Nizza: nella zona in rosso è obbligatoria la mascherina anche in strada
Hanno già fatto chiudere 23 locali per mancata osservanza delle distanze fra i tavoli. Ora il sindaco Estrosì ha rinforzato la sorveglianza e reso più stringenti le norme sulle mascherine. Ecco la mappa del centro città dove le mascherine sono obbligatorie, anche in strada, sino all’1 di notte.
Oggi 18 giugno la Francia commemora gli 80 anni del discorso alla radio BBC del Generale De Gaulle, diffuso appunto in Francia 80 anni or sono, che portò alla nascita della Resistenza Francese ed alla liberazione della Francia dall’invasore tedesco. E su Nice Matin, che dedica all’evento ben 5 pagine, compare in prima pagina la pubblicità del Casinò di Sanremo.
La statua di Apollo con la mascherina in Place Massena a Nice
Nel frattempo l’Amministrazione de La Métropole ha messo la mascherina persino alla statua di Apolloin Piazza Massena a Nizza. i Francesi cercano di prendere il momento con un po’ di humor.
Si moltiplicano un po’ su tutti i media gli appelli a consumare prodotti italiani, scegliere per le vacanze viaggi in Italia etc etc …. . Ma anche i media stranieri lanciano lo stesso appello, in particolare in Francia. Ad esempio se in Francia andranno meno Italiani, ma in Italia verranno meno Francesi… la somma algebrica dei ricavi del turismo potrebbe variare di poco il “saldo” positivo o negativo … Lo stesso vale per l’autarchia di tutte le nazioni rispetto a prodotti di importazione. Con possibilità di un certo terremoto sui prezzi oggi calmierati naturalmente dalla concorrenza causata dell’import/export …. Speriamo bene e, in questi tempi di austerità consoliamoci con il soprastante trafiletto de L’Illustrazione Italiana del 1936, che invitava gli Italiani al grande piacere di un solo pasto al giorno tirando la cinghia grazie alle benvenute “sanzioni” comminate all’Italia (il pane si otteneva con la tessera). Ma poi rifacciamoci subito clikcando sul seguente link
Ricevo e sintetizzo un intervento di Kurt Schmidinger, scienziato e geofisico, membro del comitato scientifico della Fondazione Albert Schweitzer :
Quasi tutte le pandemie sono state e saranno originate da prodotti di origine animaleo allevamenti di animali destinati al consumo. Ci sono rischi pandemici a causa dell’allevamento industriale. L’Organizzazzione mondiale della sanità (OMS) ha messo in guardia, ipotizzando che il 70-80% degli antibiotici sia utilizzato in allevamenti in tutto il mondo, e solo il restante 20/30% nella medicina umana. E tra il 2010 e il 2030 è prevista anche una crescita globale degli allevamenti. Gli antibiotici somministrati permanente favoriscono l’adattamento e la resistenza dei batteri.
Recenti analisi mostrano che i cosiddetti virus RNA del regno animale costituiscono la maggior parte dei patogeni emergenti per l’uomo. L’influenza aviaria e suina, virus Nipah, Ebola, HIV e altre hanno origini zoonotiche.
L‘allevamento industriale è particolarmente pericoloso per lo sviluppo di virus influenzali e altri agenti patogeni. Miliardi di animali in gabbia producono enormi quantità di escrementi, che possono contenere grandi quantità di agenti patogeni e che vengono smaltiti in seminativi o nelle acque sotterranee. Questa è un’altra fonte di infezione, anche per gli animali selvatici stessi. I dati dell’OIE (World Organization for Animal Health) per la fine del 2005 e l’inizio del 2007 hanno mostrato che la probabilità di focolai di influenza aviaria negli allevamenti di pollame con oltre 10.000 animali era circa quattro volte superiore rispetto alle aziende più piccole
Mercati di caccia e fauna selvatica Il fatto che il nuovo virus corona SARS-CoV-2 e quindi l’attuale pandemia di COVID-19 provenga da un mercato faunistico (un cosiddetto “mercato umido”) a Wuhan, in Cina, è attualmente quasi certo. Ancora una volta, l’ingabbiamento di animali e il consumo dei loro prodotti è la causa più probabile di una pandemia che sta mettendo a dura prova la salute e l’economia della popolazione globale.