Antonella di Vietro su Agrodolce, pubblica un articolo interessante.
” Per il consumo di carne cruda non esistono vere prescrizioni specifiche poiché la vendita di quest’ultima (anche di quella utilizzata per gli insaccati), è sottoposta a una lunga serie di controlli dall’allevamento alla lavorazione ed è garantita dalla presenza di un veterinario ufficiale nei macelli. Sembrerebbe quindi sufficiente verificare al momento dell’acquisto il mantenimento del rispetto delle temperature necessarie dettate dalla catena del freddo, controllando che l’alimento non presenti ossidazioni della superficie di taglio con conseguente inscurimento del pezzo: resta comunque necessario appurarne provenienza e certificazione.
Contaminazioni e malattie: La contaminazione può essere di 3 tipi: batterica, indotta spesso dalla cattiva macellazione dell’animale; virale, dove il virus agisce in maniera specifica sulle cellule e parassitaria, dove i parassiti inficiano i tessuti muscolari dell’animale. Le malattie più comuni causate da parassiti sono la tenia (il famoso verme solitario), la sarcosporidiosi, la toxoplasmosi e la trichinellosi che causano nell’uomo sintomi che vanno dai banali disturbi digestivi ad altri più gravi. Nel caso dei batteri come salmonella, listeria, escherichia coli e altri, si può addirittura arrivare a forme di epatite, pancreatite e meningite.
I principali batteri, virus e parassiti:
Campylobacter: genera febbre, crampi addominali ed è la causa più comune di dissenteria al mondo. Si trova soprattutto nelle carni di volatili e pollame.
Taenia: noto come verme solitario, vive nell’intestino degli animali dove può raggiungere la lunghezza di 8 metri. Priva di apparato digerente, assorbe direttamente le sostanze nutritive presenti nell’intestino dell’ospite: la persona colpita è spesso affamata ma, nonostante le ingenti quantità di cibo ingerite, si sente debole e stanca. Tra i disturbi, dissenteria alternata a stitichezza, dolori addominali, nausea e vomito. Solitamente la cura è di tipo farmacologico, ma laddove ce ne fosse la necessità si interviene chirurgicamente.
Sarcocystis: batteri che si insidiano nella fibre muscolari formando cisti di varia grandezza (da qualche decimo di millimetro a qualche centimetro). Nella grande maggioranza dei casi la malattia decorre senza alcuna sintomatologia ed è rara nell’uomo.
Trichinella Spiralis: batterio che causa la cosiddetta Trichinella e la fonte maggiore di contagio è la carne di maiale delle salsicce. Nell’intestino le larve si muovono attraverso la mucosa intestinale, si moltiplicano diffondendosi prevalentemente nei muscoli, nei quali determinano un sorta di degenerazione delle fibre causando emorragie, febbre alta e grave compromissione dello stato generale. La terapia è effettuata con chemioterapici specifici.
Listerina: batterio detto Listeria monocytogenes; l’infezione causata è molto pericolosa soprattutto per anziani, donne in gravidanza e neonati. Tra i sintomi troviamo febbre, dolori muscolari, dissenteria e disturbi gastrointestinali. Si possono avere anche torcicollo, emicrania, perdita di equilibrio e convulsioni.
Salmonella: è uno dei batteri che si trova negli intestini di rettili, uccelli e mammiferi. I sintomi della salmonellosi sono dissenteria, vomito e crampi addominali, ma in soggetti con sistemi immunitari deboli può causare disturbi anche molto seri.
Escherichia coli: sono parassiti che producono una potente tossina responsabile di gravi forme morbose nell’uomo. I disturbi variano dalla dissenteria alla colite emorragica e possono rappresentare la causa più importante di insufficienza renale acuta in età pediatrica.
Toxoplasma: è il parassita detto Toxoplasma gondii i cui veicoli di trasmissione possono essere gli animali domestici, topi, piccioni, polli e altri, tramite la contaminazione delle feci. La malattia è molto rischiosa in gravidanza perché può essere trasmessa dalla madre al feto.
Prevenzione
Se non si vuole fare a meno di tartare, carpacci, carne al sangue e insaccati, è necessario: acquistate solo carne controllata e certificata ed evitare che il prodotto subisca esposizioni a temperatura ambiente prima del consumo.