Guida de L’Espresso: non più voti ma solo cappelli. Una piccola rivoluzione.

Non più voti ma cappelli, così cambia la guida ristoranti dellEspresso

 Le Guide dell’Espresso ai Ristoranti e ai Vini d’Italia saranno  presentate il 20 ottobre a Firenze alla Stazione Leopolda. Come di  consueto, ecco le anticipazioni di Ferragosto. Niente più voti. E poi i premi al giovane dell’anno, alla chef, al maitre e alla novità dell’anno.                                                                                                                                                                                              Una “scelta radicale” la definisce il direttore delle Guide dell’Espresso Enzo Vizzari. E in effetti segna un cambiamento rivoluzionario nella storia della guida ai ristoranti d’Italia dell’Espresso: dal 1978, anno della prima edizione, il giudizio su ciascun locale recensito si sintetizzava in voti, espressi in ventesimi (sul modello della Guida Gault Millau con cui inizialmente era in partnership).

Ma la Guida 2017, che sarà presentata, insieme con quella dei vini, il prossimo 20 ottobre a Firenze alla stazione Leopolda, non avrà più voti. E per indicare al lettore il livello del ristorante ci saranno al loro posto invece i cappelli. Da zero a cinque, come simboli per mostrare in modo intuitivo il valore di ogni cucina.
Si va da “nessun cappello”, che comunque indica una tavola valida nella sua categoria (già il fatto di essere inseriti in guida deve essere motivo di orgoglio, visto che l’Espresso presenta una selezione di 2700 locali sui 200mila posti in cui “si somministra cibo” nel nostro Paese), a “cinque cappelli” per l’eccellenza in cucina.
La decisione – come racconta Vizzari a Licia Granello su Repubblica, nella consueta pagina ferragostana in cui troviamo le anticipazioni della guida che verrà – risponde all’esigenza di evitare l’eccessiva frammentazione nei punteggi, figlia della crescita ulteriore della ristorazione.

Antonia Klugmann, cuoca dellanno

Antonia Klugmann, cuoca dell’anno

Si, perché la cucina italiana conferma di trovarsi in salute florida ed era sempre più difficile dare (e anche per i lettori comprendere) giudizi basati a volte su differenze di 0,5 punti.

Sokol Ndreko, maître dellanno

Sokol Ndreko, maitre dell’anno

                                                                                                                                                    Tra i premi speciali, ecco quello come cuoca dell’anno ad Antonia Klugmann de L’Argine di Vencò a Dolegna del Collio (Gorizia); giovane chef dell’anno è il 27enne Francesco Brutto dell’Undicesimo Vineria a Treviso; Sokol Ndreko, direttore di sala e sommelier del ristorante Lux Lucis dell’hotel Principe a Forte dei Marmi si aggiudica il riconoscimento di maître dell’anno; e le migliori novità sono considerate quella dello chef Nino di Costanzo col suo Danì Maison a Ischia  e quella di Luigi Taglienti, il ristorante Lume a Milano.
La pizza a regola d’arte trova sempre più spazio nella guida, ed ecco l’attenzione alle pizzerie d’autore, dove farine pregiate, lievitazioni e ingredienti d’eccellenza  mostrano quanto i pizzaioli moderni stiano studiando, confrontando competenze, facendo fronte comune a vantaggio della qualità e del prestigio della categoria.