Il ristorante della settimana: Locanda Gin a Castelbianco

Castelbianco

GIN

Via Pennavaire 99

Tel. 0182 77001

www.dagin.it

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Castelbianco è a una dozzina di chilometri dal casello autostradale di Albenga ma la strada, non larghissima, è da percorrere con calma, approfittandone magari per ammirare le amenità di una valle ligure bucolicamente “senzatempo”, anche se Castelbianco è per la verità da decenni un comune all’avanguardia nel cablaggio mediatico del suo territorio. Giunti all’inizio di una delle sue frazioni, ecco un parcheggio capace. Uno storico punto di riferimento è questa locanda antica in pietra, poco appariscente, accudita da decenni da una famiglia valligiana che, per dirla con Massobrio, ha fatto e fa “resistenza umana” resistendo ad ogni traversia dei tempi di crisi per tenere alta la bandiera del territorio. Subito dopo il salottino d’ingresso, ecco la sala per una cinquantina di coperti al massimo, che non ricorda affatto il solito ambiente trattoria dell’entroterra ma, anzi, con le sue tovaglie di Fiandra, le stoviglierie e le cristallerie fini, le orchidee ad ogni tavolo, i secchielli per il ghiaccio in cristallo, etc … sorprende molto piacevolmente. Anche la clientela è gradevole e modera i toni. Il patron navigato o le sue due figliole (di charmante semplicità) vi serviranno subito un aperitivo di bollicine e, senza infarloccarvi di chiacchere, vi lasceranno in pace con la carta cibi. L’accoglienza capace qui si trasforma presto in convivialità e pertanto, avute le eventuali spiegazioni tecniche sui piatti, potrete poi ordinare scegliendo tra una dozzina di proposte. Nel mio caso: sformato di polenta con fonduta di Taleggio e tartufo nero che, sissignore, si trova in questa Valle Pennavaire (€ 8), la vellutata di carciofi locali con relativo fagottino (€8), i gobetti di ortiche con carciofi alle mandorle e profumatissima maggiorana (€ 12) e, infine il maialino in crosta di cacao su purea di carote e zenzero con chutney di zucca (€ 14). Disponibili piatti per vegetariani, vegani, celiaci. Va da se che, in stagione trovate anche funghi e la cacciagione consentita. La carta dei vini ha belle referenze, ma la cosa più sorprendente è che, se siete dei cultori di Bacco, potrete chiedere di accompagnarvi alla sottostante cantina dove solinghi e con calma potrete poi scegliere la vostra bottiglia. C’è una certa prevalenza di rossi, ma la collezione è nutrita, anche di Champagne, a prezzi che tengono su il morale e non salano il conto, come del resto non succede con l’insieme; neppure con il prezzo delle camere, confortevoli, che consentono di attardarsi abbandonandosi ai profumi di un Rhum Demerara di 30 anni nel fine pasto e, in fondo ricordano la giustezza di un proverbio: “Kissene con chi ceni, l’importante è con chi fai la prima colazione!” Don’t forget! luigino.filippi@alice.it

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