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Quale cantina mi consigli? Ecco da IL GOLOSARIO, qui seguito, un prezioso elenco diviso per regioni, secondo le ultime degustazioni…

“Ma quale cantina mi consigli? Quante volte ci siamo sentiti fare questa domanda, con l’imbarazzo di dover dire tanti nomi senza che magari l’altro se li ricordi. Oppure quante volte leggi una carta dei vini e capisci che mancano nozioni sui migliori produttori del territorio dove magari si trova la trattoria o bistrot che a dir si voglia. Comunque, per farla breve, scrive Paolo Massobrio, “noi una risposta ce l’abbiamo in entrambi i casi e ve la regaliamo”.

“Sono i vini che in 23 anni abbiamo selezionato, anno dopo anno, mettendo su un piedistallo 100 vini Super, senza mai premiare la cantina degli anni precedenti. Solo negli ultimi due anni abbiamo iniziato a considerare le cantine “storiche” meritevoli di essere premiate però con un altro vino, come segno di una continuità qualitativa.

Insomma un lavoro enorme, che ha permesso di far emergere tante novità, tanti giovani ed anche le tendenze, perché un quarto di secolo è un periodo decisamente significativo.

Ora, mentre stiamo procedendo con le degustazioni per la 24^ edizione che verrà celebrata a GOLOSARIA MILANO (1-2-3 novembre 2025 Fiera di Rho Pad. 1), abbiamo pensato di regalare a ciascuno di voi questo preziosissimo elenco diviso per regioni.

Leggetelo con attenzione, e non esitate, a cercare quelle bottiglie.

https://s3.eu-west-3.amazonaws.com/customer-it.ilgolosario.www/6217/4102/4745/tophundred_2002_2023_okOK_2.pdf

Il declino del “fine dining” : clienti stanchi di doversi sorprendere ad ogni costo

La nostra rassegna stampa oggi si ferma ancora su Il Gambero Rosso, che scrive, tra l’altro: … “c’è una fascia di consumatori che è stufa delle esasperazioni virtuosistiche ai fornelli (talvolta con risultati discutibili). L’innovazione in cucina, attraverso la ricerca fuori dalla tradizione o la reinterpretazione di piatti classici, funziona se fatta con buone intenzioni, consapevolezza, buona pratica e risultati finali convincenti. Ma non sempre è così: qualche volta una ricetta è pensata e realizzata solo con la volontà di stupire cavalcando il trend del momento. Molto fumo e poco arrosto. Anche per questo si torna a vagheggiare piatti semplici, lineari, diretti e ben fatti, senza elucubrazioni, eccessi e ostentazioni stilistiche. Un po’ di sana normalità. Una cucina comfort food, accogliente, materna, rassicurante, che ti abbraccia e si concede senza giudicarti, senza appesantire le meningi e alleggerire troppo le tasche, che non costringe a sentirsi inadeguati come studenti agli esami di maturità. Un desiderio che magari ci si tiene dentro perché dirlo non è trendy, non fa figo.

Già 15-20 anni fa chef dell’alta ristorazione invitavano a mettere i piedi per terra, a considerare avanguardia piatti “normali”, come i classici spaghetti con pomodoro e basilico, però fatti con grandi materie prime: un grande spaghetto artigianale trafilato al bronzo ed essiccato a bassa temperatura, un grande pomodoro rustico fresco maturato al sole, un buon basilico appena colto.”

Il link per l’articolo completo è il seguente:

https://www.gamberorosso.it/notizie/fine-alta-cucina-comfort-food/?mnuid=1c63gc3ee4g7e0c3e4694583562060486c9952af6185cc16f7e&mnref=s2774%2Co18929&utm_term=100649+-+Il+declino+dell%27alta+cucina%3A+stanchi+di+essere+sorpresi+a+tutti+i+costi&utm_campaign=NL+GIORNALIERA+ITA&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=10100+-+4161+%282025-03-11%29

Il retro poco conosciuto dell’alta ristorazione…

credito foto: da internet

“… è un luogo dove ogni gesto del personale è regolato con disciplina quasi militare: niente smalto colorato, niente posture rilassate, nessuna distrazione. Il servizio deve essere impeccabile, il tono di voce un sussurro, l’errore non è contemplato. Un mondo ovattato e maniacale, dove l’ossessione per il dettaglio sfocia in un controllo totale dell’ambiente e delle persone. …..Ma non soltanto… Dietro l’austerità della sala e la raffinatezza dei piatti, però, si nasconde un universo fatto di pressioni estreme e dinamiche di potere che possono sfuggire di mano. L’articolo completo è sul sito de Il Gambero Rosso al seguente link:

https://www.gamberorosso.it/notizie/denuncia-abusi-ristoranti/?mnuid=1c63gc3ee4g7e0c3e4694583562060486c9952af6185cc16f7e&mnref=s276e%2Co188bb&utm_term=100539+-+%E2%80%9CSe+volevi+stare+in+cucina%2C+questo+era+il+prezzo+da+pagare%E2%80%9D%3A+il+lato+oscuro+della+ristorazione+di+lusso&utm_campaign=NL+GIORNALIERA+ITA&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=10094+-+4161+%282025-03-08%29

 

A Sanremo. Il ristorante La Pignese

Sanremo – LA PIGNESE – Piazza Sardi 7

Tel.0184501929 – www.lapignese.it

Espongono la “Licenza ad esercitare” datata 08 maggio 1927 e siamo ormai alla quarta generazione, stabilissima, che continua nella linea di piacevolezza ormai qui proverbiale. A cominciare dal grande dehors con protezioni immacolate anche nei giorni di aria marina salmastra. Più appartate le due salette interne, maggiormente discrete, eleganti anch’esse, ben sistemate con tovaglie immacolate e stoviglierie di pregio, ai tavoli ben distanziati, solitamente prenotate da Sanremaschi che frequentano il locale da sempre e in tutte le principali ricorrenze di famiglia, fermo restando che in una città come Sanremo, la clientela non può che essere eterogenea e internazionale. E’ che i VENTIMIGLIA accontentano tutti coloro che apprezzano una cucina classica e seria, anche nelle quantità  rimangono lontani da trallallà modaioli nei piatti. All’ultimo mio passaggio m’è parso che questo periodo sia uno dei loro migliori, post stress festivalieri che li hanno visti accogliere nuvole di artisti ed addetti ai lavori per una dozzina di giorni ma, mi dice “RadioMarmitte”, senza flettere in qualità neppure nei giorni più “caldi”.

Ma veniamo alla CARTA: sei ANTIPASTI (€ 23-28), tra i quali la “marinarissima” Composizione di pesce e verdure del tipico “Cappon Magro”, fino alla “terragnissima” Polenta grigliata al timo con fonduta di Castelmagno. ei PASTE (€ 17-20), tra i quali gli Spaghetti “monograno Felicetti” alla Amatriciana e Gamberi di Sanremo, ma anche tre ZUPPE (€ 18-32) tra le quali il classico Minestrone alla Genovese oppure la Zuppetta di pesce. Otto I SECONDI di PESCE (€ 26-34), tra le quali il Pescato del giorno alla Ligure con patate e olive Taggiasche o al sale o alla griglia; oppure la sontuosa Grigliata di pesce crostacei e verdure. Quattro le proposte di CROSTACEI (€ 35-38), tra le quali i prestigiosi Gamberi Rossi di Sanremo, alla griglia, o al vapore, oppure in Sauté flambati alla grappa di Moscato. Tre le proposte di CARNI (€ 26-28), spicca la Tagliata di Manzo “Coalvi”, con fonduta di Gorgonzola e pere caramellate. Tre le VERDURE (€ 9,) tra le quali la Julienne dei carciofi di Poggio. I DESSERT (a partire da 8 euro) sono serviti dal Gran Carrello dei Dolci le cui tentazioni sono molte ed invitanti. Non ho trovato MENU, ma da quanto sopra si deduce che, ALLA CARTA, tre portate più dessert costano da  83 a 115 euro.


Il SERVIZIO, in scuro, ben presente e professionale, vi attornia quanto necessario, valente costruttivo, con perizia di dire e di fare, pronto a fronteggiare ogni situazione, coordinato abilmente dalla patronne che non “molla” mai la sala ed anche da patron MARCO, sanremascamente assuefatto alle cangianze diuturne di clientela eterogenea ma che sa il fatto suo e si occupa  anche dell’avventore … che “la vuole cotta, oppure cruda, oppure ancora mezza cruda e mezza da cuocere”, senza perdere il suo aplomb di ristoratore di fronte a tutte le situazioni.

La CARTA VINI, con buona possibilità di scelta, ha etichette ben assortite e prezzate il giusto, molte tra i 30 ed i 50 euro, ed anche mezze bottiglie e vini a bicchiere a 9 euro. C’è anche una paginata intitolata “Vini da Collezione” che direi essere un paradiso per sibariti impenitenti… .

CONCLUDENDO: una sosta rassicurante per chi cerca una cucina tradizionale, con materia prima giusta, preparata con competenza e maestria (ora c’è anche un nuovo cuoco, bravo), con porzioni serie, ben servite in un ambiente accogliente secondo i canoni classici. Un indirizzo presso il quale resettarsi rispetto all’attuale diffuso mondo modaiolo, di truzzi da “stritfud” o di ciuccerelloni che ganzano presso finti “fainedainingh” fuffaioli …