La seconda parte dell’intervista del Gambero Rosso a Edoardo Raspelli riguarda un giudizxio sulla ristorazione di oggi e si conclud così: “Rieccolo, il terribile Raspelli, il fustigatore indomito. Perché sarebbe un momento tragico? «Ma non vede cosa accade in giro? La ristorazione italiana è andata a Patrasso, è andata in malora. E’ in mano agli esibizionisti che inventano piatti con l’unico obiettivo di scioccare, accostando ingredienti che vengono da chissà dove, intanto la gente va sempre meno al ristorante, abbiamo una realtà di menu corti e di ristoranti vuoti. Insieme alla cucina va a Patrasso la sala, è un disastro totale, vieni trattato come un coglione ignorante, arriva un piatto e ti subissano di chiacchiere, ci abbiamo messo dentro questo questo e quest’altro, lo abbiamo cotto così e cosà… stesse cose sulla carta dei vini, ordini un barbera qualunque e stanno a raccontarti tutto, la vigna tale, l’appezzamento tale, le ore di esposizione al sole. Ma chissenefrega, io sono qui per mangiare e bere».
Però, Raspelli, il mondo cambia. Si sperimenta, si evolve. «La fantasia va benissimo, io sono un adoratore della fantasia, ma dietro ci deve essere un’idea, un ragionamento. Gualtiero Marchesi aveva fantasia. Pier Angelini è un altro esempio di fantasia ben indirizzata, penso alla sua passatina di ceci e gamberi. A mandarmi fuori dai gangheri è l’esibizione a tutti i costi di una creatività immotivata. Se vado da Marco Sacco che al Piccolo Lago mette la carpa cruda nel dessert, ecco: a me fa solo ribrezzo».
Raspelli viene sfrattato, con quella pec dalla firma illeggibile, da un mondo che non sente più suo, «una catastrofe» fatta di chef senza bussola, senza passione per i fornelli. Forse perché stanno troppo tempo in tv? «Macchè, la televisione non c’entra. Tutte le volte che sono andato da Vissani l’ho trovato al ristorante. L’ultima volta da Moreno Cedroni a Senigallia lui c’era, ovviamente mi ha riconosciuto, abbiamo chiacchierato e ho mangiato benissimo;. ma la volta prima non c’era lui, sono andato come un cliente qualunque e ho mangiato ugualmente bene, perchè il bravo patron è quello che addestra la squadra a lavorare bene anche senza di lui».
In questo mondo che ha perso l’anima si aggirano elogiatori incompetenti e prezzolati, «siamo in balia degli influencer, oggi anche se esce una nuova aspirina lo sappiamo dall’influencer che l’ha testata». Di cibo ne capiscono? «Mi capita di leggere le loro recensioni e chiedermi: ma come si fa? La critica enogastronomica oggi non esiste più. Sui vini si sfiora il ridicolo, lei da quanto tempo non legge che un vino è cattivo, che non vale quello che costa, che ha una ossidazione completamente sbagliata?»”
Il link per l’intervista completa è il seguente:https://www.gamberorosso.it/notizie/critico-raspelli-licenziamento-gedi-lastampa-ilgusto/