Imperia P. M. – I CUXEN – Via Maurizio Caprile 28 – Tel: 0183 781 072
Nei pressi del casello autostradale di Porto Maurizio, con qualche risorsa di PARCHEGGIO PRIVATO ed un dehor per le giornate che klo consentono, la sala è quella tipica di un ristorante lineare, linda, solare, con musica di sottofondo di qualità ed a volume giusto, con poche concessioni agli arredi, ma piacevolmente minimalista, con mise en place “giuste” sia per la distanza da un tavolo all’altro, sia per il candido tovagliato e quant’altro. La bella famiglia di due cugini accoglie con gentilezza riguardosa e riservata e con perizia nei particolari del servizio, che denota un “briefing” perfetto quando si tratta di illustrare preparazioni e procedimenti di cucina di ogni piatto, ma senza infarloccarvi di chiacchiere e inutili aggettivi fantasiosi.
Con calma, ecco il cestino con quattro qualità di pane tiepido, un piattino con buon burro a temperatura proporzionata alla morbidezza del pane, ma occorre resistere, resistere ad ogni costo, magari grazie alla alternativa dei generosi apetizer di accoglienza, che già fanno prevedere che la cucina non sarà di solite banalità. Ecco infatti la carta:
I CRUDI (€ 16-29) sono quattro, tra i quali il Tonno all’erba cipollina e tabasco su midollo alla brace. Gli ANTIPASTI (€ 16-19) sono quattro; in questa stagione cade a proposito la Vellutata di castagne, capesante scottate, fonduta di Gorgonzola e mandorle tostate. Dei cinque PRIMI PIATTI (€ 17-23) le Linguine all’aglio nero, clorofilla di prezzemolo e polvere di black lime, con (o eventualmente senza) cozze sgusciate. Cinque i SECONDI (€ 17-25) e, segnatamente, la Pancia di maialino cotta a bassa temperatura e glassata al miele, purea di Topinambour, scalogno al sale. Cinque i DOLCI (€ 7), tra i quali, in questa stagione, la millefoglie con crema pasticcera al cioccolato, rhum e coulis di cachi.
Per un pasto completo di tre portate più dessert, scelte alla carta, si spende da 59 a 87 euro, compreso il coperto di 3 euro, bevande escluse, ovviamente. Ma, a 45 euro, vi strizza l’occhio anche un invitante il MENU DEGUSTAZIONE, sia per il prezzo che, la sera del mio passaggio, anche per la sua composizione. Essa può variare ogni giorno in quanto, come è chiaramente scritto, “tutti i piatti sono scelti solo dallo Chef in base al pescato e ai prodotti di giornata – le modifiche sul menu implicano una variazione del prezzo – le bevande sono escluse – il menu viene realizzato esclusivamente per l’intero tavolo”. Ma non credo che poi siano così inflessibili e non vi indurranno certo a chiedere di … separare un tavolo da quattro con due tavoli da due per ottemperare alla disposizione di un unico menu per ogni tavolo.
La CARTA VINI, una trentina di etichette (di cui una decina liguri, più qualche 0,375), offre qualche etichetta di alta gamma a prezzi non vili, ma nell’insieme i costi restano passabili stante che quasi tutte le bottiglie si attestano sotto ai 30 euro.
Concludendo: materia prima “giusta”, cucinata coniugando felicemente tradizione e modernità, con alcune portate cesellate per equilibrare gli abbinamenti inconsueti dei sapori riconoscibili dei singoli componenti, con qualche azzeccata irriverenza ai canoni classici. Niente rivoluzioni, intendiamoci, ma competenza e maestria che possono conquistare chi va spesso al ristorante e brama novità senza stravolgimenti. Il tutto ben servito in quantità non invereconde. I cuxen (due cugini) ALESSANDRO SCHIAVON in cucina e PAOLO DELUCA in sala, nonché i loro avventori gourmet, hanno dei bei giorni davanti!