a freddo, pensieri in libertà), la riflessione seriosa e scanzonata che ogni anno riunisce a Badalucco, in valle Argentina, numerosi nomi del mondo dello spettacolo, dell’imprenditoria, della cultura, del giornalismo, radunati da Franco e Rossella Boeri Roi, frantoiani e organizzatori dell’evento. Il tema in discussione in questa dodicesima edizione era “La Liguria dell’estremo ponente, prospettive di sviluppo legate al fenomeno del turismo agricolo”.

Nascosti all’interno di interventi solo apparentemente poco preparati, son saltati fuori alcuni concetti su cui riflettere: la necessità di collegamenti, di fibra ottica, di ringiovanire gli invitati e gli imprenditori, di aumentare la partecipazione femminile, di lavorare in rete, di unire le forze e di contaminare le idee … .

In molti hanno risposto all’appello di Franco e Rossella, c’erano Neri Marcorè, Michele Serra, Antonio Ricci, Stefano Boeri, Maurizio Di Maggio, Fulvio Gazzola, Matteo Orengo, Giua & Gianni Martini, Giuseppe Noto, Walter Lagorio, Giovanna Zucconi, Mauro Pagani, Gigi Garanzini, Pietro Galeotti, e molti altri. Mauro Pagani, insieme a Giua e a Gianni Martini, ha regalato ai presenti una Creuza de mà che ha fatto scendere più di una lacrima. Pubblico numerosissimo.

L’attestato di stima è stato consegnato a Silvia e Marco Ravera dell’Azienda agricola RaveraBio (Leca d’Albenga, SV). Un’azienda storica, di famiglia, che dal 1963 si occupa dei pregiati ortaggi di Albenga, poi di piante aromatiche e di fiori eduli.

Il Bistrot dell’Ulivo – tra freddure, battute, considerazioni e confessioni – dal 2010 è un evento aperto a tutti che induce a riflettere, all’ombra delle piante secolari, circa le difficoltà dell’agricoltura in generale e nel ponente ligure in particolare, e valorizza i giovani che proseguono le tradizioni famigliari o tornano a fare agricoltura.

Il ristorante Moisiello a Ranzo (IM)

Ranzo – MOISIELLO – Via Umberto I°   103 – Tel. 340 725 2199

Attardatevi al loro PARCHEGGIO PRIVATO a contemplare dabbasso il corso del fiumicello con laghetto e i fruscii delle frescure circostanti, assaporando la quiete dell’aperto fondovalle, molto diversa dai clamori movidaioli della costa.

Se avete immaginato la tipica trattoria di campagna, sarete sorpresi di trovare invece un AMBIENTE conduplice personalità: la prima sala è quella del ristorante di tono con atmosfera di vallata e la seconda sala, di soli quattro tavoli rotondi, con caminetto in marmo, poltroncine avvolgenti con braccioli e cuscino, che ricorda vagamente certi ristoranti francesi moquettati. C’è una spiegazione: l’avo fondatore curò per anni le salles a manger dei migliori locali di Montecarlo. Ai tavoli con candide tovaglie di Fiandra, candela accesa (sempre nuova ad ogni pasto), stoviglierie non banali, accessori e saliere di tono, giungono al momento giusto olio di qualità e il piatto del pane e grissini artigianali tiepidi coperti parzialmente da una salvietta immacolata.

La cucina è quella tradizionale, nella sua giusta espressione aggiornata ed alleggerita come usa in questi tempi di “mediterraneizzazione”, ma senza mai distaccarsi dalle “basi”.  Gli ANTIPASTI (€ 9 -14) sono cinque, tra i quali: Bocconcini di verdure con salsa ai funghi porcini; Cima alla Genovese con panissa fritta e salsa verde; sempreché non optiate per l’antipasto misto della casa che è più vario e conveniente.

I PRIMI PIATTI (€ 9-13) sono cinque, tra i quali gli Gnocchi di castagne con verdure di stagione; oppure lo Zemin di ceci con puntine di maiale e crostini.

I SECONDI PIATTI (€ 14-19) sono cinque, il tradizionale Coniglio della nonna, pinoli, olive, Pigato e patate; oppure le Costine d’agnello impanate al profumo di menta su insalatina dell’orto.

Nei DESSERT (€ 8-9) si scende a tre titoli, tra i quali la Degustazione di tutti i dolci della casa, nonché una proposta di formaggi. Il tutto, dall’inizio alla fine, servito in quantità generose.

Il SERVIZIO, svolto prevalentemente dal patron, spesso in giacca, è pronto, calmo e compassato, cordiale e disponibile, ma non verrete annoiati con vaniloqui d’uso. Il patron è  attento persino ad approcciare il tavolo nelle pause delle conversazioni dei commensali (non succede quasi mai altrove).

La CARTA VINI non è smisurata ma, scorrerne le proposte è un bel momento perché, oltre i soliti noti d’ordinanza, vi compaiono delle etichette particolari, anche straniere. I prezzi sono convenienti tra i 15 euro e i 25 euro, con vetta a 156 euro per uno Champagne millesimatissimo. Disponibili vini a bicchiere (€ 5) e anche mezze bottiglie. Per i bianchi compaiono in sala i secchielli, a colonna beninteso.

CONCLUDENDO: E’ un ristorante che offre confort assicurato, generalmente anche senza “vicinato” vociante. Un indirizzo da inserire in agenda anche per serate invernali, intime, davanti al caminetto …  In una casa che tiene molto al Vostro sorriso, anche al momento del … conto.