Imperia – SALVO AI CACCIATORI – Via Viesseux 12 – Tel. 0183 293 763
E’ uno dei ristoranti storici della città che ha saputo rinnovarsi e tenere il passo con i tempi. Le ultime novità sono di questi periodi di quasi post pandemia. Iniziamo con la carta di oggi. Degli ANTIPASTI (€ 14-19) cito ilCarciofo Spinoso di Albenga con spuma all’aglio di Vessalico, polvere di capperi, salsa alle olive Taggiasche; ma anche il Baccalà in olio di cottura, la sua pelle, salsa alla pizzaiola, basilico. Da questa primavera c’è stato un cambio ai fornelli con l’arrivo dei capaci Vittorio Frangiosa e Salvatore Somma, già al mitico Terrazza Bousquet dell’Excelsior Vittoria di Sorrento (tre cappelli – ovvero il max del punteggio – sulla Guida de L’Espresso), che hanno diversificato la carta del ristorante imperiese con loro specialità non dissonanti rispetto alla tradizionale cucina ligure. Come prova la semplice ma splendida portata di “Pasta e coriandoli di patate con pomodoro del Piennolo”, che fa parte dei PRIMI PIATTI (€ 18-22), ma anche gli invitanti Riccioli di Gragnano pastificio, cacio, pepe e gambero rosa. Tra i SECONDI PIATTI (€ 25-30) cito la Ricciola rosticciata, cavolfiore, papaccella, nonché la spalla d’agnello 36 ore (!) con asparago violetto, acciuga, aglio nero. Infine, i DOLCI, che sono cinque (€ 10-13): ecco un trionfo del cioccolato, sissignore la materia prima da qualche tempo meno presente altrove nelle liste, tra i quali la portata imperdibile che giustamente si chiama “Goloso” al cioccolato, costituita da un lingotto al cioccolato al latte e fondente al 70%, più gelato al cioccolato fondente, cremoso al cioccolato bianco, crumble di cioccolato, caramello salato. Ferma la portata storica del Semifreddo 1946 con bricchetto di cioccolata calda, che è in carta, appunto, dal 1946. Ad entrambi i dolci viene consigliato l’abbinamento con un bicchiere di riscoperto Vermouth riserva Carlo Alberto (5 euro). Al tutto si aggiunge il coperto di 3 euro.
I MENU DEGUSTAZIONE sono tre: 1) il 1905 di 4 portate a 60 euro ; 2) il 1946 di 6 portate a 75 euro; 3) il 1996 vegetariano di 4 portate a 50 euro.
VINI: la carta consta di una ventina di facciate con tanto di cartine geografiche delle zone di produzione. Vi è elencato il meglio della offerta italiana e qualche decina di etichette estere. Se vi piacciono i vini molto fruttati, osate un Sauvignon Blanc Palliser Estate giunto fin qui dalla lontana Nuova Zelanda (13 vol.) che è in carta a ragionevoli 38 euro.
AMBIENTE: nei giorni di riapertura, post chiusure di legge, mi avevano ventilato che stavano scegliendo un nuovo tipo di tovaglie, ma parrebbe che il look più leggero dei tavoli senza tovaglia sia invece una scelta destinata a durare. Inoltre, in questo locale, uno dei contitolari è architetto ed ha reelook-ato con mano capace. Infatti l’insieme, in definitiva, risulta gradevole nel suo complesso.
Va pur notato che il “piccolo mondo” degli avventori abituali del ponente ligure sta iniziando a “fare il chilo” con le rassicurazioni sanitarie dei ristoratori che senza fanno anche notare la bellezza di tavoli ignudi e portaposate, magari con scanellature da “centrare”. Ho contato ormai 15 ristoranti senza tovaglia sui 115 nel ponente ligure da me visitati: non molti, per ora. Anche il mondo delle Guide si direbbe apprezzi la tendenza, partita appunto dai locali di maggior blasone e presto diffusa, soprattutto in Francia…
Infine, come ho già scritto qui circa l’accoglienza e il servizio “sono aperti, pronti, disponibili. I patron, dal canto loro, hanno la serietà del Grande Fondatore di grande verve: il vate Nonno Salvo, che certamente dall’Olimpo dei Buoni Ristoratori, sorriderà felice!