La recensione: a Noli ristorante DA PINO

Noli (SV) – DA PINO – Corso Italia 23 – Tel. 019 748 5648

Noli, antica Repubblica Marinara piccola ma gloriosa,  fu una reginetta dei mari. Il suo nome deriva dai secolari “noli” di bastimenti che risalgono addirittura alle Crociate. Sono ancora visibile 3 delle sue 72 torri e le mura di fortificazione che si inerpicano sulle colline circostanti. Il borgo accumulò  primati storici in tutto il mondo e ispirò persino i Codici di Navigazione Internazionale, tutt’oggi in vigore.

Venendo ai nostri giorni, è in questi dintorni di liguritudine che si è sempre mosso l’oste PINO DE LEO nell’ultimo mezzo secolo:  iniziò a  Noli, poi passò a Spotorno, poi tornò a Noli, per poi continuare “in Cava” a Bergeggi ed ancora nel “Cu de Beu” del porto di Savona fino quando, da qualche anno, è tornato alla sua Noli, acquietato come chi torna finalmente “a casa”, ma ben desto nel gestire il suo dinamico cenacolo per una clientela che solitamente è anche elegante.

Il locale è sulla provinciale antistante la spiaggia, nel tratto pedonalizzato. Oltre le sue vetrate terse e splendenti, tutto è ordine, cura, ambiente chic e decoroso rispettoso dei canoni tipici del ristorante classico, con tovaglie e mise en place  “giuste”. Piacevoli anche i suoi tavoli all’ aperto sui sampietrini in uno spazio delimitato da verde che tutela discretamente la privacy del cliente rispetto ai passanti.

Il patron  cura a braccia aperte l’ACCOGLIENZA di inizio serata, magari offrendo un aperitivo con accompagnamento adeguato di panissetta di farina di grano, poi si ritira diligentemente ai fornelli, ma non senza offrirsi anche successive comparsatine, mica per “venire a fare il bello” in sala,  bensì per servire direttamente una portata, quasi come volesse condividere con il cliente il piacere dell’ “effetto che fa”. Ovviamente senza con ciò nulla togliere al personale di SERVIZIO che è  pronto, gentile, puntuale: uno staff sorridente e aperto che crea la giusta atmosfera di casa, di moderno foyer.

La CARTA CIBI segue le stagioni e non cambia gran che da un anno all’altro; Pino non dorme sugli allori, ma il suo motto parrebbe quello di “consolidare” piatti collaudati, evitando  proposte modaiole senza costrutto, non certo migliori dei suoi classici sostanziosi. Offrendo anche quantità dignitose e contando di non deludere clienti gourmettari sì, ma anche di “buona forchetta”. 

Sette gli ANTIPASTI (€ 10-18), con possibilità di degustarli optando per la “Degustazione Completa” a 22 euro. Tra essi cito la storica specialità della casa, le “Seppie all’Albese”, da non perdere.

Una decina i PRIMI PIATTI ( € 16-25), tra i quali i “maccheroni kamut con polpa di granchio e bottarga”, oppure lo storico “risotto e Champagne agli scampi”.

Otto i SECONDI (€ 18-28), tra i quali l’ “Orata al Rossese”, oppure  il semplice “pescato del giorno  al sale”, con un filo di olio EVO e verdure.

Della lista DESSERT (€ 7) non fa più parte la “flute sorbettolosa” proposta per decenni. Facendocene una ragione, troviamo anzi migliorato l’assortimento del quale cito il “tortino ai tre cioccolati”, la “piccola zuppa inglese” ed altre leccornie.

Per chi lo desidera, esiste un validissimo  MENU DEGUSTAZIONE di cinque portate a 35 euro.

La CARTA VINI elenca un centinaio di etichette  in gran parte sotto i 30 euro e con assortimento interessante.  Che ne direste di uno Chablis Premier Cru Les Lys della Daniel Dampt & Fils  (alcool 13 vol.) a 35 euro?

CONCLUDENDO: è una sosta rassicurante per chi ama cucina classica, ben servita, in quantità serie, in un locale elegantino, con una accoglienza calorosa ma addizioni fortunatamente soltanto … tiepide: una bellezza!