Altare (SV) – Locanda Ristorante QUINTILIO
Via Gramsci 23 – Tel. 019 58000
Quintilio Una Lunga Storia”, è il titolo del libro della patronne Isa
Torcello che narra del ristorante, dal 1869 al 2018, gestito oggi
dalla V° generazione. E’ una storia appassionata e appassionante verso un piccolo mondo antico che, in qualche modo oggi qui vive ancora un po’ e non del tutto dimenticato. A partire dalle ricette antiche rivelate: la Zuppa di Natale, i Fassini, le Tire, il Riso in Cagnon, le Grive, il sanguinaccio, la Finanziera, la Zraria, i Crixotti, i
Maccheroni all’ago, la Buridda di stoccafisso, i Crostini di Fegato di
Fagiano, etc etc…
Con la premessa che tutta la pasta e i pani sono fatti in casa, ecco
gli ANTIPASTI (€ 15-30): Tartara di Fassona battuta a coltello tartufo Scorzone nero nostrano; Fiore di zucchina ripieno cotto a vapore servito su crema di trombette e Reggiano; Terrina artigianale di foie gras d’Anatra, marinato al Sauternes, pan brioche caldo, fichi caramellati alla grappa, con possibile abbinamento di un calice di Passito o Muffato (perché non a un Sauternes?). Tra i PRIMI PIATTI (€ 15-22) cito il Riso Riserva San Massimo con formaggi piemontesi, e fondo bruno (ormai introvabile, fatto “in casa” come qui) con abbondanza di tartufo nero; sempre ché non si voglia assaggiare il semplice e tradizionalissimo Minestrone di Verdure, ricetta storica della casa che fa davvero respirare i tempi della operosa Valbormida contadina e operaia. Riguardo ai SECONDI PIATTI, innanzitutto è da lodare il fatto che qui si trovi ancora il Carré d’agnello in crosta di erbe aromatiche liguri, verdure fresche e fondo bruno, sei costine ben presentate. Ma anche lo stoccafissoo Brandacujun è preparato come raramente lo si trova: perfetto con patate e paté di Olive Taggiasche.
Come DESSERT (€ 9 -10) c’è una proposta di sei formaggi misti, con
confetture fatte in casa, abbinabili a vini dolci. Tra i cinque dolci
cito volentieri il Goloso al cioccolato fondente Valrhona cioccolato
bianco e sorbetto artigianale al mandarino, abbinabile a un giusto e
perfetto Pedro Himenez 1987.
Il MENU DEGUSTAZIONE è a 45 euro.
La CARTA VINI, circa 600, è un gran bel momento; certo la sua
consultazione su un tablet toglie l’importante piacere di maneggiare e sfogliare un elenco cartaceo. Ha tuttavia prezzi calmi, come è stato per il mio Chianti Classico San Jacopo da Vicchimaggio DOCG 2016, che raccomando.
Concludendo: su un colle di confine tra le Alpi e gli Appennini, la
cucina è quella Valbormidese ligure/piemontese, ma non soltanto. I
tartufi, in stagione, non mancano mai, anche se a precisa richiesta
“Ha tartufi?” minimizzeranno sempre : “Eh, beh, qualcosina”… In
verità il bianco Tuben Magnatum Pico che si cava da queste parti è di
provenienza sicura e di aroma/sapore perfetto: speriamo che in Valle smettano di portarlo/denominarlo d’Alba !
Negli ultimi annui il locale è stato riattato due volte, migliorando
l’acustica e tutto ha molta classe, anche il servizio spumeggiante e
“comme il faut”. Se poi volete un tavolo in bottiglieria, beh, c’è
anche quello per 8-12 coperti, circondati da etichette di tutto
rispetto. Non ultimo: dispongono di qualche camera spartana al piano superiore, che nelle serate invernali di neve diventa provvidenziale.
Luigino.filippi@alice.it.