La recensione: Bordighera: ristorante Magiargé

 

9 1 2016 (2) - Copia                          Bordighera  – Osteria Vini e Cucina Magiargé

Piazza Giacomo Viale 1 – Tel. 0184 262946

Dopo aver lasciato l’auto nel vasto parcheggio ai margini di Bordighera Alta, è piacevole la passeggiatina nei vicoli pieni di ristorantini, wine bar etc …: pare quasi d’esser giunti in un bel centro storico costazzurrino, se così posso esprimermi, a malincuore per noi Italiani, ma “apertis verbis”…  Giunti alla piazzetta della chiesa infilatevi sotto il portichetto a sinistra e troverete subito il locale. Si tratta di diverse salette, ognuna con “personalità” diversa ma tutte gradevoli. Il nome della casa è Osteria…, ma dell’osteria rimane ben poco, a parte le “careghe” d’antan senza cuscini e il cartone plastificato formato lavagna, con stampata la carta cibi. Non ho trovato i clamori tipici delle sale con soffitti a volta che talvolta invoglierebbero a scappar via, ma anzi tutto è calma, soft, con buona musica a giusto volume in sottofondo. Alle pareti rosa antico c’è qualche bel quadro anche ben illuminato, i tavoli sono ben distanziati. I nove addetti accudiscono il locale con solerzia, ma senza pavoneggiarsi scioccamente (come spesso avviene altrove) e senza stressarvi con attenzioni petulanti.

Tra i sette antipasti il Cappon Magro di pesce verdura e salsa genovese (€ 14) è tradizionale senza le diffuse comode personalizzazioni, lo sformatino di Porro di Cervere su salsa di formaggio d’alpeggio (€ 11) non è una novità, ma è di grande piacevolezza. C’è anche un curioso “assolo” chiamato Lo Sfizio, con 10 grammi di caviale Oscietra e blinis (€ 22): non l’ho assaggiato, ma è stato sorprendente trovarlo. Dei quattro primi piatti cito la zuppetta di pesce passata con crostini e salsa Rouille provenzale (€ 11), nonché i tagliolini con ragu di pesce, cozze e olive Taggiasche (€ 12). In questo ristorante, ormai il più bello del borgo vecchio, non manca una ventata d’entusiasmo, che di questi tempi è raro trovare ovunque, e la cucina tradizionale rassicurante e conosciuta, aiuta alla piacevolezza della sosta. Ecco, nei secondi, oltre al pescato di mare al forno con carciofi (€ 18), il Baccalà d’Islanda al forno, cuscus e mentuccia. Nei piatti di carne è inconsueto il coniglio in casseruola disossato alla …Birra (€15) oppure si puo “restare” sui binari dello stufato di capra con i Fagioli di Pigna (€ 15). Tra i dessert (€ 6), la Toma di Pecora Brigasca non è da perdere ma, nei dolci ecco gli introvabili, o quantomeno rari, “Biscuteli” di Vallebona con il Marsala, l’originale il tortino di farina di castagne con pere e cioccolato, il classicissimo Bunet all’Amaretto con possibile adatto accompagnamento vino. Ci sono anche tre menu: il “Mignon” e il Tradition con tre portate a 19 euro e il Lunch a mezzodì con due portate più dessert a 21,50 euro. Il coperto è a 2 euro.

Un discorso del tutto a parte lo merita la carta vini, di diverse centinaia di etichette (700-800 ?) che dà euforia solo a leggerla tutta: il patron è un appassionato e non lascia invecchiare le bottiglie oltre il consentito. Concludendo: una sosta decontractée, per chi ama la cucina ligure e le grandi carte vini, con una accoglienza calorosa ma con addizioni soltanto tiepide.

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