. Noli (Frazione Voze) – Ristorante LILLIPUT
. Località Zuglieno – Tel. 019 748 009
L’ambiente, recentemente rinnovato e boiserie alleggerite e illuminazione strategica ha, innanzitutto, anche ai primi d’aprile, i termosifoni accesi due ore prima del servizio e anche oltre le 22 (fatti raro, purtroppo, in Liguria, dove in quasi tutti i ristoranti fa sempre freddino). Le pareti sono arricchite da affreschi artistici, la musica di sottofondo, molto soft è di qualità; ai tavoli, ben distanziati, con comode sedie in paglia di Vienna con cuscino, con mise en place perfette con tanto di centrino all’uncinetto nei sottopiatti, pani e grissini caldi, non manca il secchiello a stelo per il vino.
In carta, dopo l’avviso del coperto 4 euro (generalmente abbuonato a chi ordina un pasto completo), ecco i sei ANTIPASTI (dai 12 ai 20 euro) tra i quali cito, in crema di limone i crostacei, verdure e pesci o le sole verdure al vapore, oppure l’insalata di mare calda.
Otto PRIMI (dai 12 ai 23 euro) tra i quali cito i Bacialli (gnocchetti) al rosmarino di una morbidezza vellutata incredibile, lo storico Minestrone alla Genovese al quale qualche letterato potrebbe dedicare una poesia (in genovese, s’ intende).
Cinque SECONDI (dai 25 ai 40 euro), preparati con del pesce che prima avrete avuto modo di ammirare inebriandovi del profumato afrore di pescato di giornata . Il tutto cucinato come sottile tagliata al piatto, oppure in generosissima grigliata mista, oppure al forno e nei modi classici.. Disponibile anche una trimalcionesca portata di crostacei …
A fine cena giunge al tavolo una alzatina ricolma di piccola pasticceria, ciò non impedisce di ordinare uno dei sei DOLCI (dai 5 ai 7 euro), ad esempio un budino al caffè o un semifreddo allo zabaione con salsa all’arancia.
La carta vini occupa qualche facciata subito dopo quella dei cibi, e svolge degnamente il suo compito a prezzi ragionevoli, soprattutto ascoltando i consigli del giovane patron, appassionato di vini. Sono disponibili otto mezze bottiglie.
I menu sono due, a 40 e 55 euro e sono generosi come con le portate alla carta.
Un ristorante così lo si trova di rado, per la materia prima da dieci e lode, per la competenza dell’ormai molto schivo cuoco/patron autoconfinatosi nel suo regno in cucina. Egli si dedicò in gioventù a seri studi di Scienza dell’Alimentazione e non li ha affatto dimenticati: tanto che ricordo che, in una lontana cena con Raspelli, rifiutò garbatamente ma fermamente di servirci dei crostacei crudi, convincendoci ad una più sana loro breve passata in cottura. Nonostante fossero appena pescati e abbattuti. Una serietà che, unita a una cucina che non cede a tendenze modaiole senza costrutto, collaudata da decenni, che certo non offre una sorpresa ogni giorno, ma tutti i giorni, da decenni, assicura qualità, costanza, affidabilità. Un difetto? Sì, è chiuso nei mezzodì feriali e per mesi in inverno… Infine il servizio è di cortesia professionale ma alla mano e serve con modi e tempi perfetti.
Dimenticavo: nella bella stagione il ristorante si trasferisce sull’ampio patio dai candidi tendaggi a vela e comode poltrone in vimini. Arrivando al tramonto, nell’ora del cambio luce non mancherà … il saluto degli uccelletti e della campana vespertina della pieve poco lontana, come nelle poesie dell’800. Nel boschetto c’è il loro minigolf privato, un paradiso nel caso di cerimonie di mezzodì, con bambini, come qui usa festeggiare qui, generazione dopo generazione. Un ristorante? Sì, ma ormai una istituzione che ha contribuito a far scoprire le colline delle Mànie, che meritano il viaggio. luigino.filippi@alice.it