Apricale – LA FAVORITA – Ristorante Locanda B&B
Strada San Pietro 1 – Tel. 0184 208186 –
Il borgo, un grappolo di case ostinatamente aggrappate una all’altra sul dorso della montagna, illuminato sapientemente la notte, l’ho fotografato dal parcheggio di questa locanda, che all’uopo è il miglior balcone della valle. Molti visitatori (come me) sono venuti ad Apricale per la prima volta, proprio grazie a La Favorita, che da decenni ha tradizione, ottima reputazione, camere accoglienti e fa ristorazione seria senza mai flettere in qualità, neppure negli attuali tempi non facili. La bella sala e il suo ammaliante dehor estivo hanno visto la storia di un’intera famiglia che ha fatto dell’accoglienza il “leit motiv” della propria esistenza e la cui seconda generazione può avere tanti bei giorni davanti, rollando al ritmo di “Honki Tonki Train (ascoltatelo, che merita molto più della mia recensione! Il sito è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=1kSZWkYe09g). Rollando, dicevo, su questi collaudati binari della dedizione alla casa e del savoir faire, corretti soltanto da qualche aggiustamento marginale adatto ai tempi.
Ma veniamo al cibo. L’assaggio di una decina di Antipasti della casa freddi e caldi (€ 13) è un buon “attacco” ma, in questa stagione, meritano anche i funghi, perfetti nella loro trifolatura; locali naturalmente. Le loro paste fresche e segnatamente gli gnocchetti di patate al Gorgonzola o al pesto o al ragu (€ 11) nonché i loro ravioli lasagne o tagliolini, sono quelli di una mamma, come ci si aspetta qui e vengono serviti anche con generosità. Quanto al coniglio, posso sbilanciarmi: è questo il migliore che io ricordi d’aver assaggiato sino ad oggi, fatto in casseruola al Rossese con olive nere (€ 14). Ho anche guatato il “transito” verso tavoli vicini di invitanti tagliate di manzo, agnello, salsiccia alla brace (loro storici fiori all’occhiello) che assaggerò ai prossimi passaggi. Anche i dessert sono quelli della tradizione (tiramisù, crostate etc…) ma la tradizione è quella delle Pansarole con zabaione.
I circa 70 vini in carta offrono spazio per una non facile scelta, tra liguri piemontesi e veneti ed altri, ma si trova anche qualche chicca, ad esempio un Petit Verdot di un produttore laziale a 18 euro, ottenuto da un vitigno che in Francia è componente di una blasonatissima etichetta con prezzi a tre zeri.
Il servizio è rodatissimo, simpatico, competente. I tempi sono normali. Il prezzo di un pasto completo si aggira sui 35 euro. Per la prenotazione talvolta occorre avere un po’ di pazienza.
Mi era sfuggita la sua e rispondo con molto ritardo. Oltre a recarmi inatteso e in anonimato nei ristoranti, pago anche sempre il conto, come può testimoniarle qualunque ristoratore. E fino ad oggi ho compilato queste righe senza ritorni di danaro. Lei non condivide le troppe positività, l’assenza di inflessioni e in automatico deduce che manca serietà. Io confido sulla capacità dei lettori di apprezzare la mia etica e distinguere chi lavora professionalmente e con serietà da chi invece annaspa in altri mari meno limpidi. Evidentemente, nel suo caso, ci siamo sbagliati entrambi. Luigino