foto da internet
Albenga – IL MANGIARINO – Via Mariettina Lengueglia, 49
Tel. 392 775 4635
Una preziosa “soffiata” della voce amica … RadioMarmitte mi ha segnalato questa apertura, ed eccomi qui tempestivamente, per i quattro riveriti che gentilmente mi leggono, bramando sempre novità…
Parcheggiato fuori del centro storico, eccomi giunto al ristorante con l’aiuto, tra un vicolo e l’altro, di qualche gentile cicerone. E’ però facile trovare il locale sapendo che è posto sotto la poderosa antica torre e sul retro del battistero. Ubicato solingo in un “gomito” del vicolo, sotto una graziosa insegna artistica variopinta e algida, ma praticamente illeggibile, gli fa da provvidenziale “richiamo” uno spazio esterno di tre tavoli con candele e una grande lavagna con l’elenco dei piatti.
La cuoca-patronne è Mirella Porro,
dal 1986 a oggi alla Cittadella di Zuccarello, poi a Laigueglia, poi al Baia del Sole di Alassio, poi insegnante all’Alma di Marchesi e, finalmente oggi tornata tra le cucine rivierasche di miglior qualità. Il minuscolo locale di sei tavoli per max una ventina di persone è intimo, luminoso, mobili azzurri, sedie multicolori come le tovaglie con preziosi pizzi realizzate dalla mamma di Mirella (peccato però per i tovaglioli in carta sintetica, segno dei tempi…), “careghe” comode con cuscini, vetrinetta degli invitanti distillati, bicchieri incisi, musica di sottofondo “giusta” per qualità e volume.
I clienti sono discreti e ne ho notato alcuni epicurei che incontro ogni tanto qua e là in ottimi ristoranti: evidentemente, stanno apprezzando questa novità alternativa che fa qualità e convenienza, rispetto agli usi diversi di gran parte dei locali che preferiscono curare intensivamente la movida estiva della costa.
Ma andiamo per ordine. In carta: salmone marinato all’aneto e salsa dolce forte (€ 12), insalata di polpo, sedano, papaya, pinoli, olive Taggiasche e capperi. Sono due antipasti che indicano d’acchito che anche con dei classici si può sobriamente sorprendere. Nei primi i ravioli di borragine all’extravergine, maggiorana fresca e scaglie di ricotta marzotica (salata a secco) diventano irresistibili grazie anche ai pistacchi tostati (€ 10). Quanto agli spaghetti freddi serviti con caviale (€ 16) io ne ho rimandato l’assaggio al prossimo passaggio, perché in carta è scritto apertis verbis che sono “il piatto del cuore di “Gualtiero Marchesi”, facile da incontrarsi a questi tavoli. In questa stagione non ho voluto assolutamente perdermi la crema di zucca Mantovana con caldarroste vincotto e crostini (€ 10), un piatto da solo merita … tutto ( per giunta era anche di “disegno” intonata in questi tempi di “allouen”):
Per i secondi è meglio sentire di che dispone l’arrivo di pescato del giorno, dal piacevole afrore, che si ritrova poi nel piatto, una volta passato al forno, con zucchine trombette, pomodori confit e maggiorana. Ma sono da segnalare anche i calamari grigliati, con patate, scorza di limone olive taggiasche ed erbette liguri (€ 15). La carta dei cinque dolci (€ 7) offre diverse suggestioni, ma certo a quella dell’arcitradizionale tortino di pesche e amaretti, crema zabaione e gelato alla vaniglia è difficile resistere, anche se una mousse al cioccolato accompagnata da pere al vino rosso può esser altrettanto tentatrice.
La carta dei vini è ancora “giovane” (23 etichette), ma crescerà, crescerà! Per ogni vino è riportata la preziosa indicazione della gradazione alcoolica; sette bottiglie vengono servite anche a bicchiere (€ 4). Quasi tutti i vini rientrano nella fascia di prezzo fino a 20 euro. C’è poi disponibile una chicca,
lo Champagne Gregory Michel Maillard che, a 40 euro, rivela una politica di ricarichi che ha il massimo rispetto del nostro portafogli.
La bella cucina è a vista, gli addetti sono tre in cucina e uno in sala, più la patronne che dirige e collabora in entrambi. In sala l’atmosfera è calma, i tempi d’attesa “giusti”, il garbo d’insieme garantito e anche la clientela ha toni tanto discreti che i soffitti a volta NON riverberano, salvo quando qualche raro solingo chiacchericcia bellamente con altri tavoli senza minimamente domandarsi se per caso il tono disturba l’atmosfera del locale.
Insomma, è una casa con dei bei giorni davanti. Con sano egoismo aggiungo: Bentornata, maestra Mirella!