Corso Inglesi 1 – Tel. diretto: 0184 595252
In bassa stagione: aperto le sere di fine settimana
Nella Home Page del locale www.casinosanremo.it/ristoranti-bar/roof-garden/ (sulla quale però manca il numero di telefono) è scritto che “tra le location che il Casinò offre alla sua clientela, il Roof Garden è senza dubbio la più suggestiva. La terrazza, che si affaccia sui tetti della città, propone agli ospiti spettacoli e serate musicali di artisti nazionali e internazionali. Gli ospiti della Casa da gioco sanremese possono assistere ogni sera a spettacoli e pianobar. Durante la stagione invernale lo spazio viene protetto da una tensostruttura che permette ai clienti di godere tutto l’anno della bellezza e della suggestione del panorama (? ndr). Assaporare menù accurati che vanno dalla cucina mediterranea a quella internazionale, al Roof Garden è sempre un piacere. La location ospita sino a 250 persone sedute e 300 in piedi e può essere utilizzata per qualsiasi tipologia di evento. Apertura e orari: aperto tutto l’anno in orario serale” (? ndr)
Pertanto, dopo aver inutilmente insistito a prenotare, senza raccomandazioni (!), con enorme anticipo nelle serate di Gala degli ultimi otto mesi, ho desistito e messo piede in questa terrazza tra le più belle del Ponente in una serata di “bassa” con pochi clienti trovandovi una rassicurante accoglienza pronta e cordiale. Mi hanno guidato a un bel tavolo bordo pista, in un ambiente ben sistemato, con tovaglie a pavimento e altre “chiccherie”; in sala clienti eterogenei (molti giocatori anche in jeans presi forse da altri pensieri). Sono finiti, non so perché, i tempi in cui i grandi maitre Rattoni e poi Allavena avevano pronte le giacche per chi si presentava senza, ma comunque resiste ancora l’orgoglio dell’eleganza, soprattutto da parte dei Sanremaschi.
Da poche settimane c’è un nuovo chef, Sergio Sartor che, come del resto il suo predecessore Mauro Calza, se fornito di materia prima “giusta” sa come trattarla e potrà “riacquisire” la ex clientela sanremese “orfana” dei non lontani “tempi belli” in cui si veniva al Roof anche per qualche passo di danza. Al mio passaggio volutamente non ho scelto uno dei quattro antipasti in carta (€ 18) ma ho chiesto del salmone, che mi è stato prontamente servito. Dei quattro primi piatti (€ 22) ho optato per un risotto agli asparagi e acqua di rose, un piatto cotto al punto giusto e buono, come sempre è stato per i risotti al Casinò. Dei due secondi di pesce e due di carne, ho chiesto un branzino, ma ancora in una versione fuori carta, ovvero al sale, sporzionato al tavolo: anche in questo caso ho trovato qualità (anche se alla bottiglia d’olio “di Origine Europea” avrei preferito una delle molte etichette dell’Imperiese. Nei quattro dessert proposti (€ 8), oltre a quelli con cioccolato, fragole etc…, c’è un originale fagottino di pasta Kataifi con zucca, cardamono e caffè.
Il servizio con personale fedele e rodato qui da decenni, è stato premuroso e di grande capacità: li ricordo bravi e anche nelle serate di grande afflusso nelle quali fanno miracoli.
La carta vini elenca 12 bianchi tutti e due rosé tutti a 22 euro, sette rossi a 25 euro, due vini da dessert e un Prosecco Mionetto, nonché sei mezze bottiglie a 15 euro. Non c’è nessun Spumante Metodo Classico, nessuno Champagne; forse perché i giocatori/ospiti ordinerebbero sempre i vini più cari in carta? E’ pur vero che, per testarli, ho chiesto Champagne e m’han proposto extra carta un Dom Perignon, un Pommery (o Veuve, non ricordo) e infine, a 90 euro, un Moet Brut Imperial, ma sotto questo aspetto la prestigiosa maison è certamente sottotono rispetto a quanto ci si attende in un ambiente del genere e comunque rispetto alla concorrenza di qualunque … pizzeria.
Per dire di altre venialità, nel conto finale mi stato incluso un coperto da 3 euro pro capite non previsto in carta e non hanno accettato una carta A/E, ma si tratta di poca cosa, rispetto ad una serata con bella musica dal vivo. Non sono più i tempi in cui 365 giorni l’anno c’erano spettacoli con ballerine e fantasisti e neppure il tempo del maestro Reddy Bobbio, ma la sera del mio passaggio il duo era bravo e ha saputo anche sacrificarsi a eseguire a basso volume per consentire la conversazione in sala. In fondo, in provincia questo è rimasto l’unico locale con musica dal vivo dove si può invitare un ospite di riguardo.