La recensione. A Imperia il Ristorante CHEZ BRACCIOFORTE

Imperia

CHEZ BRACCIOFORTE – Calata Cuneo 33 – Tel. 0183 294 752 www.chezbraccioforte.com

Il ristorante, fondato nel 1892 (l’insegna di allora è ancora conservata all’ingresso del locale), viene tramandato da una generazione all’altra della stessa famiglia da 131 anni, ma … non li dimostra.  Nella prima pagina della carta è scritto: “La cucina tradizionale rivisitata, semplice negli ingredienti ma di grande qualità, si esprime al massimo con il pescato locale proveniente quotidianamente dalla vicina asta di Oneglia. L’ ”Oro Taggiasco” è un altro importante protagonista della tavola, immancabile su tutti i piatti ed è selezionato tra i migliori Extravergine DOP del Ponente Ligure.” Premesso quindi che patron Braccio, frequenta facilmente le adiacenti pescherie ed i banchi della calata e che quindi le proposte di pescato variano inevitabilmente a seconda degli umori del mare, ecco un estratto dalla carta:

Cinque ANTIPASTI (€ 8-24) tra i quali le Suggestioni di mare in due portate, oppure i Crostacei al vapore con verdure di stagione. Cinque PRIMI (€ 18-22), tra i quali la Pasta fresca “Chez Braccioforte”, oppure gli Gnocchi di patate padellati con cozze e vongole veraci al profumo di pesto leggero. I SECONDI (€ 25-40), cinque di pescato e due di carne. Cito il Pesce cotto in crosta di sale della Provenza, oppure in guazzetto di pomodoro con olive Taggiasche al profumo di basilico, oppure la sontuosa Grigliata di crostacei. Sette DOLCI (€ 8-10), tra i quali pare che presto ci saranno bramate novità. Nel frattempo punterei sulla sorbetteria abbinandola ad un bicchiere giusto che sanno consigliare. Tutto viene servito i quantità dignitosissime.

Patron “Braccio”, per decenni vulcanico factotum per questo locale, sia in sala che in cucina (fornelli visibili dalla vetrata verso Via de Geneys), da qualche tempo si “fa vedere” in grazia dell’ora meridiana, compiacendosi che tutto risulti giusto e perfetto, ma la sera parrebbe affidare interamente la regia ed il SERVIZIO al “poderoso” figlio RICCARDO  il quale, coadiuvato dal cameriere storico SOKOL, regge che è una bellezza e fa “girare” perfettamente la sala; anzi, io ho trovato aumentata la clientela anche nelle serate “di bassa”. 

Ovviamente l’AMBIENTE, senza un granellino di polvere neppure a cercarla con la lente, conta su mise en place classiche, tovaglie bianche immacolate, stoviglie tradizionali, sedute imbottite e tavoli distanziati, con piccoli bouquet di garofanini (omaggio ad un fiore che, nella Riviera dei Fiori, ha fatto evolvere i contadini in imprenditori, ormai da un secolo.

La CARTA VINI, stampata (quindi con prezzi che fortunatamente cambieranno solo alla successiva ristampa), offre un centinaio di etichette italiane e straniere a prezzi normali. Due le segnalazioni di bianchi, il fruttatissimo DE VITE di Hofstatter a 22 euro (si dice sia stato ideato per i giovani, ma che vada forte anche presso le signore), oppure il tradizionale Conte della Vipera IGT di Antinori, qui ancora a 35 euro.

CONCLUDENDO: la Famiglia Martini (ormai vulgo “Braccio”) da sempre non gioca la carta della sorpresa atta a meravigliare i clienti con ghirigori culinari nei piatti. Si evitano accuratamente i tentativi di improbabili abbinamenti che altrove contrabbandano anche quantità da fame. Qui basta la materia prima giusta, rispettata, preparata secondo ricette classiche eseguite con precisione, ben servite, il tutto secondo le regole eterne della buona ristorazione di alto livello. In un insieme accogliente sempre più gettonato da clientela eterogenea la quale ha però un minimo comun-denominatore: vuole ristorazione seria, senza deroghe né eccezioni, lasciando fuori della porta i trallallerollà.