Castelvittorio (IM) – Ristorante ANTICHE TERME
Via Madonna Assunta – Tel. 0184 241 046
Nei secoli Castelvittorio fu di dominio genovese mentre la vicina Pigna fu pro Ducato di Savoia; tra i due borghi non corse mai buon sangue. E’ scritto che nella metà del 1600 Pigna rubò le campane a Castelvittorio, il quale contraccambiò rubando a Pigna le … pavimentazioni della piazza. Nei secoli i dominii successivi furono numerosi e diversi e con Napoleone la zona diventò addirittura francese per un breve periodo. Beh, è certo che sino a pochi decenni orsono, restarono vive le rivalità tra Pignaschi e Castelluzzi. Negli ultimi anni, fortunatamente, anche grazie alle frequentazioni dei lavoratori frontalieri verso Montecarlo, molta acqua è passata sotto i ponti e le due comunità mi pare sorridano benevolmente delle antiche rivalità.
Al confine tra i due Comuni, proprio in adiacenza alla sorgente termale di acqua curativa, dal 1968 la Famiglia Lanteri, tiene alta la bandiera dell’ospitalità di qualità. La Patronne ha riconoscimenti e attestati nazionali e internazionali e fa parte della prestigiosa associazione Disciples d’Escoffier. Ma, senza dormire sugli allori e tiene piede fermo sul rispetto della tradizione, rinnovano quanto utile e opportuno per stare al passo coi tempi, ferme restando le tovaglie e le candide mise en place classiche e rassicuranti. C’è anche una sala privé per una ventina di convitati. Ovviamente, in questa stagione, la parte del leone la fa il piccolo pergolato antistante che domina la valle verde e paciosa con boschi da bella addormentata.
Ma veniamo al cibo. Quattro gli ANTIPASTI, dei quali è consigliabile la Serie di assaggi misti, nella quale non mancano i tipici “Previ” (lattuga ripiena) nonché i gourmandissimi Barbagiuai (ravioli di zucca fritti). Cinque i PRIMI PIATTI di pasta fresca, tra i quali cito, in stagione, i funghi fritti o trifolati, oppure i Ravioli di verdura e carne con u “pesigu” (pizzico). Quattro i SECONDI di carni, tra i quali lo stufato di Capra e delicati Fagioli bianchi di Pigna; oppure l’Agnello da latte alle erbe aromatiche, cotto al forno. Per il DESSERT ci sono i dolci dal carrello e c’è da sbizzarrirsi fra torte caserecce e altre dolcezze al cucchiaio.
I PREZZI alla carta sono i seguenti: Antipasti: da 8 a 13 euro; Primi da 10 a 12 euro; Secondi: da 13 a 14 euro. Dessert: 7 euro. Per cui si può consumare un pasto completo a partire da 40 euro. Prezzi talmente onesti che ricordo, qualche tempo fa, un giovane che rassicurava gli amici: “Aoh, qui andiamotrà!” Tradotto: “Qui andiamo tranquilli.” Esiste anche il GRAN MENU DEGUSTAZIONE, comprendente sei portate per assaporare la vera cucina della tradizione; esso comprende: Antipasti tipici, due assaggi di pasta fresca, sua maestà l’agnello al forno, dolce a scelta: 35 euro.
La CARTA DEI VINI offre all’ incirca 200 etichette, con scelte mirabolanti di Rossese, ma senza disdegnare vini piemontesi e qualche altro blasonato, anche straniero. Non mancano vini dolci e distillati da meditazione.
Il servizio è di antica scuola (Silvio Lanteri in gioventù si formò al famoso Rendez Vous di Sanremo), è all’altezza di ogni situazione e coniuga sorridente efficienza e gentilezza, pur restando lesto e conciso lungi dal “frullarvi” con chiacchiere di circostanza. Anche la figlia, dallo charme incontestabile, sa il fatto suo e vi curerà con dedizione smentendo il detto che … i ristoratori Liguri sorridono un giorno su tre.
Concludendo: E’ un ristorante dove si possono trovare famigliole “indomenicate”, adunanze di amici ed anche tenere coppiette, che trovano qui un comune denominatore: il confort dell’ospitalità sincera. Lontani dall’ “ambaradan” movidaiolo della costa, qui si trova la tranquillità, un excursus nella cucina di valle servita anche in quantità serie e, non ultimo, dei prezzi da angeli. Se poi vi fermerete alla loro locanda bomboniera che gestiscono in paese la felicità per il tempo di un week end è assicurata: provare per credere.