La recensione del ristorante della settimana. A Imperia: Didù

Foto0026Imperia Oneglia – OSTERIA DIDU’

Viale Matteotti 76 – Tel. 0183 273636

Non essendo un tifoso dei locali troppo “slofuddiani”, ho forse  inconsciamente ritardato la visita della nuova gestione ed ho sbagliato: perdonatemi! L’ho provato un mezzodì trovando un ambiente corretto da break veloce senza altri appeal. Stanti però le insistenze degli amici di  “radiomarmitte” (tre lettori partecipativi), ho voluto prenotare. Sono tra i pochi che vivaddio rispondono al telefono prima delle 18 e mi sono assicurato  gli ultimi due coperti. Rimediato un parcheggio, eccomi finalmente una sera feriale in questa OSTERIA  moderna, per metà vetrata e tendaggi bianchi (in inverno evitare i due tavoli presso la porta) e per l’altra metà con  grandi fiori a colori tenuti stilizzati alle pareti, pavimento in lamellato chiaro, tavoli più ravvicinati che distanziati, tovagliette in stoffa,  tovagliolo in carta,  sedie ok fino alla taglia xl, posateria inox,  bei bicchieri e stoviglie candide, pane a fette tagliato al momento, bottiglietta d’olio extravergine Muaje sigillata, saliera con Himalayano ed una tentatrice ciotolina colma di ottime  olive taggiasche.

Il patron declama “a nastro” l’intera offerta. Quattro antipasti: la battuta con il Porro di Cervere (€ 11), il Brandacujun (€8), la buridda di polpo (€ 8), lo sformatino di cardi con crema di zucca (€ 6). Tre primi i tagliolini con Gamberi (€ 12), i Cavatelli al ragu di polpo (€ 11), le orecchiette con porri e speck (€ 11). Quattro secondi: le seppie in zimino (€ 10), le acciughe al verde (€ 11), l’ombrina al forno o alla griglia (€ 15), i fagottini di vitello (€13).  La sua voce è chiara e forte per cui, nel caso, anziché farlo ripetere, potrete approfittare dei suoi numerosi bis concessi agli altri tavoli oppure, se avete focus 9/10, fissare le due lavagnette appese a metà sala che indicano anche i prezzi.  E’ pur vero che in una osteria non è prescritta la carta ai tavoli, ma  non ci vuole più tempo a scrivere due lavagne con il gesso che non a stampare la lista del giorno con un PC? 18 11 2015 (7)

Ho provato i piatti che ho sopragrassettato più un Bunet discreto e li ho trovati generosi, corretti e ben preparati.

Il servizio ha ovviamente molto da fare ma non è svolto secondo i minimi sindacali, non è “afoso” ne “attapirato”, ne “ad capocchiam” come spesso capita negli “slocost”. E’ anzi capace, disponibile, simpatico, con “passaggi e tiri di palla” veloci ma senza affanni, concreto e presente ma senza odiosi tacchinamenti dall’inizio alla fine, nonostante cambino stoviglie e posate ad ogni portata (fatto non prescritto in una osteria).

La carta vini offre 20 bianchi e 20 rossi, più sfusi sia a “quartini” che a “mezzi” e vi sono indicate anche le gradazioni alcooliche di ogni bottiglia. La selezione è da professionisti, con ricercatezze di nicchia, come la Pelaverga 2014 di Verduno fratelli Alessandria (€ 18) che un tempo aveva alone di essere anche afrodisiaco, secondo la assessore di Verduno dell’epoca del suo “lancio”. Il mio vicino m’ha offerto un bicchiere di buon bio, il Vermentino Aimone di Vio che non ho visto in carta.  I prezzi di due piatti più dessert, sui 25 euro, sono da amici, ma che dico, da … benefattori verso di noi, poveri peccatori di gola impenitenti, stivati  qui numerosi anche nei giorni feriali.

Concludendo: un piccolo locale moderno, funzionale, accogliente:  il posto giusto per chi bada alla sostanza e cerca una formula familiare rifuggendo l’ ambaradam di molti pizzoranti da poco prezzo.

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