Luglio duemilasedici, il Ristorante Quintilio si rinnova dopo ventisette anni e si connota in pieno la stagione portata avanti da Luca e Lorena nel segno della ultracentenaria tradizione di famiglia con uno sguardo deciso rivolto al futuro.
Autori del nuovo allestimento gli specialisti piacentini di Archimoon già noti per le notevoli realizzazioni sul territorio nazionale tra cui “Le calandre” a Padova e “caffè Quadri” in Piazza S. Marco a Venezia.
Dopo una lunga e felice stagione dedicata alle tonalità dei verdi, si avvia un periodo dedicato a toni neutri per valorizzare effetti più naturali e materici principalmente affidati ad una serie di boiserie ed arredi realizzati tutti su misura con la maestria che solo il vero made in Italy sa regalarci.
Il tutto realizzato in raffinato legno fossile, estremamente particolare, con oltre mille anni di esistenza, ritrovato sotto l’ansa di un fiume in Kazakistan ed importato in Italia in limitate quantità.
All’ingresso viene ricostruito un minibar che era già presente in forma e posizione negli anni sessanta abbinato ad un nuovo banco reception nell’intento compositivo di creare attraverso lo studio volumetrico dei due corpi una nuova armonizzazione estetica e funzionale.
La tinta nera di fondo incornicia l’accesso alla cucina donando effetto scenografico diretto sul “palcoscenico” del ristorante.
Nero che diventa protagonista anche nella sala principale adiacente all’ingresso a supporto di un sistema di illuminazione a led molto sofisticato e tecnologico che consente la regolazione luminosa direttamente dal cliente su ogni singolo tavolo semplicemente mediante il proprio smartphone.
Molta attenzione è stata proprio dedicata alla luce che rappresenta uno dei punti forti del rinnovamento.
Su ogni singolo tavolo sono stati posizionati perfettamente a piombo sui centri piccoli proiettori dotati di membrane interne dorate che producono flussi luminosi ideali per la valorizzazione cromatica dei cibi e dei volti delle persone.
Uno “squarcio” nero apre il soffitto della sala configurando una nuova visione prospettica.
In questa superficie sorda sono posizionati altri faretti orientabili per l’illuminazione fuori standard e delle opere d’arte.
Per la nuova apertura del ristorante sono state scelte opere del noto maestro A. Cagnone, pittore milanese nato ad altare dove ha vissuto la sua giovinezza.
Nella vetrina espositiva ancora un omaggio al paese del vetro con una splendida serie di vasi anni cinquanta disegnati dall’architetto Teobaldo Rossigno, ultima produzione soffiata a mano nella S.A.V. (Società Artistico Vetraria) prima della definitiva industrializzazione.
Nuovi servizi:
Confermata l’Enoteca che espone la vasta collezione di più di 500 etichette. Passando oltre il ben organizzato guardaroba è stato realizzato un nuovo corpo servizi luminoso e funzionale.
A destra dell’ingresso si è ricavata una esclusiva nuova saletta-libreria con dieci posti a sedere dove non mancano preziose testimonianze delle tradizione altaresi come ad esempio alcune foto originali della storica visita di Marinetti alle locali vetrerie del 1936 ed il prezioso manoscritto di Pasolini in visita al ristorante.