Il cibo da asporto e di strada mette in crisi quali ristoranti.

Nel 3° trimestre 2022, rispetto al 3° trimestre 2021, hanno accelerato le cessazioni di attività nella ristorazione: 17.804 in meno, nonostante il molto lavoro dell’estate 2022. Lo sottolinea “Il Golosario” secondo il quale che ha pesato un autunno con aumento dei costi di energia e materie prime, scarsa disponibilità di manodopera e, decisivo, lo sviluppo di un nuovo modello di consumo mordi e fuggi. Basta aprire uno sportello in una strada dei nostri centri storici e si può vendere cibo senza avere una sala e dei bagni, con minori costi di locazione e una ridotta tassa dei rifiuti e senza assumere del personale – spiega il direttore di Fipe-Confcommercio Roberto Calugi – Il take away  non è più solo un completamento d’offerta, ma a volte un veicolo di concorrenza non sempre leale che scarica sulla collettività i costi d’impresa.” (Corriere della Sera) . Nel contempo, la qualità della ristorazione economica che desidera mantenere bassi prezzi, continua a diminuire…