Imperia Oneglia – Ristorante SALVO CACCIATORI
Via Viesseux 12 – tel 0183 293 763 –ww.ristorantesalvocacciatori.it
In pieno centro, sino agli anni 50-70 fu il locale della borghesia imperiese, entrò nella storia della ristorazione della provincia e contribuì non poco all’ affermazione turistica dell’Imperiese (venivano qui da Montecarlo).
(foto da Internet: il 2° da destra è Salvo, il fondatore)
Oggi la terza generazione dei Salvo prosegue imperterrita la “navigazione con barra salda” sulla serietà dei prodotti, attenta alla evoluzione dei tempi ai quali ha saputo adattarsi perfettamente. Il locale infatti, pur conservando le sue caratteristiche storiche (vetrinetta, vista cucina, foto d’epoca etc…) è fresco di restauri sapienti ed accoglie con classe, ma non troppo impettita. Le sale sono due, una verso l’ isola pedonale con dehor (funestato pesantemente sia fuori che dannazione, anche all’interno della prima sala, dalla musica dal vivo di un locale adiacente, che si fonde dissonando con la musica di sottofondo a giusto volume del ristorante dei Salvo), l’altra più tranquilla sul retro con grandi vetrate vista cucina (cartolina d’epoca), dove dirige la squadra ai fornelli ALESSIO DEVIO, non aureolato dalle guide, ma che svolge con bravura il suo compito. I tavoli sono apparecchiati classicamente con tovaglie candide, tovaglioli grandi, storici sottopiatti in peltro marchiati Italia Navigazione , un fiore e quant’altro “fa” un locale di classe.
In tavola non manca il loro olio extravergine marchiato “Agostino” (il nome del grande Salvo, il fondatore, del quale hanno anche conservato e restaurato quattro bei tavoli datati 1946 in legno di ulivo). Dopo l’apetizer di Sardenaira e goloserie locali offerto con “bollicine”. Dopo l’esibizione al tavolo del pescato disponibile,
ecco la carta. Nove ANTIPASTI, dai 10 ai 18 euro, tra i quali il bocconcino di baccalà croccante su crema di panissa, oppure gli “Spunciacurrente” scottati in extravergine con verdurine croccanti.
Cinque PRIMI, dai 12 ai 17 euro, tra i quali gli spaghetti con battuto di acciughe, colatura e polpa di limone, oppure le linguine “Mancini” ai Gamberi viola di Oneglia e basilico (decisamente al dente come di regola e con tracce di peperoncino NON indicate in carta).
Otto i SECONDI, dai 20 ai 28 euro che sono un vero inno al mare locale e alla classicità delle preparazioni, a cominciare dal carrello con il pescato presentato in sala al momento dell’ordinazione, che viene poi preparato alla griglia, alla ligure, al sale, lessato con verdure, all’acqua marina a 8 euro l’etto, in paranza, in grigliata mista. Per la carne c’è la vacchetta rosticciata con marinatura di erbe e il suo contorno a scelta, oppure all’uccelletto con pinoli e Taggiasche.
Nove i DESSERT, dai 5 agli 8 euro, a cominciare con “Dal 1946 semifreddo con cioccolata calda”, ma senza trascurare una selezione di formaggi e composte su Tagliere di ardesia.
La CARTA VINI offre 11 Champagne, 11 bollicine italiane, una cinquantina di bianchi fermi, una sessantina di rossi, disponibili anche rosati, dolci e qualche mezza bottiglia. Il mio bianco con il pesce è stato un buon Corse Calvì AC Clos Colombu 2016 Etienne Suzzoni: che, contrariamente a molti suoi “simili”, non è un “superficiale” che dopo pochi sorsi perde il meglio e si normalizza… :scopritelo! Il servizio è curato dal patron brillante e comunicativo (se lo gradite, può anche intrattenervi a lungo con argomenti interessanti).
Di converso il personale sparge un po’ di ghiaccio intorno a se, attestandosi su una esecuzione impeccabile, andando tornando e provvedendo a quanto bisogna, lesto e desto, ma senza una parola in più se non richiesta, se non indispensabile.
Non ho trovato un menu fisso ma, pur non essendo regali, i prezzi alla carta non possono considerarsi eccessivi, tenendo conto della qualità della materia prima e dell’insieme: antipasto più primo più dessert costano di media sui 35 euro, aggiungendo un secondo si va a 60 euro. E’ la prova che i Salvo,e …il Buon Dio, ci vogliono contenti.