Finale Ligure Borgo – AI TORCHI
Via dell’Annunziata 12 – Località Finalborgo – Tel. 019 690 531
Finale Ligure è una perla rara: un tempo la movida era a FinalMarina, oggi quella più qualificata punta su Finalborgo. A dire il vero, solo leggere tutti i cartelli di complicanze e distinzioni per il parcheggio e le odiosità della ZTL, vien voglia di lasciar perdere. Ma tant’è, smoccolate pure, ma val la pena di mantenere la pazienza e tentate: in bassa stagione si può fare: in un modo o nell’altro fermerete l’auto e dopo le 20 la sosta è gratuita e finiranno le vostre geremiadi.
Dopo un centinaio di metri nei gradevoli vicoli pieni di negozietti, eccovi a questo antico frantoio, ancora dotato di attrezzature d’epoca, con una bella collezione di giare da olio, ma il tutto inserito in un ambiente dal bianco solare ed essenziale, come d’uso oggi, con illuminazioni “sapienti” nei punti strategici, qualche bouquet di fiori, cabaret in argento, oggettistica “giusta” qua e là.. Le mise en place sono candide ed eleganti, le sistemazioni comode e ben distanziate tra un tavolo e l’altro (per inciso: in serate di “bassa”, non concentrano tutti in un unico settore della sala, lasciando deserti il restanti due spazi della stessa, come purtroppo avviene altrove dove razionalizzano le zone di pulizia post servizio).
Dopo un goccio di aperitivo offerto ed i pani e grissini caldi eccovi a scegliere tranquillamente sulla carta. Gli ANTIPASTI sono cinque (€ 22-28), tutti invitanti, ma certo le patate in due consistenze pesto di olive verdi con gamberi e pescatrice spadellati sono un bell’inizio per un pasto da gourmet, così come, per i clienti più “francesizzanti”, il fegato grasso in terrina con pan brioche.
Dei quattro PRIMI PIATTI (€ 15-18), due sono i loro classici: il risotto con gamberi locali e verdure di stagione, servito in cottura perfetta ed anche un piatto altro piatto che “sa nonna” e di stufe a legna: le lattughe ripiene in brodo alla Finalese, che credo si trovino soltanto in questo ristorante.
I SECONDI, di pesce sono cinque (€ 25-30) e tra questi è perfetto il carpaccio di crostacei soltanto intiepidito al punto giusto, nonché la semplice ma stupenda triglia (rara a trovarsi così fresca) con pomodoro olive e capperi, testimone della vera liguritudine della casa.
I DOLCI sono cinque (€ 13) tra i quali una ricercata Crema alla liquirizia con spuma di menta, oppure un cremino al Chinotto di Savona o, ancora, un rassicurante cubo di cioccolato servito con crema vaniglia.
Il MENU DEGUSTAZIONE comprende cinque portate suggerite dalla cucina per tutto il tavolo (ma sono elastici e ragionevoli e non si impunteranno se un commensale noiosino vorrà cambiare un piatto). Il suo costo, rispetto alla scelta alla carta, è di indubbia ed invitante convenienza: 40 euro.
La CARTA VINI offre tre pagine di bollicine italiane e francesi, nonché una ottantina di etichette di ottima selezione per ogni esigenza; i vini di primo prezzo sono a 20 euro, un Bollé Spumante veneto Cuvée Brut Andreola, oppure nei bianchi liguri un Pigato Maria Giovanna Grana o un Rossese di Dolceacqua Terre Bianche a 25 euro.
Da qualche anno, a lato del loro locale, hanno bissato aprendo un simpatico Bistrot che, servito dalla stessa cucina, offre un insieme più alla mano, ovviamente a prezzi inferiori.
Un ultima noticina: verso le 21 a volte passa il pescatore a consegnare il suo bendidio… Potete informarvi prima se è serata di suo passaggio e attendere eventualmente per ordinare il pescato dell’ultima ora…