La recensione: a Dolcedo (IM) il ristorante CASA DELLA ROCCA

Dolcedo IM – CASA DELLA ROCCA – Via Ripalta 3 – Tel. 0183 682648

Dall’ uscita autostradale di Imperia Ovest, si svolta a monte verso Dolcedo e, “ordinando” a Google sul vostro cellulare “portami a ristorante Casa della Rocca a Dolcedo” i ghirigori dell’itinerario (poco segnalato) diventeranno facili. Pochi chilometri e, attraversato il ponte sul torrente Prino e lasciate alle spalle le ultime quattro case, “flippatevi” subito nel grande parcheggio posto ai margini del borgo, ben segnalato e luminoso. E’ a circa 200 metri dal ristorante e vi eviterà di “incartarvi” in un viottolo da manovre di retromarcia adatte a provetti …garagisti. 

Il locale è ricavato da un antico frantoio dismesso da anni, con tratti di roccia a vista vetrinati e illuminati, perfettamente pulito e adattato alla nuova destinazione di ristorante, dove sono ancora presenti i resti dei torchi in legno per la spremitura dell’olio ed altri numerosi attrezzami che basterebbero per costituire un piccolo museo a tema… Le mise en place sono curate e con tovaglie, i tavoli ben distanziati, pane, focaccia e grissini, artigianali, sono di qualità.

Due cuochi, Samuele Maio e Fabio Maiano, già officianti ai Cacciatori di Imperia, danno il meglio di loro in questo locale che non pecca di pretenziosità ma che, stante la qualità della cucina, potrebbe anche tirarsela, essendo uno dei migliori locali nella sua categoria nel ponente ligure. Insieme alla lista cibi, su carta vivaddio, viene portato ad ogni tavolo un cavalletto con lavagnetta titolata “FUORI MENU”, nella quale è elencata solitamente una cinquina di proposte del giorno. Per quanto riguarda la carta cibi vera e propria, essa inizia con la proposta di un MENU DEGUSTAZIONE di quattro portate scelte dalla cucina, destinato a tutti i commensali, a 38 EURO caffè compreso. Segue il titolo “CHI BEN COMINCIA” che, la sera del mio passaggio, offriva una focaccina di segale, acciughe del Mar Cantabrico, burro della Normandia e peperone arrosto a 15 euro. Nel seguito la presentazione è classica e, ferme talune proposte, i piatti cambiano spesso.

Cinque gli ANTIPASTI (€ 12-16), tra i quali cito i Moscardini in zimino con patate di Ormea, bietole e fagioli, nonché la Zucca Mantovana affumicata al barbecue, crema di sedano rapa arrosto, gel di aceto di mele, chips di Parmigiano Reggiano.

Sono quattro i PRIMI PIATTI (€ 14), tra i quali i Pacote monograno Felicetti crema di broccoletti, salsiccia di Bra, pestato di pane casereccio ai pomodori secchi, oppure, in autunno, i Tagliolini 40 tuorli con burro e Tartufo Bianco d’Alba (€ 40). E’ possibile che post fine fiere tartufo piemontesi (Alba in primis), ovvero post 15 dicembre, i prezzi dei tartufi possano ribassare.

Venendo ai SECONDI (€ 15-16), vogliamo parlare di una proposta “gigavalida” sempre presente? La Bouillabaisse, con gambero d’Oneglia, pescato fresco locale, molluschi, senza quelle coperture di anestetizzanti olii peperoncinati.  Un piatto da non perdere assolutamente che, giustamente, è uno dei “vessilli” del locale. Sempreché non si preferisca rimanere sul terragno, con il Ganassino di vitellone, topinambour, crostone di polenta e salsa verde o, addirittura scegliere delle Lumache alla ligure.

Al DESSERT i dolci sono cinque (€ 7)) tra i quali la Torta alle castagne, cremoso alla zucca, cioccolato bianco, zucca candita e gelato yogurth; ma  c’è la possibilità di scegliere anche un assortimento di cinque FORMAGGI del territorio, esposti coperti sul carrello là all’ingresso; per i dessert sono disponibili interessanti abbinamenti di vini dolci serviti a calice.

In sala Valeria Lorando, aperta e calorosa, effettua e coordina un servizio che non dorme ed anzi è puntuale e preciso. Sorridente e versatile sa anche consigliare con competenza circa la scelta sulla lista dei vini (anche questa su carta) che offre un centinaio di etichette a prezzi“regolari” ed anche a calice. Fidatevi ed apritevi ai suoi consigli; quando avrà inteso le vostre preferenze, vi suggerirà cautamente più di un abbinamento e, se accetterete quello più ardito, potreste scoprire qualche nuovo abbinamento insolito.

Concludendo, una sosta che segna un punto in più per il “riscatto” dei cosiddetti ristoranti “di paese” e che offre il piacere della scoperta inattesa. Ma, poiché ormai sono numerosi gli “abitué”, compresi i molti “fedeli” stranieri (sono il 10% dei residenti), è prudente prenotare sempre, anche nei giorni feriali, perché qui tutti tornano a scialarsi con una bella botta di vita, oltretutto senza farvi fare gli occhi grossi al momento del conto: a prezzi da angeli.

Luigino Filippi – www.buongiornogourmet.it