
La nostra rassegna stampa oggi si ferma ancora su Il Gambero Rosso, che scrive, tra l’altro: … “c’è una fascia di consumatori che è stufa delle esasperazioni virtuosistiche ai fornelli (talvolta con risultati discutibili). L’innovazione in cucina, attraverso la ricerca fuori dalla tradizione o la reinterpretazione di piatti classici, funziona se fatta con buone intenzioni, consapevolezza, buona pratica e risultati finali convincenti. Ma non sempre è così: qualche volta una ricetta è pensata e realizzata solo con la volontà di stupire cavalcando il trend del momento. Molto fumo e poco arrosto. Anche per questo si torna a vagheggiare piatti semplici, lineari, diretti e ben fatti, senza elucubrazioni, eccessi e ostentazioni stilistiche. Un po’ di sana normalità. Una cucina comfort food, accogliente, materna, rassicurante, che ti abbraccia e si concede senza giudicarti, senza appesantire le meningi e alleggerire troppo le tasche, che non costringe a sentirsi inadeguati come studenti agli esami di maturità. Un desiderio che magari ci si tiene dentro perché dirlo non è trendy, non fa figo.
Già 15-20 anni fa chef dell’alta ristorazione invitavano a mettere i piedi per terra, a considerare avanguardia piatti “normali”, come i classici spaghetti con pomodoro e basilico, però fatti con grandi materie prime: un grande spaghetto artigianale trafilato al bronzo ed essiccato a bassa temperatura, un grande pomodoro rustico fresco maturato al sole, un buon basilico appena colto.”
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