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La recensione: a Sanremo il ristorante Yacht Club

Ristorante Yacht Club Sanremo, by PQ Prime Quality

Corso Nazario Sauro 32 – Tel. 3278186676 – yachtclubsanremo.it

L’ antica targa in ottone posta all’ingresso indica che si tratta di un “Club riservato ai soci” e così certamente è stato dalla fondazione, negli anni ‘20 del secolo scorso, per uno dei più antichi e gloriosi circoli nautici del Mediterraneo. Ma sul loro sito internet vedo che dichiarano “Il nostro ristorante offre una cucina di tradizione e territorio che incontra la ricerca e l’innovazione, con materie prime di qualità”. Ne ho dedotto che accettino anche prenotazioni di non soci e telefonando ne ho avuto conferma: c’era posto ed eccomi qui. Salita con una certa prudenza la inattesa scala reale proveniente dalla motonave Augustus del 1927, in metallo, cordami nautici, reti e corrimano dal fascino antico, eccomi alla terrazza e sala con vista verso il porto turistico e verso il lungomare di levante sino all’adiacente rio zona spiaggia Arenella.

AMBIENTE: All’interno la climatizzazione protegge dalla calura agostana e vedo accomodate diverse famigliole; ma scelgo la terrazza più estiveggiante, dove solo tre tavoli hanno le mise en place mentre gli altri, anch’essi ben tovagliati, non sono però apparecchiati. C’è calma e relax anche in pieno agosto.

ENRICO SANTULLO, cuoco ventiquattrenne originario di Arma di Taggia, prepara piatti tradizionali, presentati senza “finire” gli impiattamenti con inutili fatuaggini di pennellate e goccette come d’uso oggi, quindi i piatti vengono serviti in porzioni tradizionali. La carta è breve: tre ANTIPASTI (€ 16-20) tra i quali le buone acciughine fritte su letto di insalatone, cipolla agrodolce e salsa verde; sempreché non si desideri lo speciale Gran crudo di mare (€ 34). Tre i PRIMI (€ 18-19) tra i quali i Tagliolini al marò di verdure di stagione e gamberi; oppure gli Gnocchi dello chef ai frutti di mare. Tre i SECONDI (€ 22-25), tra i quali il Pescato al forno con verdure di contorno; oppure la Frittura del golfo con le sue salse emulsionate. Cinque i DOLCI (€ 6-10) tra i quali la Frutta di stagione flambé, con gelato: una preparazione che, se volete, viene flambata a lato del vostro tavolo (fatto ormai rarissimo a trovarsi nei ristoranti).

Per chi preferisce, esiste anche il MENU CORRENTI DEL GUSTO (€ 60), di cinque corse (ora i “fine dining” usano chiamare “corse” il susseguirsi delle portate), selezionate dalla cucina e servite per l’intero vostro tavolo.

Il SERVIZIO, di ALESSANDRO BATTAGLIA, cui non mancano esperienza, capacità, maniere semplici e sincere, nonché quello della sorridente VALENTINA FILIPPONE la quale è anche di una certa simpatica verve, scorre via liscio e rilassato. 

La CARTA DEI VINI, 10 bianchi, 2 rosé, 7 rossi, 6 Vini Spumanti, non offre liste lunghe, però però elenca case reputate (Lageder, Jerman, Cà del Bosco, Laurent Perrier…). Avendo scelto due vini risultati poi esauriti, mi sono recato alla cantinetta frigo di sala dove ho scovato un Monthuys, che meritava veramente. I prezzi sono anche ragionevoli.

CONCLUDENDO: E’ un ristorante che mi pare valga la pena di scoprire da parte di chi sino ad oggi non lo ha avvicinato ritenendolo un club destinato solo ai soci, oppure un sito per meeting e banchetti. Come ristorante per coppie amici e famiglie è un indirizzo dove non cercare frivolezze, ma un posto di tono, carino, con ambiente e cucina tradizionali, dove sentirsi finalmente un po’ a casa. A prezzi contenuti, per un utile … “tagliando periodico” rassicurante. Se non lo conoscete, veniteci presto prima che finisca l’estate, ne varrà la pena e ricordate: il “poipoi” è il papà del “maimai”!   

E’ mancato Michel Guerard, l’ultimo chef fondatore della Nuovelle Cuisine. Cos’è rimasto oggi di quella scuola? Moltissimo!

E” mancato l’altro giorno MICHEL GUERARD, l’ultimo dei grandi cuochi del filone della Nouvelle Cuisine. Negli anni Settanta la Nouvelle cuisine ha cambiato il nostro modo di mangiare. Anche se nessuno sembra capirlo. Il sito de Il Gambero Rosso fa meritoriamente un po’ di storia della cucina che ha cambiato il mondo della ristorazione, confronta la cucina con lo spirito dei tempi che condannava a morte i vecchi riti e ricette. Nacque il seguente Manifesto della Nouvelle Cuisine, molto praticato ancora oggi, ma che purtroppo è spesso soltanto in parte scimmiottato come alibi per servire quantità da fame a prezzi da principi:

  1. Non cuocerai troppo
  2. Utilizzerai prodotti freschi e di qualità
  3. Alleggerirai il tuo menù
  4. Non sarai sistematicamente modernista
  5. Ricercherai tuttavia il contributo di nuove tecniche
  6. Eviterai marinate, frollature, fermentazioni, ecc.
  7. Eliminerai le salse e i sughi ricchi.
  8. Non ignorerai la dietetica.
  9. Non truccherai la presentazione dei tuoi piatti

Il link per l’articolo completo e le foto è il seguente:

https://www.gamberorosso.it/notizie/notizie-ristoranti/nouvelle-cuisine-storia/?mnuid=1c63gc3ee4g7e0c3e4694583562060486c9952af6185cc16f7e&mnref=s2478%2Co15e97&utm_term=89751+-+2993542-La+Nouvelle+cuisine+&utm_campaign=NL+GIORNALIERA+ITA&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=9336+-+4161+%282024-08-21%29

Agriturismi si o agriturismi no?

credito foto: alamy

luoghi di campagna più o meno ameni che in molti casi tirano fuori pranzi precotti e salumi e formaggi dozzinali. E gli avventori sono contenti così perché mangiano tanto e spendono poco. Un interessante ricerca di CiboToDay: il link è il seguente:

https://www.cibotoday.it/storie/agricoltura/agriturismi-ristoranti-peggiori-in-italia.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=dem_CiboToday_daily&utm_id=62dec99397&goal=0_bd2e094fd6-62dec99397-521043612&mc_cid=62dec99397&mc_eid=b72755c90b

La recensione, ad Imperia: ristorante Lorenzina Mare, all’Hotel Corallo

credito foto: immagine sul web

Imperia Porto Maurizio – Ristorante LORENZINA MARE

Hotel Corallo – Via Giovanni Boine 15 – 0183 66 62 64

Il PARCHEGGIO dell’ hotel è riservato ai residenti ma normalmente nel raggio di circa 200 metri un posto auto lo si trova anche in alta stagione. Si accede poi al patio del ristorante direttamente da Via Boine, oppure con l’ascensore dell’albergo se avrete parcheggiato in piano sulla statale Via Aurelia.

L’AMBIENTE è un fronte mare a 180 gradi, con il bel sottofondo delle onde marine quando sono impetuose, vista fino all’orizzonte anche dall’interno della grande sala invernale. I tavoli, riparati da eleganti coperture, sono distanziatissimi. Le sedie sono comode e con braccioli (ma senza cuscino). Le mise en place, con luce ad ogni tavolo, tovaglie e grandi tovaglioli in stoffa bianco immacolato, sono completate da una bottiglia regolare di olio EVO, cestino di pane e perfetti grissini fatti in casa.

CARTA CIBI: potrete consultarla con tranquillità. Dopo gli apetizer offerti (non banali) ecco ciò che offre la lista di NICOLINA E CRISTINA, regine di questi fornelli: L’ ANTIPASTO MISTO (€ 26) comprende una serie di quattro portate ricche e ben distinte che val la pena di non perdere se, oltre che buongustai, siete anche buone forchette. Dei 10 PRIMI  (€ 16-30), talmente invitanti che scegliere può essere cosa difficile, mi limito a citare (tra ben quattro piatti vegetariani), i Tagliolini alle Taggiasche con pinoli e pomodori secchi. Notevoli anche i Tagliolini ai Gamberi Viola di Oneglia. Dei dieci SECONDI (€ 18-40), cito un onesto pescato di cattura locale, oppure i superbi Gamberi locali flambati o alla griglia.I DESSERT (€ 7-9) sono una decina, dai titoli piuttosto consueti, ma le preparazioni sono ben eseguite, così come i gelati di loro produzione. Due i MENU che, possibilmente, vengono raccomandati per l’intero tavolo (notare il riguardo del “possibilmente”). Entrambi sono di 5 portate, il DEGUSTAZIONE MARE a 55 euro e il TRADIZIONE a 53 euro, entrambi di quantità generosa e non penalizzata, come d’uso un po’ ovunque.

CARTA VINI, ovvero 18 pagine fitte, con cinque etichette servite anche a calice (€ 6-9). Oltre 50 gli Spumanti e gli Champagne (c’è un Pelletier a soli 35 euro (*) e un ottimo Monmarthe a 55 euro) (*). Il resto della carta riserva altre belle sorprese, anche nei rossi con qualche prezzo che mi pare “dimenticato”come i due citati sopra. Sono indicati i vitigni e i blended delle singole etichette ed anche, meritoriamente, la gradazione alcoolica. Ci sono anche etichette straniere, dalla Francia sino alla Australia. Gli aggiornamenti, sono frequenti.

SERVIZIO: MARCO PASQUINELLI, impareggiabile e storico anfitrione, coadiuvato da uno staff ben presente e molto professionale, esegue perfettamente il suo compito. Si avvicina con discrezione, illustra quanto necessario con dovizia di particolari, ascolta attentamente ed interloquisce con calma senza dilungarsi oltremisura… Insomma, non recita un ruolo, ma vi si compenetra e con riguardo che mi pare innato: potreste anche sentirvi dei “principini”.

CONCLUDENDO: La cucina è tra le più sincere della zona, non gioca la carta della sorpresa, ma denota professione e rispetto per l’ ottima materia prima e per le ricette della tradizione. L’ambiente è gradevole, l’accoglienza è curata e personalizzata come foste fedelissimi albergati e i prezzi sono giusti. Se mancava un bel punto di riferimento Porto Maurizio ce l’ha. Una ultima indicazione: consultate il calendario e preferite le serate di luna piena!

(*) ritrovati a 5 euro in più il 18/08/2024

Ristoranti con forte affluenza: sempre più razionalizzati, ma sempre meno umani

credito foto: Gambero Rosso

Pete Wells critico gastronomico del New York Times si concentra sull’avanzata delle tecnologie touch screen e a prova di click nei ristoranti. Di recente infatti, negli Stati Uniti, una nota app ha introdotto un nuovo metodo di pagamento all’interno dei locali: basta effettuare il check-in all’arrivo, selezionare il metodo di pagamento e la percentuale di mancia, poi godersi il pasto. Al termine, semplicemente ci si alza e si esce, senza dover chiedere il conto. Se da un lato questo accelera l’esperienza al ristorante, riduce momenti di imbarazzo tra il cliente e il personale (succede, ad esempio, quando ci viene detto che non c’è posto per prenotare) e le discussioni su chi paga il conto, dall’altro solleva preoccupazioni su come la tecnologia stia spogliando i ristoranti della loro umanità.” Così scrive il Gambero Rosso e, poiché sappiamo che ciò che avviene all’estero prima o poi succederà anche in Italia, ritengo di segnalare l’interessante intero articolo che troverete su seguente link:

https://www.gamberorosso.it/notizie/pete-wells-new-york-times-ristoranti/?mnuid=1c63gc3ee4g7e0c3e4694583562060486c9952af6185cc16f7e&mnref=s2467%2Co15d7d&utm_term=89469+-+1586246123-%22La+tecnologia+ha+cr&utm_campaign=NL+GIORNALIERA+ITA&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=9319+-+4164+%282024-08-12%29