dal “bufaleuntantoalchilosito” e “BUTAC”:
“Le imprese in Vietnam iniettano sostanze ai gamberetti al fine di accrescere la vendite. Il Vietnam è uno dei 5 maggiori esportatori di gamberi, è il più consumato prodotto marino. Sembra che in questi giorni si scopre che è più pericoloso che mai..
A parte l’italiano pessimo del post, la pagina del sito ci delizia con un bel video sottotitolato. La temibilissima sostanza CMC viene iniettata nei gamberi per aumentarli di peso!
Vediamo, come al solito, di fare chiarezza e rassicurare gli amanti dei gamberi; l’unico pericolo lo corre il vostro portafoglio, perché far lievitare il peso di un gambero è una bella frode.
Innanzitutto come previsto dalla “Circolare sugli adempimenti in materia di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti ittici ai sensi del Reg.(CE) 1224/2009, del Reg.(UE) 404/2011 e del Reg.(UE) 1379/2013.” emessa a dicembre 2014 dal “Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca, Direzione generale della pesca marittima e dell’acquacoltura PEMAC III”:
[…] ai sensi dell’art.35 del Reg.(UE) 1379/2013, le informazioni obbligatorie ulteriori da associare a ciascuna partita che dovranno essere fornite al consumatore finale, fatto salvo quanto previsto dal Reg.(UE) 1169/2011, sono le seguenti: a) la denominazione commerciale della specie e il suo nome scientifico; b) il metodo di produzione, in particolare mediante i termini “…pescato…”o”…pescato in acque dolci…”o”…allevato…”; c) la zona in cui il prodotto è stato catturato o allevato e la categoria di attrezzi da pesca usati nella cattura di pesci. […]
Quindi se non volete comprare gamberi provenienti dal Vietnam basta evitare la zona FAO 71 Pacifico Occidentale Centrale.
I paesi che affacciano sulla zona FAO 71 commercializzano un po’ ovunque nel mondo prodotti ittici… surgelati. E come tali sono surgelati direttamente sulla barca o in allevamento appena pescati. Il video che ci propongono non è applicabile al mercato ittico comunitario perché riguarda solo il mercato del fresco; infatti se notate la signora dice che compra ogni giorno 30-50 kg di gamberi per sottoporli a quel trattamento. Proviamo a immaginare il percorso di questi gamberi. Appena pescati e sommariamente confezionati arrivano nell’industria e, da quanto vedo nel video, mi pare che siano di calibro 60-70, al massimo 40-50 cioè dai 40 ai 70 pezzi al kg. Se la matematica non è un’opinione abbiamo dai 1200 ai 3500 gamberi che manualmente uno a uno le simpatiche operaie dovranno rimpinzare per farli pesare di più. Finito il filling con la CMC devono essere mandati all’abbattitore per il surgelamento. Mi sembra molto più probabile che quella ditta acquisti gamberi che sono già sul mercato da un paio di giorni e che, come natura vuole, non hanno più la carne ben adesa al carapace ma un po’ ritratta, indice di freschezza che sta scemando. In questo modo la testa e altre parti del corpo vengono riempite nuovamente e un consumatore poco attento non si accorge della frode.
Parliamo adesso della CMC. Questa sostanza misteriosa che aggiungono insieme a gelatina e glucosio ai gamberi.
La CMC altro non è che la carbossimetilcellulosa, nota anche come E466. L’E466 appartiene alla categoria degli addensanti.
Secondo il “Reg. (UE) N. 1129/2011 dell’11 novembre 2011 che modifica l’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio istituendo un elenco dell’Unione di additivi alimentari” la CMC appartiene a quella classe di additivi autorizzati senza limiti ovvero “quantum satis“, quanto basta. La CMC appartiene agli additivi del gruppo I (allegato 1, parte C, Definizione dei gruppi di additivi, pag. 19) pertanto non può essere aggiunta ai prodotti della pesca non trasformati (pag. 108-109) mentre può essere aggiunta ai “Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei” (pag. 109). Ovviamente se aggiunta deve essere dichiarata negli ingredienti secondo le diciture previste dalla legge.
Anche il SSICA (Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari) riporta quanto detto: la CMC appartiene agli additivi ammessi nei prodotti ittici lavorati (Tabella 3b. Additivi generalmente ammessi nei prodotti ittici).
In conclusione
Non è una bufala, ci sono industrie alimentari in Vietnam (ma probabilmente industrie truffaldine simili sono dislocate un po’ in tutto il mondo) che rimpinzano i gamberi con la CMC. Questa pratica non è nociva per la salute ma rientra nel campo delle frodi al consumatore se viene eseguita su prodotti freschi, venduti come tali. Se il prodotto è stato lavorato non è più frode, a patto che la CMC sia dichiarata negli ingredienti secondo le modalità previste dalle leggi vigenti. La bufala è casomai mettere insieme queste informazioni con l’osservazione che il Vietnam è il quinto esportatore al mondo di questo prodotto, lasciando al lettore l’errato collegamento che ciò che vediamo sia ciò che arriva sulle nostre tavole.
Thunderstruck chiocciola butac punto it”