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Ecco l’elenco dei pesci da comprare a luglio/agosto e le caratteristiche del pescato fresco.

credito foto: Altroconsumo

Così potrete orientarvi in pescheria: Aguglia, alaccia, alalunga, alletterato, alice. anguilla, boga, busbana, cappone imperiale,cefalo,cernia,corvina,costardella, fasolaro,gallinella, ghiozzo,granchio,grongo, lampuga,lanzardo,leccia,merlano,mormora, morone, mostella,nasello,occhiata,occhione,ombrina,orata, pagello,pagaro,pannocchia,passera di mare,perchia,pesce castagna,pesce pettine, pesce prete,pesce San Pietro, pesce sciabola,pesce serra,pesce spada,polpo,potassolo,rana pescatrice, razza, ricciola, rombo, rossetto, salpa,sarago,sarago, scampo, scorfano,seppia,sgombro,sogliola, spigola,spratto,sugarello,tombarello,totano, tracina,triglia, zerro 

PARTE DEL PESCECARATTERISTICHE POSITIVECARATTERISTICHE NEGATIVE
Aspetto generaleBrillante, metallico, iridescenteSmorto, opaco
CorpoRigidità (rigor-mortis), il pesce deve essere “duro”Molle, flaccido
Pelle e squameUmido, lucido, pelle brillante e tesaPelle e squame opachi e non brillanti
CarneBrillante, sode, elasticaMolla, flaccida, giallognola e opaca
OcchioVivo, brillante, bombato, turgido,sporgenteOpaco, infossato con pupilla grigia
BranchieBen chiuse, con le lamelle di un rosso vivoAperte, giallastre, grigiastre
Colonna vertebraleChiara, di difficile rotturaNon aderente alla carne e di colore rosso
VentreElastico, privo di macchie, compattoFlaccido, molle
VisceriLisci, puliti e brillantiMollicci, gonfi e maleodoranti
OdoreDi mare, tenue e gradevole salmastroAcre, ammoniacale,acido

Il prezzo della pizza in 43 capitali europee. Roma si classifica al 22° posto.

Die Welt hapubblicato un Pizza-Index. Ha controllato circa 500 pizzerie, almeno cinque per ogni capitale, facendo poi una media del prezzo. Ovviamente non ha testato a qualità. Napoli (non essendo capitale?) è stata esclusa dall’indagine.

  • 1° posto: Berna, Svizzera, 17,70 euro
  • 2° posto: Vaduz, Liechtenstein, 15,97 euro
  • 3° classificato: Reykjavik, Islanda, 15,90 euro
  • 4° posto: Oslo, Norvegia, 15,68 euro
  • 5° posto: Helsinki, Finlandia, 13,90 euro
  • 6° posto: Monaco, 13,07 euro
  • 7° posto: Londra, Regno Unito, 12,84 euro
  • 8° posto: Atene, Grecia, 12,17 euro
  • 9° posto: Dublino, Irlanda, 11,73 euro
  • 10° posto: Nicosia, Cipro, 11,27 euro
  • 11° posto: Stoccolma, Svezia, 10,94 euro
  • 12° posto: Amsterdam, Paesi Bassi, 10,88 euro
  • 13° posto: Parigi, Francia, 10,86 euro
  • 14° posto: Lussemburgo (Città), Lussemburgo, 10,77 euro
  • 15° posto: Andorra la Vella, Andorra, 10,58 euro
  • 16° posto: Bruxelles, Belgio, 10,40 euro
  • 17° posto: Vienna, Austria, 10,33 euro
  • 18° posto: Lisbona, Portogallo, 10,32 euro
  • 19° posto: Copenaghen, Danimarca, 9,79 euro
  • 20° posto: Tallinn, Estonia, 9,55 euro
  • 21° posto: Madrid, Spagna, 9,52 euro
  • 22° posto: Roma, Italia, 9,33 euro
  • 23° posto: Berlino, Germania, 9,11 euro
  • 24° posto: La Valletta, Malta, 9,06 euro
  • 25° posto: Lubiana, Slovenia, 8,57 euro
  • 26° posto: Riga, Lettonia, 8,44 euro
  • 27° posto: Praga, Repubblica Ceca, 8,43 euro
  • 28° posto: Vilnius, Lituania, 7,79 euro
  • 29° posto: Budapest, Ungheria, 7,27 euro
  • 30° posto: Zagabria, Croazia, 7,07 euro
  • 31° posto: Bratislava, Slovacchia, 6,78 euro
  • 32° posto: San Marino, San Marino, 6,75 euro
  • 33° posto: Varsavia, Polonia, 6,00 euro
  • 34° posto: Bucarest, Romania, 5,99 euro
  • 35° posto: Belgrado, Serbia, 5,84 euro
  • 36° posto: Kiev, Ucraina, 5,43 euro
  • 37° posto: Sofia, Bulgaria, 5,36 euro
  • 38° posto: Chișinău, Moldavia, 5,26 euro
  • 39° posto: Skopje, Macedonia del Nord, 4,72 euro
  • 40° posto: Podgorica, Montenegro, 4,35 euro
  • 41° posto: Tirana, Albania, 4,16 euro
  • 42° posto: Prishtina, Kosovo, 4,08 euro
  • 43° posto: Sarajevo, Bosnia-Erzegovina, 3,44 euro

Taste Atlas: la classifica dei formaggi. Ecco quali sono gli 8 italiani tra i primi 10 classificati.

credito foto: besti.it

Il portale inglese, reputata enciclopedia gastronomica, ha classificato i migliori formaggi di tutto il mondo. Ben 18 su 50 sono italiani dei quali 8 nei primi 10. I Francesi sono 9, ma classificati più modestamente. Per altri particolari il link è il seguente: www.ruminantia.it/8-formaggi-italiani-nei-migliori-10-al-mondo-la-classifica-di-taste-atlas/

Risolvere il problema della comparsa del biofilm microbico sulle salamoie delle olive Taggiasche da mensa… Giovedì 16 febbraio, a Imperia, risultati finali dello studio.

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A Imperia presso la sede del CIPAT (Via T. Schiva 48, ore 15:00) giovedì 16 febbraio (*). Alla presentazione dei risultati seguirà una degustazione delle olive trasformate con i metodi sperimentati nel progetto, che verranno confrontate con le produzioni oggi in commercio.
I
In Liguria la trasformazione dell’oliva Taggiasca come oliva da mensa, ad eccezione di pochi casi, viene ancora praticata a livello artigianale, applicando il sistema microbiologico “al naturale” stile Greco, e la deamarizzazione dei frutti, più che come processo biotecnologico, viene intesa empiricamente come sistema di stoccaggio in salamoia delle olive prima di essere consumate, senza che abbiano subito nessun controllo di processo. Ne consegue che nelle salamoie con le olive si innescano fermentazioni spontanee che, se non gestite in maniera appropriata, favoriscono la crescita di lieviti filmogeni e di muffe dannose, responsabili di alterazioni quali il rammollimento della polpa delle olive e la comparsa di gusti sgradevoli.
L’approccio tecnico-scientifico del Progetto CSOT è quello di creare le condizioni di anaerobiosi nei fermentatori (fusti di plastica con le olive in salamoia), sfruttando diverse strategie tecniche, supportate da risultati scientifici ottenuti in laboratorio, adatte alle piccole e medio aziende. Per impedire la crescita del biofilm microbico dannoso per le olive Taggiasche in salamoia sono stati previsti l’impiego di prototipi sperimentali di “gas bag” e di prototipi di “fusti incamiciati” capaci di impedire la crescita del biofilm microbico sulle salamoie dell’oliva Taggiasca.
Le conoscenze acquisite per via delle attività svolte nell’ambito del Progetto CSOT, alla fine dei lavori verranno divulgate a tutti gli operatori del settore presenti in Liguria.
Il Progetto CSOT è stato ritenuto strategico per il miglioramento qualitativo delle produzioni italiane sui mercati di consumo da Italia Olivicola Consorzio Nazionale.

(*) Il Progetto CSOT è realizzato nell’ambito della Misura 16.02 “Supporto per progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie” del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Liguria. Capofila è Oroliguria, insieme a Dipartimento Agricoltura Unimol (Università degli Studi del Molise-Campobasso), FLORCOOP (ex Frantoio sociale Dol.Va.Pre. scrl) e CIPAT Imperia.
Parteciperanno il Prof. Gino Ciafardini, docente di Microbiologia Agraria presso il DiAAA di Campobasso dell’Università del Molise (UNIMOL), Paolo Anselmi, Presidente di Oroliguria, Pasquale Restuccia, Agronomo di CIPAT Imperia, Gianfranco Croese, Presidente Florcoop Sanremo, Stefano Roggerone, Presidente CIA Liguria e Mariangela Cattaneo, Presidente CIA Imperia.

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Evento realizzato nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Liguria M16.02 “Supporto per progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”. Settore agricolo. Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali.

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Sito Internet: cipatimperia.it

Tartufo Bianco d’Alba: è il momento di approfittarne…

Solitamente il momento migliore per comprare il Tartufo Bianco d’Alba a prezzi più convenienti è nei giorni seguenti la conclusione della Fiera del Tartufo d’Alba (intorno alla metà di dicembre). Ma quest’anno pare che la stagione si prolunghi. Lo rileva anche Il Golosario che scrive che in questa particolare annata, il tartufo bianco, sembra oggi molto più disponibile che nel novembre 2022. Mauro Carbone, direttore del Centro nazionale Studi Tartufo di Alba, che racconta di una stagione che dovrebbe chiudersi a gennaio ma che, di fatto, potrebbe prolungarsi ben oltre fine mese. “Senza dubbio – spiega Carbone – stiamo vivendo una stagione al limite, ma ormai sta diventando anacronistico immaginare che nei prossimi anni avremo autunni freschi e piovosi già a inizio ottobre. Il cambiamento climatico sta scombussolando i modelli agricoli e gestionali in tutto il mondo, difficile pensare che il tartufo ne resti fuori”.