credito foto: Fabbio Berta – Vigneti Masala ad Airole
“Estirpare i vigneti non è più un tabù! Lo scrive Luciano Ferraro sulle pagine di Sette. Il Motivo? Si consuma meno vino e se ne produce troppo. Le nuove generazioni bevono sempre meno, oggi sono il 6% dei consumatori abituali, nel 2009 erano il 10%, ma nelle cantine italiane sono fermi quasi 43 milioni di ettolitri. Il cambiamento sembra strutturale, ma per il 2024 si prevede una ripartenza, dopo un 2023 segnato da riduzioni a livello mondiale, condizionate dal surriscaldamento globale, che ha portato già i produttori francesi di Bordeaux (-32%) a dover estirpare 9.5 ettari di vigneto. (Sette) @ Cali e numeri riconfermati ieri a Torino nel bilancio “a bacche ferme” dalla Vignaioli Piemontesi e dalla Regione Piemonte che però ha anche mostrato come la vendemmia 2023 sia stata mediamente buona in termini di qualità, ricevendo un 8 pieno, ma nello specifico per Freisa e Ruchè si è arrivato al 9. (La Stampa). Una controtendenza dei rossi piemontesi derivata dal cambiamento climatico che però non impedisce ai giornali, come il Corriere della Sera di Torino di titolare: “Vino, la peggior annata dal 1961. In Piemonte caldo e siccità fanno crollare la produzione” (Si ma alla luce di tutto quanto letto fino ad ora, non vale la conclusione che meno uva sia uguale ad annata “peggiore”. ” Così su “ilgolosariro) di Paolo Massobrio… l
Diversi agricoltori del ponente ligure, stanno riconvertendo i gerbidi reimpiantandoli a vigneto i terreni abbandonati dalle precedenti coltivazioni floricole, oggi in stato di abbandono. Ma per reimpiantare a vigneti i propri terreni sono soggetti ai cosidetti “permessi” … e si domandano, in fondo, perché il contadino, per coltivare e vendere il proprio vino, deve subire lacciuoli burocratici ? Tanto più che la produzione di vini liguri è oggi insufficiente per soddisfare la domanda…