Albenga – BABETTE – -via M. Buonarroti
Tel. 0182 544 556 339 545 5306 ristorantebabette.net
A ponente di Albenga , tra la ferrovia e il mare, in una zona incredibilmente ancora” selvaggia”, c’è sulla spiaggia un residence con piscina, che ha anche parcheggio senza problemi. Al piano terra, c’è il ristorante con patio, avente per confine l’arenile e uno spazio piscina, con vista sull’isola Gallinara che da qui pare veramente un tartarugone diretto chissà dove. Il proprietario/cuoco Fabio Bonavia, persona seria e cuoco capace, prima gestiva l’omonimo locale “infiocchettato” sito sul viale alberato in centro di Albenga. Ora s’è trasferito in questo incanto luminosissimo (portatevi occhiali da sole il mezzodì) che ha anche spazi all’aperto, una bellezza per chi ama godere delle brezze con salino, nonostante il quale, le vetrate sono sempre terse e splendenti. A soffitto svolazzano ampi teli immacolati che “fanno bello” e attutiscono l’eco che avrebbe la sala. L’ambiente è leggero ed essenziale, accogliente e invitante, informale, ma senza “scorciatoie” sia nella mise en place che nell’ onnipresente servizio, che sa bene il fatto suo e cura la sala con attenzione ai particolari sino a prevenire eventuali vostre richieste.
Della carta degli otto antipasti (dai 13 ai 20 euro) cito il salmone selvaggio e baccalà marinati in casa con emulsione di lime e agrodolce di verdure, oppure il vapore di seppie, crostacei e carciofi dì Albenga su delicata panissa liquida. Tra i sei primi piatti (da 13 a 16 euro) gli spaghetti biologici al Kamut “Alce Nero” con il guazzetto leggermente piccante di baccalà, pomodorini e capperi, una spolverata di crumble di pane casereccio, oppure gli spaghetti Garofalo di Gragnano, aglio olio e peperoncino con calamaretti veraci e grattata di bottarga artigianale. La cena scorre via al giusto ritmo evidenziando una cucina che non si avventura in fantasticherie, ma si attiene alle regole mantenendo qualità dall’inizio alla fine. Così nei secondi, se lo desiderate possono cucinarvi su prenotazione astici, aragoste, ostriche e selezioni di crudi di pesce. Diversamente trovate in carta i calamari grigliati alla plancia con gocce di emulsione all’aceto balsamico, oppure il pescato del giorno in ogni fattura servito anche con generosità. Al dessert, oltre alla decina di gelati artigianali, sono in carta sette dolci (8 – 9 euro) tra i quali il tortino caldo al cioccolato amaro Domori con cuore morbido salsa di vaniglia e sorbetto alla banana; oppure il mangia e bevi di marron glacé con un Rhum Mathusalem panna fresca e dolcetti del pasticcere (la sua carta dolci che ha vinto il premio Barolo&Co nel 2006). Esistono inoltre tre menu degustazione: “I sapori della mia terra” di quattro portate acqua e caffè a 40 euro; “Il pranzo di Babette” con cinque portate, compresa acqua e caffè a 48 euro; il “Menu per i più piccoli!” di tre portate a 13 euro. Le 130 etichette della carta vini, non certo “Parkerizzata”, anzi con qualità e assortimento degne di un patron serio che non scherza con la qualità, ha primo prezzo di soli 17 euro e il più elevato 240 per chi desidera permettersi un Sassicaia. Io ho assaggiato qui per la prima volta una buona bottiglia di Alta Langa DOC metodo classico Millesimato 2007 della Cantina Maestra di Enrico Serafino (€ 28). Al tutto, tranne ovviamente che ai menu, sono da aggiungere 3 euro pro-capite per il coperto. Infine, fatto raro in Liguria, chef Bonavia a fine del pranzo si presenta con molto garbo ai clienti per avere le loro impressioni e scambiare due veloci chiacchiere e cogliere i loro pareri. Altro particolare: nonostante l’intera parete vetrata, la temperatura del ristorante è confortevole: ho misurato 22 °: sì , fa anche questo, per servirvi, la vostra guida provatutto